Venerdì 31 luglio alle ore 19,00 al Porto di Acciaroli, Pollica (Sa) si terrà l’inaugurazione della VI Edizione di “Porto D’Arte Contemporanea” che arricchirà il borgo cilentano per tutta l’estate fino a settembre. Ospiti di questa nuova edizione, ideata da Valerio Falcone, appoggiato dal Sindaco di Pollica Stefano Pisani, saranno gli artisti Federica Limongelli e Gino Quinto. L’evento che è il primo di questo genere in Europa, fin dalla nascita ha il Matronato del Museo Madre – Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee di Napoli e il Patrocinio della Fondazione Plart, di AMACI, della Regione Campania, della Provincia di Salerno e del Comune di Pollica, come ogni anno si svolgerà in tre sedi diverse: il Porto di Acciaroli, Palazzo Vinciprova a Pioppi, e Palazzo Principi Capano di Pollica. Un modo di portare l’arte, e di farla fruire in modo naturale, nei luoghi frequentati dai cittadini e dai turisti, Questa forma abbastanza anomala di Museo di Arte Contemporanea, un Museo “diffuso” a cielo aperto, ha come finalità quella di promuovere le forze creative dell’area campana e di quella mediterranea che la accoglie. Proprio per la particolarità di questo progetto, infatti, il Porto d’Arte Contemporanea ambisce ad essere il punto di riferimento artistico-culturale dell’Area del Mediterraneo facendo da rete di collegamento creativa in questa zona geografica Nelle precedenti edizioni hanno partecipato a questa importante manifestazione molti dei più grandi artisti, critici, galleristi ed intellettuali di fama mondiale che hanno conferito a questo progetto uno status ed una dimensione di elevato spessore internazionale.
Federica Limongelli che è nata a Novi Ligure (AL), ma vive e lavora a Caserta, sviluppa i suoi progetti attraverso l’uso di diversi linguaggi artistici, come pittura, digital painting, incisione calcografica e disegno . La sua ricerca si inserisce nella tematica dell’arte nel sociale; l’artista rilegge, in particolare, la nuova forma di disagio della condizione femminile laddove, nella polverizzazione dei rapporti umani e sociali, la donna finisce per essere, ancora troppo spesso, vittima de pregiudizi sociali. Gino Quinto vive e recupera a Napoli come lui stesso suggerisce, la sua attenzione è rivolta agli oggetti abbandonati alla realtà consumata e dimenticata nei depositi e quella ammassata nelle zone di attesa agli angoli della città; questa la realtà dalla quale l’artista attinge, con la specifica ricerca di oggetti, giocattoli restituendo utilità all’oggetto di consumo, dando al disutile una nuova forma estetica e artistica.
Aniello Palumbo