Nonostante gli ingenti investimenti di milioni di euro per la ristrutturazione dei campi sportivi “De Gasperi” e “Settembrini”, lo stato di degrado e malfunzionamento degli impianti sportivi a Salerno è sotto gli occhi di tutti. Una situazione che, invece di migliorare, sembra aggravarsi ogni giorno, sollevando interrogativi sull’incapacità dell’amministrazione comunale di gestire adeguatamente strutture fondamentali per il benessere dei cittadini e delle numerose famiglie coinvolte nello sport.
I problemi non riguardano solo l’aspetto strutturale. La situazione critica dei dipendenti comunali impiegati nella gestione degli impianti sportivi sta raggiungendo livelli insostenibili, come denunciato dalla Csa Salerno. La cronica carenza di personale sta costringendo i lavoratori a coprire turni straordinari non retribuiti, con gravi ripercussioni sulla loro sicurezza e su quella degli utenti. Malgrado le ripetute richieste di incontro da parte dei sindacati ai vertici comunali – inclusi il sindaco, il direttore del personale e il dirigente del settore impianti sportivi – il silenzio delle istituzioni continua, lasciando senza risposte problemi urgenti e trascurati.
Il degrado delle strutture sportive non è più una questione ignorabile: impianti sporchi, mal mantenuti, con evidenti carenze di sicurezza, sono diventati la norma. Eppure, la cittadinanza sembra distogliere lo sguardo. Dove sono le famiglie salernitane, quelle stesse famiglie i cui figli praticano sport in impianti fatiscenti? Perché non si alzano voci di protesta?
Al campo sportivo “Settembrini”, per esempio, i ragazzi hanno dovuto rinunciare per giorni a una doccia calda dopo gli allenamenti a causa di guasti alle caldaie che, stranamente, si verificano sempre dopo le ore 20. E che dire di quella domenica mattina in cui, per far disputare una partita di calcio, è stato necessario andare a casa di un dipendente comunale per recuperare le chiavi del campo sportivo? Un episodio che rasenta l’assurdo e che rivela la disorganizzazione e l’indifferenza che permeano la gestione pubblica.
Non va meglio per le piscine comunali, ormai ridotte a uno stato di abbandono totale. Strutture che una volta rappresentavano un punto di riferimento per la comunità sportiva, oggi giacciono in un degrado inaccettabile, mettendo a rischio non solo la pratica sportiva ma anche la sicurezza degli utenti.
È chiaro che le cause di questo disastro gestionale sono molteplici: una combinazione di inefficienza amministrativa, disinteresse politico e mancanza di risorse adeguate. Tuttavia, una cosa è certa: senza un intervento deciso e continuativo da parte di tutte le componenti interessate, la situazione non potrà migliorare.
La domanda rimane, però, inalterata: dove sono le famiglie salernitane? Questi disservizi colpiscono principalmente loro, eppure nessuno si mobilita. Nessuna manifestazione, nessuna protesta organizzata, neppure quando le condizioni degli impianti minano il diritto dei giovani a praticare sport in ambienti sicuri e dignitosi.
Salerno, una città che ha dimostrato in passato la propria forza, sembra oggi rassegnata a un declino inaccettabile. Ma fino a quando potrà tollerare questo stato di abbandono? Le famiglie, pilastri della nostra comunità, devono farsi sentire, perché senza di loro, senza la loro voce, la speranza di un cambiamento reale resterà un miraggio lontano.