Il Gabbiano di Cechov, Massimo Ranieri torna al Teatro Verdi da giovedì 31 a sabato 2.

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TEATRO MUNICIPALE “GIUSEPPE VERDI” di Salerno
                            STAGIONE DI PROSA 2018-2019
                             
                           sezione GRANDE TEATRO
          
 
      da giovedì 31 gennaio a sabato 2 febbraio (ore 21)
                                                       e
                      domenica 3 febbraio (ore 18.00)

 

MASSIMO RANIERI

in

IL GABBIANO

di Anton Čechov

con

CATERINA VERTOVA

PINO TUFILLARO

FEDERICA STEFANELLI

MARTINA GRILLI

FRANCESCO IACOPO PROVENZANO

scene e costumi UMBERTO BERTACCA

musiche HARMONIA TEAM

disegno luci MAURIZIO FABRETTI

adattamento e regia di

GIANCARLO SEPE

Un affascinante incontro fra due protagonisti assoluti del teatro italiano, Massimo Ranieri e Giancarlo Sepe, che per la prima volta insieme metteranno in scena uno dei testi teatrali tra i più noti e rappresentati di sempre: Il Gabbiano di Anton Čechov.

Una grande produzione, un allestimento imponente in un nuovo e rivoluzionario adattamento di Giancarlo Sepe.

La storia di Treplev, scrittore incompreso, del suo amore per Nina, il suo rapporto di odio/amore con la madre Irina, un’anziana e famosa attrice, e poi tutti gli altri splendidi personaggi con le loro intense storie scritte magistralmente dal giovane Čechov, rivivranno in questo originale spettacolo. Una pietra miliare del teatro mondiale in un’inedita grande edizione!

 

 

 

 

Note di regia

 

Alla prima uscita de IL GABBIANO l’insuccesso fu pieno. L’autore già reduce da un altro tonfo alla prima di IVANOV (che si tramutò in un successo in un’altra città), era incredulo, stentava a capire cosa fosse successo.

La sua precoce affermazione con i suoi racconti (amati da Tolstoj). pubblicati in riviste letterarie e no, gli aveva alienato le simpatie della critica che lo tacciava di arroganza e iattanza: Anton faceva una vita ritirata, non frequentava i salotti e faceva il medico, aiutando la povera gente.

Amava più di ogni altra cosa la sua solitudine, arrivò a dire: vorrei incontrare una donna nella mia vita, bella come la luna, e come la luna che si affacci di tanto in tanto, anzi sarebbe meglio che vivesse in un’altra città.

Cechov voleva capire il perché dell’insuccesso de IL GABBIANO e chiama l’unica persona affidabile, un critico musicale di origine francese che non aveva di che essere geloso e rivendicativo, un uomo dalla cultura imperante nella Russia del secolo, la cultura francese, un uomo che conosceva l’eterna armonia dei sentimenti, anche di quelli apparentemente contrastanti, Marcel, questo il suo nome, legge davanti a Cechov il suo testo e alla fine si sprigiona in un’esegesi, un’analisi spregiudicata del testo e la messinscena parte come una emanazione spontanea dalle sue parole che diventano battute del testo e frasi di canzoni meravigliose di cui lui solo ne possiede il segreto interpretativo.

Musica e Cechov un connubio che sa di favola e di miracolo, la commedia arriva a toccare il suo cuore come quando l’aveva scritta.

 

Giancarlo Sepe