“Il potere e i rischi della comunicazione”. E’ questo il tema del Convegno organizzato dall’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Salerno, presieduto dal dottore Giovanni D’Angelo, per sabato 15 settembre alle 9:00 presso la Sala Conferenze dell’Ordine, in via Santi Martiri Salernitani, 31 a Salerno.
L’argomento è centrale nel dibattito sulla nuova medicina e il nuovo confronto medico- paziente. Il medico moderno rifugge l’immagine di unico detentore della verità e le nuove forme di comunicazione rendono il paziente sempre più informato e desideroso di conoscere i particolari e di partecipare alle scelte.
Due le sessioni in cui sarà articolata la discussione. La prima, che sarà anticipata da un intervento del presidente D’Angelo, sarà incentrata su due relazioni: “Grembo materno giardino di vita: la comunicazione psicosensoriale feto materno”, di Filippo Maria Boscia, e “Comunicazione, consenso informato, DAT: una riflessione critica”, di Giuseppe Battimelli. Dopo la discussione e una breve pausa, il convegno riprenderà con la relazione “La comunicazione nell’attività formativa del medico”, del direttore del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Salerno, Mario Capunzo, cui seguirà una riflessione del filosofo Giuseppe Acocella, dell’Università di Napoli “Suor Orsola Benincasa”, su “Etica della comunicazione nell’era digitale” e una relazione del direttore di “Salerno Medica”, Bruno Ravera, su “Comunicazione e deontologia medica”.
Le conclusioni saranno affidate al presidente dell’Ordine Giovanni D’Angelo.
Nel corso del convegno verranno illustrare le varie forme di comunicazione che nell’arco della vita e della malattia si dispiegano con precipue peculiarità, a partire dal concepimento e nell’età gestazionale nella espressione di una comunicazione psicosensoriale feto materna e fino al termine della vita. Per quest’ultima evenienza, anche alla luce della recente legge 219/2017 verranno approfondite in una riflessione critica le tematiche del consenso informato e delle disposizioni anticipate di trattamento, alla cui base vi è una fondamentale attività comunicativa. Il passaggio da una medicina centrata sulla malattia, che ha permesso attraverso un lungo cammino la possibilità di prevenire, diagnosticare e curare le patologie, ad una medicina centrata sul paziente, non in contrapposizione con la prima, che ha allargato le finalità dell’indagine clinica, ha richiesto indubbiamente un ripensamento ed un adeguamento dei modelli comunicativi e delle metodologie professionali.