I Vescovi della Campania chiedono azioni comuni per i migranti.

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Immigrazione: oltre 3.300 in arrivo tra Sicilia e CalabriaLa situazione fuori controllo della Libia, luogo dal quale si verifica la gran parte delle partenze, sta contribuendo fattivamente a incrementare gli sbarchi, in questa prima metà del 2015, fino a rendere questa annata ancora più feconda di arrivi. Secondo i dati del Viminale, infatti, rispetto allo scorso anno, solo il primo bimestre del 2015 si sono registrati ben 7.882 sbarchi, il 43% in più rispetto al 2014, quando furono contate 5.506 presenze.

Gli immigrati che si contano nelle strutture d’accoglienza (temporanee, centri d’accoglienza e per richiedenti asilo, posti Sprar) sono attualmente 67.128. Le presenze più numerose si registrano in Sicilia (13.999 persone, pari al 21% del totale nazionale). Seguono Lazio (8.490, pari al 13%), Lombardia (5.863, il 9%) e Puglia (5.826, il 9%). Ben 37mila presenze poi si trovano nelle 1.657 strutture temporanee diffuse nella penisola.

Il direttore di Frontex, l’Agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea, Fabrice Leggeri, aveva previsto questa ondata di sbarchi dal Nord Africa, senza escludere la eventuale presenza dell’Isis, mascherata col traffico dei migranti in Libia. Ci sono, secondo le fonti di Frontex tra 500mila e 1 milione di migranti pronti a partire dalla Libia. Una terza parte dei migranti che sono stati accolti in Italia è distribuita in due regioni: Sicilia e Lazio, che ospitano rispettivamente il 22% e il 12% dei 73.883 totali. Gli altri sono distribuiti in alcune regioni del nord. Necessita, secondo Alfano, una equa distribuzione di migranti nelle Regioni e nei Comuni d’Italia.

Ancor più si avverte, comunque, il bisogno che gli stessi vengano più opportunamente distribuiti in tutto il territorio europeo. “Se andrà in porto il piano di equa distribuzione dei migranti negli Stati europei, sostiene Alfano, è un clamoroso successo italiano, un successo giusto. Ma non possiamo chieder l’equa distribuzione all’Europa e non farla in Italia, il Sud e la Sicilia hanno già pagato troppo”.

Il Santo Padre, in occasione della ricorrenza del decimo anno dell’Associazione “Scienza e vita” ha detto: “E’ attentato alla vita lasciar morire i nostri fratelli sui barconi nel canale di Sicilia”. In altra circostanza ha ribadito:” Migranti e rifugiati non sono pedine sullo scacchiere dell’umanità”. Ha invocato “un reciproco aiuto tra i Paesi”, indispensabile per combattere i pregiudizi e i timori fra esseri umani. Il Santo Padre paragona la condizione del migrante a quella della Sacra Famiglia. “Gesù, Maria e Giuseppe hanno sperimentato che cosa significhi lasciare la propria terra ed essere migranti: minacciati dalla sete di potere di Erode, furono costretti a fuggire e a rifugiarsi in Egitto”. Il Papa chiede di cambiare atteggiamento nei confronti dei migranti. “Non di rado, dice, l’arrivo di migranti, profughi, richiedenti asilo e rifugiati suscita nelle popolazioni locali sospetti e ostilità. Nasce la paura che si producano sconvolgimenti nella sicurezza sociale, che si corra il rischio di perdere identità e cultura, che si alimenti la concorrenza sul mercato di lavoro o, addirittura, che si introducano nuovi fattori di criminalità”.

Bisogna “superare pregiudizi e precomprensioni“. Necessita un reciproco aiuto fra i vari Paesi, senza sollevare barriere insormontabili, sostiene Papa Francesco; un aiuto corale è indispensabile lascia intendere il Pontefice poiché “nessun Paese può affrontare da solo le difficoltà connesse a questo fenomeno”.

Rifiuto e discriminazione, i traffici dello sfruttamento, del dolore e della morte si frappongono, dice, alla solidarietà, all’accoglienza, ai gesti di comprensione. “Tuttavia, prosegue, nonostante i problemi, i rischi e le difficoltà da affrontare, ciò che anima tanti migranti e rifugiati è il binomio fiducia e speranza. Essi portano nel cuore il desiderio di un futuro migliore non solo per se stessi, ma anche per le proprie famiglie e per le persone care”. E ancora: “Non si può ridurre lo sviluppo alla mera crescita economica, conseguita, spesso, senza guardare alle persone più deboli e indifese“ (…) Il mondo può migliorare soltanto se l’attenzione primaria è rivolta alla persona, se la promozione della persona è integrale, in tutte le sue dimensioni, inclusa quella spirituale; se non viene trascurato nessuno, compresi i poveri, i malati, i carcerati, i bisognosi, i forestieri”. Occorre procedere secondo una precisa dinamica fa notare Papa Francesco, occorre passare “da una cultura dello scarto ad una cultura dell’incontro e dell’accoglienza“.

Anche la nostra regione e la stessa provincia di Salerno, come tante città in Italia, sono fortemente provate dalla presenza dei migranti; Salerno ha accolto all’inizio del mese scorso ben 650 migranti che erano stati salvati al largo del Canale di Sicilia. La nave della Marina li trasferì allo scalo di via Ligea e da qui furono smistati in tutta Italia. Da Orria, nel Cilento, invece, alcuni immigrati si diedero alla fuga da un centro di accoglienza per raggiungere, molto probabilmente, i propri cari in Europa. Questo dramma umano è, fra l’altro, a cuore dei Vescovi della Conferenza Episcopale Campana.

Mons. Ciro Miniero, presule della Chiesa del Cilento e i Vescovi della Regione Campania, infatti, riuniti in assemblea nei giorni 20 e 21 aprile 2015, dopo essersi raccolti in preghiera per i defunti e loro familiari, hanno emesso il seguente comunicato: “Dinanzi agli ultimi tragici avvenimenti accaduti nel Mare Mediterraneo, che hanno visto la morte di oltre 700 persone tra cui donne e bambini, di fronte alle quotidiane cronache di migranti che, pur sapendo di rischiare la vita, salgono su barconi fatiscenti per raggiungere l’ Europa, chiediamo alle Istituzioni italiane ed europee di non far cadere nell`oblio questa immane tragedia e di assumere ogni utile iniziativa al fine di evitare che si ripetano altre simili stragi. Occorrono azioni comuni e incisive per fermare il vergognoso traffico di esseri umani. Ed é necessario che l’Europa della pace e dei diritti si apra sempre di più all’accoglienza di chi scappa da guerre, persecuzioni, miserie. Ora più che mai bisogna mettere da parte polemiche sterili e guardare in un’unica direzione: la dignità deIl’uomo.”

Emilio La Greca Romano