E’ stato assegnato alla dottoressa Giovanna Vaccaro pediatra di Angri, il “Premio Pier Giorgio Turco” nato da un’idea del dottor Antonio Brando, Past President del “Rotary Club Salerno Est” e attuale Governatore del “Distretto Rotary 2101”, dedicato al compianto medico chirurgo, per undici anni primario oculista all’Ospedale di Salerno, medico missionario, rotariano dal cuore puro, che per ben 19 anni, dal 1993 al 2012, ha curato, con quel calore che solo l’amore può dare, soprattutto i bambini africani con gravi malattie agli occhi. A premiare la dottoressa Vaccaro sono stati il presidente uscente del “Rotary Club Salerno Est”, l’avvocato Camillo De Felice, e il Past President Massimino Baldi, che hanno consegnato alla premiata anche un assegno per contribuire alle attività dell’associazione di volontariato “Baobab Amici di Tampellin”, che ha sede nel Comune di Sant’Egidio del Monte Albino, di cui la dottoressa Vaccaro è socia fondatrice insieme alla dottoressa Angela Tamburro che ha partecipato alla serata di premiazione svoltasi presso il “Saint Joseph Resort” di Salerno. La dottoressa Giovanna Vaccaro, che ha ricevuto il gagliardetto del Club dalla socia Rosa Cirillo, ha raccontato che dal 2004, come medico volontario, ha prestato con amore la sua opera nei paesi dell’Africa:” Per venti anni, abbiamo operato in Burkina Faso, uno dei paesi più poveri dell’Africa, dilaniato da guerre interne. Abbiamo fatto un lavoro di sviluppo integrale, soprattutto per l’infanzia. Abbiamo iniziato pensando prima di tutto alle mamme che partorivano nelle capanne cercando di dare loro una dignità. Successivamente abbiamo pensato anche alla loro istruzione e quella dei loro figli costruendo una scuola materna affianco alla scuola elementare già esistente. Abbiamo costruito anche un dispensario. Con la nostra associazione abbiamo anche co-finanziato un progetto per la realizzazione di una vasca per allevamento di pesci di acqua dolce a Baga, un villaggio del Togo. In Costa d’Avorio, nel villaggio di Tampellin, dove mancava l’energia elettrica, abbiamo potenziato il sistema fotovoltaico e con una delegazione di medici e volontari di “Baobab Amici di Tampellin” e del “Distretto Rotaract 2101”, con il Rappresentante Distrettuale Roberto Mauri e alcuni soci, ci siamo recati nei villaggi della foresta della Costa D’Avorio per prestare cure mediche ai suoi abitanti. La prossima missione sarà organizzata in Mozambico dove costruiremo un dispensario. La nostra è una bella esperienza d’amore. Questi bambini ti riempiono il cuore”. La dottoressa Vaccaro che è anche scout da cinquant’anni, è stata premiata su indicazione dei figli del dottor Turco: Gianpaolo e Vito.
A ricordare il dottor Turco è stato il Past President Carmine Pirofalo, suo caro amico per circa trent’anni, attraverso un video, realizzato dalla moglie, l’innerina Past President Lidia Pirofalo De Gregorio, ed una sua lettera letta con emozione da Presidente Camillo De Felice (attualmente il presidente del “Rotary Club Salerno Est” è il dottor Edoardo Ventura). Il dottor Turco nell’aprile del 2021, all’età di 91 anni, ha raggiunto in cielo la moglie Marina Turco De Bellis, Past President del “Club Inner Wheel Salerno Carf”, il sodalizio, attualmente presieduto da Daniela Vessa Pezzuto, che ogni anno ha sempre dedicato, insieme a tutti i Club Rotary e Inner Wheel salernitani, il progetto “Ballando sotto le stelle” per raccogliere fondi per le opere umanitarie del dottor Turco tra le quali la realizzazione di una “Casa Familia” nella città di Quelimane, in Mozambico, con il Missionario Cappuccino Fra Antonio Triggiante. Nella lettera da lui scritta il dottor Carmine Pirofalo, ha anche ricordato che Pier Giorgio Turco nel 1967 conobbe e divenne amico di Padre Pio; che era stato nominato Presidente Onorario” del “Rotary Club Salerno Est”, dal Past President del Club Carmine Nobile, ed anche che il dottor Turco nel 2013 ottenne il prestigioso riconoscimento internazionale di “Medico dell’anno” ed anche che fu premiato dal Sindaco Vincenzo Napoli come “Salernitano Doc”. “Le sue lacrime hanno accompagnato nel loro ultimo viaggio quei bambini affetti da gravi malattie malariche e dalle tante forme di tumore di cui alcuni da lui stesso operati in sale operatorie prive di quasi tutto il necessario e in ambulatori dove il dottor Turco effettuava i suoi interventi di cataratta alla luce di una torcia” – ha raccontato il dottor Pirofalo – “ Ci sono stati anche tanti momenti di gioia e di indicibile soddisfazione, specie quando, al mattino seguente il giorno dell’operazione, i pazienti si accorgevano di ritornare a vedere. Turco raccontava anche di quando fu costretto a enucleare l’occhio di un bambino negro:” Con animo grato, quando è uscito dall’ospedale, mi ha offerto la metà di un pezzetto di pane, l’unica cosa che possedeva, la sua unica ricchezza”. Turco era un uomo semplice, come solo i grandi uomini sanno esserlo, aveva una grande sensibilità d’animo e spesso, durante le conviviali organizzate dai Club Rotary o dai Club Inner Wheel, non riusciva a trattenere le lacrime quando raccontava dei bambini della “sua Africa”, teatro di un’irrimediabile povertà. Gli mancavano i volti e i sorrisi di quei bambini dai grandi occhi e i piedi scalzi che, ricoperti di stracci, correvano verso di lui, con la loro curiosità, il loro modo di guardare l’amico – padre – medico, con uno sguardo dolcissimo e malinconico che chiede la speranza di guarire:” Tutte le mattine mi aspettavano alla missione per avere delle monetine o delle caramelle” – raccontava spesso ai soci rotariani – “ A volte mi divertivo a lanciarle in aria per vedere i bambini che facevano a gara per prenderle: naturalmente poi le davo a tutti. Mi ricordo anche di un ragazzo lebbroso che tutte le mattine mi aspettava per avere un bacio e un panino con la marmellata”. Pirofalo nella lettera ha anche raccontato di quando, nell’agosto del 1999, un papà portò a visitare a Pier Giorgio Turco, che operava nell’ospedale di Quelimane in Mozambico, il suo bambino di due anni, che aveva una patologia grave, con la speranza che il dottore rotariano potesse guarirlo. Purtroppo il dottor Turco si rese conto che quel bambino aveva una massa tumorale invasiva e che non vi erano più speranze: l’unica cosa che si potesse fare era quella di somministrargli degli antidolorifici. Lo stesso dottor Turco, nel suo libro “Le strade dell’amore nel mondo”, racconta:” Nei giorni che seguirono mi recavo più volte a trovare il mio piccolo paziente e, al suo fianco, passavo il tempo soltanto ad accarezzarlo, con infinita tenerezza e senza fermarmi un istante. Dopo qualche giorno il bambino finì di soffrire e, quando arrivai nella stanza mi sedetti sul suo letto e questa volta, dopo una sola carezza, lo baciai. A questo punto sentii una mano che mi spingeva indietro. Era la mano del padre che mi diceva:” Dottore buono, dolce, il mio bambino è morto. Questa volta mi permetto io di farle una carezza da parte sua”.
Aniello Palumbo