E’ tempo di cambiamenti per il Maiori Music Festival che si trasforma in Maiori Festival. Una realtà culturale molto giovane che, durante questo anno di Pandemia, si è interrogata sul proprio futuro e ha sentito forte l’esigenza di un rinnovamento che mettesse al centro la persona e la scoperta dei valori identitarii, calandola nella comunità intesa come territorio da valorizzare, tutelare e salvaguardare. Un cambiamento che parta dall’individuo in grado di influenzare positivamente la società di cui fa parte attraverso un processo di condivisione e partecipazione attiva per rinascere più forte e creare le premesse per un progetto comune. Il Festival, dunque, vuole svolgere la funzione di “collante culturale”, essere da stimolo per far venire fuori la creatività e il sapere, attraverso azioni diverse da convogliare in iniziative che vadano a potenziare l’offerta territoriale culturale. E tutto questo processo di ripensamenti e nuove visioni ha portato a focalizzare l’attenzione organizzativa attorno a quattro aree principali: arte, cultura e tradizioni; enogastronomia; formazione, educazione e innovazione; natura e benessere.
“Quindi la programmazione degli eventi seguirà queste linee già tracciate che saranno strettamente legate al territorio locale ricco di storia e di arte, di tradizioni, profumi e sapori – afferma il direttore artistico Salvatore Dell’Isola -, Maiori fonda ogni singola radice su un patrimonio inestimabile, un armonioso connubio tra antico e moderno. Cos’è un territorio, se non un viaggio che ripercorre secoli di storia, di generazioni e di testimonianze tra meraviglie e bellezze come quelle che ancora oggi sono preservate? Potremmo partire raccontandovi di chiese, torri, palazzi storici e monumenti di grande interesse e valore che gli abitanti del luogo conservano accuratamente, per poi giungere alle pregiate pennellate dei cosiddetti “Pittori di Maiori” o di chi ancora oggi custodisce la tradizione dell’arte presepiale. Potremmo parlarvi della ricchezza dei sapori della cucina tradizionale e delle fragranze che si fanno spazio tra i quartieri più antichi, del limone sfusato che i “contadini volanti” custodiscono con cura e amore nei propri limoneti come farebbe un gioielliere con il suo oro. O della regina della pasticceria locale “a mulegnane ca ciucculata” la melanzana con la cioccolata, un trionfo di succulenta bontà che non sarebbe potuto nascere in nessuna altra zona del mondo. O, ancora, di Roberto Rossellini che qui, a Maiori, trovò l’ispirazione, i paesaggi e i personaggi presi dalla strada per i suoi capolavori del neo realismo. Non possiamo sorvolare sull’antichissima tradizione della musica popolare scandita dal suono battente della “tammorra” intimamente legata al Santuario della Madonna dell’Avvocata o della modellazione della cartapesta che tiene viva la tradizione del Gran Carnevale”. “Però, – continua il direttore artistico -, per la narrazione dei contenuti che hanno le radici ben piantate nella tradizione, ci siamo avvalsi della moderna tecnologia attraverso la realizzazione e la messa in onda su i social media di un video spot che, attraverso le immagini, racconti la nuova idea del festival e un moderno logo che trasmetta il cuore pulsante di ciò che sarà, cioè la persona al centro di un progetto comune in cui chiunque possa sentirsi parte. Spicca infatti la scritta IO centrale. La “i” rappresenta una persona e la “o” formata da tanti piccoli tasselli che creano l’effetto domino, a dimostrazione di come un piccolo gesto possa condizionare positivamente tutti, dando origine ad un grande cambiamento. Il logo è delicato, equilibrato e semplice con linee che donano armonia a tutto il disegno. IO Festival, IO arte, IO natura, IO enogastronomia, IO cultura è l’obiettivo che ci accompagnerà in questa nuova idea di Festival”.