“ Dante ha costruito il suo Poema quasi come se lo avesse scritto al computer: ha creato uno schema perfetto, all’interno del quale ha inserito i suoi personaggi e le parole giuste con richiami ipertestuali. Tutto è preciso!”. A spiegare come Dante ha scritto la “Divina Commedia” è stato il professor Mario Aversano, già docente di Italiano e poi Preside in vari licei , uno dei più importanti dantisti italiani, che da circa sessant’anni studia Dante, durante la serata organizzata dal parroco della Chiesa di Sant’Eustachio, Don Nello Senatore, insieme ai cinque Club Rotary della città: “Rotary Club Salerno Duomo”, “Rotary Club Salerno a.f.1949”, “Rotary Club Salerno Est”,” Rotary Club Salerno Nord dei Due Principati”, “Rotary Club Salerno Picentia”, presieduti da Vincenzo Abate, Maria Rosaria Lombardi, Marilena Montera, Antonella Cocurullo, Raffaele Napoli, al Rotaract Salerno Duomo, presieduto da Rosaria Flora Ferrara, e all’Associazione “Novi Gaudentes”, presieduta da Domenico Stanzione, per rendere omaggio alla Madonna in occasione della festività dell’Immacolata “ Abbiamo voluto approfondire il XXXIII Canto del Paradiso dove c’è l’esaltazione di Maria: l’intuizione di Dante di chiamarla Vergine Madre, figlia del tuo figlio, ha una connotazione teologica straordinariamente importante” ha spiegato Don Nello all’inizio della serata che è iniziata con i giovani della parrocchia: Carlo Milone, Giorgia Carotenuto, Maria Grazia Della Porta e Ferdinando Maiorano che hanno letto alcuni versi delle tre cantiche della Divina Commedia. Tre versioni dell’Ave Maria: di Schubert, di Gounod e di Cassini, sono state eseguite dal duo pianistico “Ermeth” con i Maestri Anna Maria Muzzillo e Ferdinando Botta. A concludere la serata sono stati i giovani componenti del coro “Dolci Note”, della parrocchia, diretti da Carmen Bevilacqua e Carolina Aversa che, nel teatro della parrocchia, hanno interpretato dei tradizionali canti mariani.
Il professor Aversano , ha spiegato che per comprendere Dante e la “Divina Commedia”, è necessario utilizzare il metodo della “Semiosi obbligata”, che lui impiega sin dagli anni ’80, basata su alcuni principi fondamentali:” Non possiamo spiegare Dante e le sue parole se non andiamo alle fonti, ai modelli, che sono soprattutto quelli della Bibbia, della Patrologia Latina e anche dei classici latini che Dante però giudica alla luce della Fede Cristiana: questa interpretazione, legata ai punti di riferimento esterni, si chiama intertestualità; bisogna inoltre spiegare “Dante con Dante”, cercando quello che oggi si usa chiamare intratesto: bisogna scorrere tutto il testo del Poema e tutta l’opera di Dante; è necessario inoltre servirsi della statistica: contando quante volte e in quali luoghi, certe parole, certi concetti ricorrono. Solo in questo modo possiamo capire Dante. Fino ad oggi, anche i primi versi della Commedia “Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita”, non sono stati capiti perché non si è andati alle fonti e quindi è sfuggito il vero significato delle singole parole e quelle che sono state le allusioni di Dante che si è smarrito dopo la morte di Beatrice; ha cominciato ad allontanarsi dalla Fede Cristiana ed ha anche pensato al suicidio. Lo desumiamo, in particolare, da alcuni versi del I Canto del Purgatorio ”. Il professor Aversano che ha riproposto come leggere la Commedia nel suo libro “Dante poeta della Pace”, edito da “Genesi Editrice”, si è soffermato in particolare sul XXXIII Canto del Paradiso:” Il Canto si apre con la preghiera alla Vergine che San Bernardo rivolge a Maria: la Vergine è presente sempre, sin dall’inizio, nella “Divina Commedia” che è poema mariano per eccellenza”; e che la “Divina Commedia” è il “Poema della Pace”: “ La Madonna è emblema di Pace: è colei che ha portato la Pace tra il Cielo e la Terra generando il Figlio. Il tema della Pace attraversa tutto il Poema”. Il dantista ha anche spiegato che all’interno del Poema abbiamo tre teologie: “Quella morale di Virgilio, quella razionale di Beatrice e quella mistica di San Bernardo” ed anche perché Dante è ancora così attuale e può affascinare i giovani se proposto in modo nuovo:” Perché i giovani sanno apprezzare la bellezza estetica e i valori umani e spirituali. Dante è un autore morale. La Divina Commedia è un galateo che insegna a vivere”. (Foto di Anna Sorrentino). (Pubblicato su “Il Quotidiano del Sud” edizione di Salerno).
Aniello Palumbo