Quando nel 2015 era stato inaugurato il Caffè 21 marzo, attività a Battipaglia all’interno di un bene confiscato alla camorra, era intervenuto Don Luigi ciotti di Libera.
Lo aveva definito come il “bar della speranza”, per il forte significato simbolico che aveva, soprattutto in un territorio, come quello di Battipaglia, con la presenza di un numero record di beni conquistati.
Vi avevano trovato lavoro anche ex detenuti, con una cooperativa sociale che ne gestiva la struttura, alternandosi nel servizio al banco e nella organizzazione di iniziative culturali o momenti di aggregazioni.
Quando lo scorso aprile 2018 era scaduta la convenzione per la gestione della struttura si sperava che l’amministrazione di Battipaglia potesse intervenire celermente con l’emissione di un nuovo bando che consentisse una rapida riapertura del locale.
Così non è stato e, a distanza di mesi, in via Generale Gonzaga a Battipaglia le saracinesche rimangono ancora abbassate, tra lo sconforto di tutti coloro che avevano creduto nell’esperimento sociale e tra coloro che ne avevano apprezzato gli eventi diventando consumatori affezionati e frequentatori abituali.
La speranza è che finalmente l’amministrazione possa procedere entro la fine dell’anno almeno alla pubblicazione del bando. Tanti altri sono gli immobili che potrebbero essere riaperti e restituiti alla comunità e quello del Caffe 21 marzo si è dimostrato, nel tempo, un esperimento positivo da recuperare e, anzi, replicare.