Il comune di San Cipriano Picentino è noto per aver ospitato due celebri intellettuali italiani: il poeta Jacopo Sannazaro ed il filosofo Benedetto Croce. Il primo visse circa venti anni nel comune picentino, il secondo dimorò nel palazzo Petroni. La XXXV edizione de’ “’A Chiena”- Intervento co-finanziato dal POC Campania 2014-2020 . Rigenerazione urbana, politiche per il turismo e la cultura. Programma unitario di percorsi turistici di tipo culturale, naturalistico ed eno-gastronomico di portata nazionale e internazionale – , firmato da Antonello Mercurio, chiuderà la sua sezione teatrale Borghi Invisibili, affidata alla creatività e alla regia di Pasquale De Cristoforo, in San Cipriano Picentino. I borghi hanno un fascino particolarissimo, sono pieni di vissuti antichi e vuoti d’abitanti. C’è un gran da fare per rendere loro giustizia e dare alle nuove generazioni una possibilità di riscoprirli nelle loro memorie più antiche.
Ecco, allora, che Domenico Notari, nel suo ultimo racconto fa dialogare due celebri ospiti di San Cipriano Picentino, Jacopo Sannazaro e Benedetto Croce, “Il fanciullin cortese”, in stile Frank Capra. Tra musica e note, firmate dagli studenti del Conservatorio Statale di Musica “G.Martucci” di Salerno, il pubblico sarà accompagnato, intorno alle 21, nel centro storico di San Cipriano, dagli attori Gabriele Bacco, Michela Ventre e Mario De Caro che interpreteranno una breve e lieve drammaturgia dedicata alla luna, agli amori e all’incanto della poesia, dopo l’interpretazione del racconto da parte dello stesso Pasquale de Cristofaro. Domenico Notari ha immaginato un Benedetto giovane alle soglie del suicidio, in una notte d’estate trascorsa in quel di San Cipriano, sconvolto per il lutto che lo aveva annullato appena diciassettenne, ritrovandosi a combattere con l’angoscia devastante di sentirsi un sopravvissuto. Nel luglio 1883, nella sciagura di Casamicciola, Benedetto e suo fratello perdono il padre, la madre e la sorella minore. Mariannina Croce, sua zia, residente a San Cipriano Picentino, si prese cura del giovane Benedetto e di suo fratello minore. La zia aveva sposato Don Francesco Petroni, appartenente ad una famiglia molto importante del posto e in quella stessa casa, il giovane Benedetto compose Canti d’Amore e il Rito dell’Accoglienza Nuziale Sanciprianese, pubblicato a Napoli nel 1884, ma non solo, conobbe anche il suo amore Angelina Zampanelli la compagna a tempo pieno, che merita di esserci proprio per rappresentare l’aspetto improprio di tante donne delle élites, essere valido specchio di coloro che amano e lasciano risplendere. Il giovane Benedetto viene salvato, distolto dall’atto infausto, da un Jacopo Sannazaro ragazzino, altro ospite illustre di San Cipriano che lancia un sasso contro i vetri della finestra di Benedetto e gli fa dimenticare il colpo in canna della pistola. Evocato da Domenico Notari con i versi della I ecloga della sua Arcadia, il Sannazaro dedicò al feudo di sua madre Masella di Santomango, altri splendidi versi: “Vi è tra i monti una valle bellissima sulla quale sovrasta, ergendosi al cielo, la rupe Cerreta”, inclusi in “Quod pueritiam egerit Picentinis”, dove nei silenzi e nelle solitudini di questo agreste soggiorno, probabilmente cominciarono ad affiorare certe inclinazioni malinconiche, rese allora più sottili dal rimpianto di una fanciulla conosciuta e vagheggiata a Napoli, identificabile in Carmosina Bonifacio.