“Tanti in questo tempo di pandemia, hanno imparato a cucinare, tanti hanno imparato ad amare la cucina, tanti hanno imparato ad amare attraverso la cucina, perché quando si cucina, si cucina per qualcuno o per qualcosa, altrimenti si sta solo preparando da mangiare. Soprattutto durante il primo lockdown, abbiamo esorcizzato quel momento di chiusura attraverso l’immaginazione di qualcosa di diverso, che ci facesse traslare in una dimensione diversa che era quella del cucinare , non per mangiare, ma per poter imparare ad amarsi ed esprimersi attraverso la cucina perché ognuno di noi sa che quando si cimenta nella preparazione di un piatto il risultato di quel piatto dà una gratificazione che non ha prezzo. In qualche modo le nostre difese immunitarie sono state attivate attraverso l’immaginazione e le emozioni che producono le endorfine, la serotonina, la dopamina, che sono elementi vitali per il nostro vivere quotidiano e che portano al pensiero positivo”. A spiegare come la cucina possa in qualche modo curare l’anima è stato il professore onorevole Guido Milanese, noto neuropsichiatra salernitano, che ha partecipato all’incontro “Il cibo come cura dell’ansia al tempo del Covid”, organizzato su piattaforma dalle associazioni “Parco Storico Sichelgaita” e “Hortus Magnus”, presiedute dalla professoressa Clotilde Baccari Cioffi, e “Soroptimist International” di Salerno, presieduta dalla professoressa Giulia De Marco.
Durante la serata è stato presentato il progetto “# Io resto in cucina”, ideato dal coordinatore dell’associazione culturale “Amici dell’Arco Catalano, il dottor Ferdinando Cappuccio, già presidente dell’Enoteca Provinciale di Salerno, che durante il periodo di lockdown, insieme ai soci del sodalizio, ha raccolto in un piccolo volume tutti i piatti da loro preparati e fotografati:” Piatti cucinati in casa, della tradizione familiare e salernitana, ma non solo”. Il dottor Cappuccio, dopo la lettura di alcuni brani di tesi antichi di cucina recitati da Pina Russo, ha anche annunciato che a breve sarà pubblicato un libro sulle ricette tradizionali salernitane e delle zone limitrofe:” Sulla falsariga di quello di Achille Talarico, del 1968 che contiene 622 ricette ed è introvabile”. Il dottor Guido Milanese ha spiegato che tutti, in questo periodo, stiamo vivendo un’ansia esistenziale:” E’ l’ansia di non saper cosa accadrà nel nostro futuro. Lo stress non è altro che una giusta equazione tra ciò che uno spende in termini di energia e ciò che riceve in termini di gratificazione. Nel primo lockdown avevamo visto la gratificazione dell’estate, e quindi il sacrificio, l’energia che mettevamo in campo nello stare chiusi in casa, era un’energia finalizzata; oggi invece ci troviamo di fronte ad una situazione in cui qualsiasi cosa noi mettiamo in campo in termini di energia non riusciamo a dare a noi stessi la risposta di una certezza della finalizzazione delle nostre energie. Io dico sempre ai giovani che forse noi della nostra generazione abbiamo fatto sacrifici maggiori, ma avevamo la certezza che i nostri sacrifici avrebbero avuto un riscontro: ad ogni sacrificio corrispondeva la certezza di un risultato. Oggi invece i nostri giovani, pur con un sacrificio ridotto rispetto al nostro, hanno l’incertezza del futuro: ed è questo che li rende fragili. Oggi quest’incertezza del futuro ha abbracciato l’intera umanità. Tutto questo ha reso ancora di più difficile il nostro vissuto attuale perché lo rende non solo ansiogeno, ma anche depressogeno”. (Locandina realizzata da Gennaro Saviello).
Aniello Palumbo