“Il lavoro del pittore non finisce col suo quadro: finisce negli occhi di chi lo guarda”. E negli occhi di chi guarda le opere del pittore napoletano Carlo Cordua, c’è stupore, meraviglia, emozione, perché il Maestro Carlo Cordua è un artista delle emozioni, un pittore di sensazioni, un poeta della natura. Nei suoi quadri, attraverso i suoi paesaggi che ama dipingere, racconta la natura, dove però l’uomo è assente, a sottolineare la sua visione ecocentrica della natura, non antropocentrica che vede la natura al servizio dell’uomo: ” Un albero non deve essere utile perché serve all’uomo, un albero ha valore perché è un albero”, ha spiegato il Maestro Cordua che ha raccontato le sue opere durante la serata organizzata, presso la “Libreria Mondadori” di Antonio Verderame sul Corso Vittorio Emanuele di Salerno, dal dottor Giuseppe Carabetta, pittore e Direttore Artistico del “Festival d’ Arte & Cultura” che si tiene ogni anno nell’antico “Convento di Santa Sofia”, nel Comune di Montecorvino Rovella, come ha ricordato il Sindaco Martino D’Onofrio:” Un Festival che cresce di anno in anno e che sempre riesce a suscitare grandi emozioni”. Da Consigliere Provinciale con Delega all’Edilizia Scolastica, l’avvocato D’Onofrio ha sottolineato l’importanza di diffondere la cultura:” Soprattutto in questo momento particolare bisogna avvicinare i giovani all’arte e alla cultura”. Sicuramente bisogna farlo sin da quando sono bambini, come ben sa il Maestro Cordua :” I miei maestri sono i bambini, perché sono puri, senza pregiudizi: quando ricevo un complimento da un bambino per me significa aver raggiunto il successo. A loro dobbiamo donare la bellezza”.
Il dottor Giuseppe Carabetta, come i tanti presenti, ha ammirato la straordinaria bellezza delle opere del pastellista napoletano: “L’arte è una religione che va rispettata, professata e insegnata alle nuove generazioni”. Nato nel centro storico di Napoli, Cordua lavora tra la sua città, dove vive, Roma e Milano; realizza le sue opere prevalentemente su tele di grandi dimensioni “Mi danno un senso di libertà: posso spaziare con i miei colori”. Cordua è un pastellista, uno dei pochi che ci sono in Europa: nel suo laboratorio di Aversa, immerso nella natura, predilige usare la tecnica del pastello su tela; con dei gessetti morbidi, particolari, dipinge le sue tele: ” Sono oltre 1500 i colori della mia tavolozza che mi consentono di avere varie tonalità”. Naturalmente il Maestro Cordua, nel corso degli anni, ha utilizzato anche altre tecniche artistiche come olio su tela e acrilico. Un uomo dall’animo nobile e dal cuore puro Carlo Cordua che spesso partecipa ad iniziative di solidarietà: con la sua importante mostra intitolata “Qualcosa in più della speranza”, esposta nel 2010 alla “Camera dei Deputati” a Roma ed anche a “Palazzo Pirelli” a Milano, il Maestro Cordua ha dipinto gli alberi in modo oltremodo originale per invitare a riflettere sull’Aids:” Dipinsi 16 opere per rappresentare, attraverso la natura, l’Aids: usando la metafora arborea ho descritto il ciclo della malattia, ma anche l’orizzonte della speranza”. Cordua già da bambino, a nove anni, si è avvicinato al mondo dell’arte: ” Quando frequentavo le scuole elementari, rimasi affascinato dalle opere di un pittore che aveva le vetrine del suo laboratorio – bottega lungo la strada che percorrevo per andare a scuola”. Dopo aver iniziato a frequentare l’Istituto d’Arte, da autodidatta ha imparato l’arte nelle botteghe dei pittori, dei grandi maestri, come si faceva nel Rinascimento, ma anche frequentando i musei:” Passavo delle ore nel Museo di Capodimonte a guardare soprattutto i pittori dell’800 napoletano. A 19 anni sono andato a Parigi dove ho visitato il Museo d’Orsay : sono andato ogni giorno, per oltre dieci giorni; ammiravo le opere di Manet, Cézanne, Sisley, rimanevo estasiato dai colori che usavano gli impressionisti perché per me è molto importante il colore. Nei miei quadri protagonista è il colore più che l’immagine: disegno poco sulla tela, lascio ampio spazio al colore. La mia ricerca è stata sempre orientata verso lo studio del colore, più che al disegno, perché è il colore che dà emozioni, che fa provare sensazioni come quelle che si provano ascoltando una melodia, un brano musicale. La musica, l’arte, la pittura sono terapeutiche: non riesco a dipingere senza ascoltare la musica”. Uno dei colori che il Maestro Cordua usa di più è il blu: ” E’ un colore che amo, che mi affascina, perché è bello ma strano; non è facile da usare, va lavorato molto altrimenti s’incupisce: ecco io da quel colore cerco di far venire fuori la luce, perché il blu è un colore che riflette la luce”. Anche Cordua, come Michelangelo, sostiene che “l’arte è togliere, non aggiungere” e come tutti i grandi artisti, che pur avendo ricevuto il talento della creatività vivono un perenne conflitto, anche Cordua è molto critico con se stesso: ” Mi confronto sempre con i grandi e il mio percorso è sempre in salita”. Cordua in passato amava dipingere en plein air:” All’aperto si colgono tutte le sottili sfumature dei colori: ho dipinto immerso nella natura dei paesaggi della Costiera Amalfitana, di quella Cilentana o della Toscana. Ho assorbito la bellezza di quei paesaggi, ora fanno parte del mio Dna”. Per Cordua dipingere è come respirare:” Attraverso la pittura mi “elevo”. Cordua ha esposto le sue opere in varie gallerie d’Italia e del mondo: a Parigi, in Belgio, in Spagna, in Canada, in Argentina, negli Stati Uniti; ha esposto anche nel Kuwait e nel mitico “Gran Caffè Gambrinus” di Napoli. I suoi pastelli sono nei musei e nelle collezioni private di tutto il mondo: in Giappone, a Budapest, a Cracovia, a Montreal. Ha ricevuto innumerevoli riconoscimenti: nel 2010 è stato anche nominato “Artista dell’anno” al “Circolo della Stampa” di Milano. Tra i suoi progetti futuri c’è una mostra a Roma, il 13 maggio, alla “Fondazione Marco Besso”, in Largo Argentino, ma prima c’è la partecipazione, il 7 maggio, al “Festival di Arte &Cultura” di Montecorvino Rovella, diretto artisticamente dal dottor Giuseppe Carabetta, che vedrà la partecipazione d’importanti artisti del calibro di Carlo Cordua. Sono intervenuti alla serata anche il Consigliere Regionale Andrea Volpe, la Consigliera Comunale Tonia Willburger e la Presidente della “Società Dante Alighieri” di Salerno , la professoressa Pina Basile. (Foto di Antonio Rinaldi).
Aniello Palumbo