Ogni monaca, secondo la Regola di Santa Teresa d’Avila, avrebbe dovuto avere una cella “modesta e povera, senza superfluità e ornamento, con un letto, un matarazzo di tre lecine di lana, un boffettino e la cascia di noce, un crocefisso di legno di mediocre grandezza, un orologio a polvere (clessidra), due seggie di paglia, un prevolillo cioè scaldino piccolo di noce, un’acqua santa di vetro, una tovaglia, due libri spirituali, un vaso di creta per tenere l’acqua, qualche figura di carta di santo”. Bastavano queste poche cose alle monache di clausura che vivevano all’interno delle loro celle nel Monastero delle Carmelitane Calzate di San Giuseppe di Fisciano fondato nel 1691 dalla Venerabile Madre Serafina di Dio. A raccontarlo nel suo libro: “Il Monastero Carmelitano di San Giuseppe in Fisciano”, edito da “Gutenberg Edizioni”, è stato lo scrittore salernitano Antonio Schiano di Cola, Luogotenente della Guardia di Finanza in congedo, autore di numerosi libri che raccontano la storia del nostro territorio.
Il pregevole testo è stato presentato nel giardino del Monastero di Fisciano da : Padre Michael Farrugia, Procuratore Generale dell’Ordine Carmelitano; dall’architetto Nicolino Farese, storico, e dall’Arcivescovo Metropolita di Salerno – Campagna – Acerno, Monsignor Andrea Bellandi, dopo i saluti di Madre Maria Regina Dell’Eucarestia, Priora del Monastero, che ha ringraziato l’autore: ” Con questo libro, tutte le nostre consorelle, da lassù saranno orgogliose di noi” e della dottoressa Antonella Cocurullo, presidente del “Rotary Club Salerno Nord dei Due Principati” che insieme al Past President del Club, Vittorio Villari, ha fortemente voluto che si pubblicasse il libro sul Monastero di San Giuseppe, finanziandolo con il contributo dei soci: ” Abbiamo voluto sostenere questa importante opera che fa conoscere lo storico Monastero di San Giuseppe ed anche per sostenere, attraverso il ricavato delle vendite del libro, l’opera meritoria delle suore”. Il libro ha ricevuto il patrocinio del Comune di Fisciano, nella persona del Sindaco Vincenzo Sessa, della Pro Loco Fiscianese, presieduta dal dottor Donato Aliberti, dell’Arcidiocesi di Salerno Campagna Acerno, retta dall’Arcivescovo Monsignor Andrea Bellandi e naturalmente dall’Ordine Carmelitano rappresentato da Padre Michael Farrugia, di origini maltesi, che nel suo intervento ha spiegato che l’Ordine Carmelitano conta più di 800 monache in tutto il mondo e che il sito su cui sorge il Monastero di San Giuseppe di Fisciano assomiglia al Monte Carmelo che si trova nell’Alta Galilea, in Israele:” Il Monte Carmelo ci ricorda il Profeta Elia e Maria, la Madre di Dio”. Padre Farrugia ha spiegato che la Regola del Carmelo è costruita sulla contemplazione della parola di Dio, sulla fraternità e sulla diaconia ossia la funzione assistenziale dei diaconi:” I conventi erano costruiti rispettando la Regola del Carmelo: il centro del Monastero è la chiesa, intorno c’è la vita quotidiana. In questo Monastero di carmelitane si respira un profumo di preghiera, di fraternità, di accoglienza e di contemplazione ”. L’architetto Nicolino Farese, che ha collaborato con Antonio Schiano alla stesura di altri libri storici, ha illustrato il complesso monastico e ricordato il benefattore Biagio Aversa: ” Decise di donare la sua casa con giardino, in contrada Isolella, con la finalità di erigervi un conservatorio”. Lo storico Farese ha presentato le tantissime opere d’arte custodite nel Monastero, molte del pittore Michele Ricciardi e altre ugualmente importanti del Maestro Matteo Chiarelli. Farese ha parlato anche delle famiglie facoltose del circondario: ” Siniscalchi, Negri, Pastore e Farina, che nel Settecento e nell’Ottocento, potendo disporre della necessaria dote, mandarono le figliuole a monacarsi”. Monsignor Andrea Bellandi, che ha scritto la presentazione del libro, ha sottolineato l’importanza del Monastero :” Un luogo di contemplazione, di centralità della parola di Dio, di fraternità, di accoglienza, dove c’è una comunità di donne con i piedi per terra e gli occhi verso il cielo, la cui vocazione è stata una scelta vissuta integralmente , con entusiasmo e con la capacità di avere un orizzonte ampio”. Monsignor Bellandi ha anche ricordato che attualmente il monastero ospita alcune donne e bambini ucraini:” Questa accoglienza dimostra l’apertura verso l’esterno che si vive in questo Monastero che è pienamente dentro il tessuto sociale del paese, pur mantenendo la propria natura di luogo di preghiera”.
L’autore, Antonio Schiano Di Cola, che tra le tante esperienze vissute nella sua vita ha avuto il privilegio e l’onore, negli anni ’80, di lavorare a Palermo, fianco a fianco, con i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino , ricordati nel suo libro “Destinazione Palermo”, da anni è impegnato nel mondo del volontariato e il suo nuovo libro è nato quasi per caso, proprio in uno dei momenti della sua vita dedicati agli altri, vissuto insieme alla sua consorte Anna Landi:” Tutto è nato quando con Don Biagio Napolitano e con i ragazzi della Parrocchia di Coperchia incontrai, durante un incontro formativo ,le suore carmelitane. Fummo accolti nei locali del parlatorio nel pieno rispetto della clausura, con le monache che, seppur sorridenti e ospitali, parlavano con noi al di là delle grate divisorie. La Priora, considerata la finalità benefica dell’iniziativa di pubblicare il libro sul Monastero, mi autorizzò a consultare i volumi e gli antichi documenti custoditi nell’Archivio del Monastero” – ha raccontato Antonio Schiano di Cola che per scrivere il libro ha studiato anche i testi e i documenti custoditi nell’Archivio di Stato e nell’Archivio Diocesano di Salerno. Il Past President Vittorio Villari, Maestro del Rame, in nome del Club, presieduto dalla dottoressa Cocurullo, ha donato a Monsignor Bellandi e a Padre Farrugia, due sue opere, realizzate su foglia di rame serigrafata, raffiguranti l’immagine di “San Giuseppe con il Bambino” tratta da una tela settecentesca di autore ignoto che è custodita nel Monastero e che campeggia sulla copertina del libro di Antonio Schiano di Cola. (Foto di Nunziante Marciano).
Aniello Palumbo