Il paesaggio violato, incontro all’Archivio di Stato.

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Prosegue il percorso di approfondimento sui gradi temi cittadini di Salerno cosa ci resta, incontri sul futuro della città, l’iniziativa di Italia Nostra, Figli delle chiancarelle e Forum cultura di Salerno. Lunedì 18 marzo è il turno dell’Ambiente e del Paesaggio violato, tema tra i più delicati e acuti di una città che è stata oggetto negli ultimi venti anni di un controverso progetto di “riqualificazione” urbana dal forte impatto sul territorio e dall’altrettanto rilevante carattere speculativo. Dal Piano Regolatore di Bohigas al recente PUC, dal Crescent alle innumerevoli cessioni di beni comuni, l’incontro di lunedì, introdotto dalla professoressa Raffaella Di Leo, presidente di Italia Nostra Salerno, affronterà con filmati e materiali l’importante argomento con lo storico Tomaso Montanari che parlerà delle questioni della tutela del paesaggio alla luce dell’Articolo 9 della Costituzione; la docente Giorgia Iovino, geografa all’Università di Salerno; gli architetti Alessandro Visalli e Fausto Martino mentre non mancherà il tema dell’ inquinamento sulla spinosa questione delle Fonderie Pisano con Lorenzo Forte del Comitato Salute e Vita. “Le città non si devono espandere” era la principale linea guida del Piano Regolatore di Oriol Bohigas organizzato per Salerno, una delle migliori idee progettuali avviate su una città meridionale negli anni ’90, totalmente disatteso e inattuato e in gran parte stravolto negli anni successivi dalla pubblica amministrazione salernitana che pure lo aveva promosso.

Il grande architetto catalano immaginava per Salerno una città simile a Barcellona, una piccola città europea che guardava al mare, principale risorsa economica e ambientale del territorio; dove veniva fortemente limitata l’erosione del suolo e dove si privilegiavano gli investimenti immobiliari sulla valorizzazione del patrimonio esistente. Bisognava evitare la ghettizzazione urbana delle fasce più deboli della popolazione, il degrado delle periferie e spostare l’attenzione sulla qualità urbana dei progetti e delle infrastrutture. Soprattutto si voleva evitare che il Piano Regolatore della città diventasse uno strumento di rendite e che la riqualificazione urbana si trasformasse in volano occulto di una grande speculazione. Oggi che si discute del nuovo Piano Urbanistico Comunale, di recente presentato dal Comune di Salerno, diventa quanto mai importante riflettere nel merito di queste scelte e sul futuro della città, considerata la diminuzione della popolazione salernitana e la massiccia erosione di suolo perpetrata in questi anni. Il nuovo PUC mira ad ulteriori interventi pubblici da parte di privati, a nuove varianti, nuovi ospedali e nuovi alloggi privati che rischiano di depauperare ulteriormente il territorio cittadino e di alterare definitivamente l’assetto ambientale e urbanistico della città.