IL DRAMMA DELLE FOIBE RACCONTATO DAL PROFESSOR FULVIO SALIMBENI AL ROTARY CLUB SALERNO 1949

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Furono quasi 10000 gli italiani che, tra il 1943 e il 1947, furono infoibati: gettati in cavità naturali, molto profonde, dell’Istria e del Carso interno. Il 10 febbraio di ogni anno si ricorda questa immane tragedia. Purtroppo abbiamo aspettato 61 anni prima che se ne cominciasse a parlare. Io ancora mi chiedo il perchè”. A porsi questa domanda è il presidente del Club Rotary Salerno 1949, il dottor Vincenzo Caliendo, che per approfondire la storia delle Foibe, ha voluto organizzare l’incontro con il professor Fulvio Salimbeni, già docente di Storia Moderna e Contemporanea presso l’Università di Trieste e di Udine, grazie ai buoni auspici del dottor Raffaele Brescia Morra, Vice Presidente del Club, responsabile della serata, che ha letto il ricco curriculum del professor Salimbeni e ricordato le dimensioni che avevano le foibe: ” Avevano un’imboccatura di 4-6 metri e una profondità iniziale di 256 metri”. Il dottor Salimbeni ha ricordato che oltre agli infoibamenti ci furono anche fucilazioni e gente che annegata, gettata in mare con delle pesanti pietre legate al collo. Salimbeni, ha contestualizzato la vicenda delle Foibe ricordando le tensioni nazionali che esistevano sin dall’800 tra sloveni, croati e italiani, nell’area dell’Adriatico che era una zona plurietnica :” C’era anche una forte componente tedesca e una fiorente comunità ebraica. Ognuna delle varie etnie rivendicava una sua indipendenza e un suo Stato. Da qui nascono tutte le tragedie dell’Europa centro – orientale. La vicenda delle Foibe e dell’esodo è il momento cruciale di tutta questa complessa storia che si svolge per quasi un secolo”. Salimbeni ha raccontato che in seguito agli accordi con gli alleati di Belgrado, del 9 giugno, le forze di Tito si ritirarono da Gorizia, ma conservarono il controllo dell’ Istria e di Fiume :” Fino al trattato di pace del 10 febbraio del 1947 quando si assegna definitivamente alla Jugoslava l’Istria centromeridionale, Fiume e la Dalmazia e il territorio libero della Venezia Giulia viene diviso in Zona A, che comprendeva Trieste e la sua provincia, amministrata dagli anglo –americani,   e la Zona B, con l’Istria, dagli jugoslavi. Con il trattato di Osimo del 1975 si stabilisce definitivamente che la Zona A resta all’Italia e la Zona B alla Jugoslavia ”. Per molti anni questa tragedia dell Foibe è stata tenuta nascosta: “Per ragioni dii politica internazionale non bisognava mettere in difficoltà la Jugoslavia che nel clima di guerra fredda, come leader dei paesi neutrali , svolgeva un ruolo fondamentale. Se né cominciato a parlare solo negli anni ’90 con la fine della guerra fredda e la dissoluzione della Jugoslavia. E’ stata anche istituita una commissione italo – slovena, di cui ho fatto parte, per fare chiarezza su questa vicenda. E’ stata stilata una relazione finale che però, per non creare problemi, è stata tenuta in secondo piano per molto tempo. Sono state anche raccolte testimonianze che sono state pubblicate”. Il professor Salimbeni ha ricordato che anche la sua famiglia è stata coinvolta in questa vicenda:” Mio padre Gustavo era stato catturato dagli jugoslavi. Si è salvato solo grazie all’arrivo degli anglo – americani a Trieste”. Bisognerebbe curare molto l’insegnamento della Storia Contemporanea tra i giovani, soprattutto la storia del ‘900, affinché non si dimentichino queste tragedie”.

Aniello Palumbo