“Il Consiglio dei Ministri, su proposta del titolare del dicastero della Cultura, Dario Franceschini, ha istituito il “Dantedì”: il 25 marzo sarà la giornata dedicata al poeta Dante Alighieri. Ricordiamo che nel 2021 si celebrerà il settecentenario della morte di Dante”. A ricordare questa importante notizia è stata la professoressa Pina Basile, docente presso l’Università di Salerno, Presidente del comitato salernitano della “Società Dante Alighieri” che – come lei stessa ha ricordato – ” E’ stata fondata nel 1889 da Giosuè Carducci con lo scopo di diffondere la lingua italiana nel mondo”. La professoressa Basile ha tenuto, una Lectio Magistralis su Dante, presso la sede del “Circolo Unione Sportiva Vietrese”, presieduto da Pasquale Mola, nell’ambito degli “Incontri di Cultura” organizzati dai direttori artistici dell’associazione culturale vietrese “La Congrega Letteraria”, Antonio Gazia e Alfonso Vincenzo Mauro, con il sostegno dell’Amministrazione Comunale, nelle persone del Sindaco, Giovanni De Simone, e dell’Assessore alla Cultura, Antonello Capozzolo.
A introdurre la relazione e a leggere il ricco curriculum della professoressa Basile è stata la professoressa del “Liceo Alfano I”, Rossella Nicolò, che ha approfondito il tema dell’esilio.” E’ presente in tutta la storia della letteratura italiana e mondiale. Esilio che è sempre stato usato come strumento di punizione, anche nel caso di Dante che fu condannato all’esilio nel 1302 dal Podestà di Gubbio con l’accusa di baratteria, equiparabile al reato di corruzione politica dei nostri tempi ”. La professoressa Basile che da anni organizza a Salerno l’importante Festival “Dante Senza Frontiere” al quale partecipano importanti nomi della cultura italiana e tantissimi giovani delle scuole del territorio salernitano, ha ricordato che Dante è nato nel 1265 :”Il nonno materno, Durante degli Abati, da cui ha preso il nome, era un ricco notaio di Firenze. All’età di cinque anni muore la madre e Dante viene cresciuto soprattutto dai nonni paterni. A nove anni incontra Beatrice che sarà la donna guida della sua attività poetica. Il padre di Dante stipula un contratto di matrimonio tra Dante, che aveva solo 12 anni, e Gemma Donati, ricevendo in dote trecento fiorini. All’età di 20 anni, nel 1285, Dante è quindi costretto a sposarsi. Nel 1290 muore Beatrice, Dante cade in forte depressione e si rifugia negli studi filosofici”. La Basile ha ricordato le opere di Dante :” La prima opera scritta da Dante è “La Vita Nova” nella quale ripercorre idealmente la storia del suo amore per Beatrice della quale esalta le qualità: la gentilezza, l’onestà e l’umiltà. Dante parla anche dell’innamoramento: “ è una dolcezza che entra dagli occhi, arriva al cuore e fa sospirare l’anima”. La professoressa Basile ha fatto emergere la straordinaria modernità di Dante che ha scritto un testo universale qual è “La Divina Commedia”: ” Dante riesce a parlare ancora a milioni di persone, a generazioni di giovani”. Dante è stato tradotto in tutte le lingue del mondo e in tantissimi dialetti italiani. Anche la professoressa Basile nel suo libro “ La Divina Commedia in dialetto calabrese”, ha curato un manoscritto dell’800 di Salvatore Scervini dal quale ha letto alcuni brani. La professoressa Basile ha spiegato che attraverso la lingua Dante ha contribuito a unificare il nostro Paese e raccontato i momenti di nostalgia del pellegrino Dante per la lontananza da Firenze: ” Dante morì di malaria a Ravenna, nel 1321, all’età di 56 anni”. (Foto di Edoardo Colace). (pubblicato su “Il Quotidiano del Sud”). Aniello Palumbo