“Nessuna dieta dovrebbe essere la conseguenza di una scelta estetica, ma dovrebbe essere invece fatta per raggiungere un benessere metabolico”. A parlare di trigliceridi, colesterolo, glucosio, diabete e vitamina D è stata la professoressa Annamaria Guagliardi, enzimologa, docente di Biochimica Clinica all’Università Federico II di Napoli, durante l’incontro organizzato presso la sede del “Circolo Velico di Salerno”, diretto dalla dottoressa Elena Salzano, dalle associazioni culturali “Parco Storico Sichelgaita” e “Hortus Magnus” presiedute dalla professoressa Clotilde Baccari Cioffi. La lezione della professoressa Annamaria Guagliardi, è iniziata con la definizione del termine “nutriente”:” È una molecola che introduciamo con gli alimenti e dalla cui degradazione ricaviamo quell’energia (la produzione di ATP) che ci consente di vivere. I nutrienti sono rappresentati dal glucosio, dagli acidi grassi e dalle proteine”. Dopo aver descritto il ruolo di enzimi ed ormoni, che sono proteine, nella degradazione dei nutrienti per produrre ATP, la professoressa ha parlato degli alimenti dai quali ricaviamo il glucosio:” È il nostro nutriente principale. Lo ricaviamo dai carboidrati semplici: fruttosio, lattosio, saccarosio e da carboidrati complessi come l’amido”. La professoressa napoletana ha spiegato il ruolo della glicemia:” La considerazione che la glicemia (la quantità di glucosio nel sangue) aumenta dopo ogni introduzione di carboidrati ha portato ad analizzare il picco glicemico che si ottiene quando il glucosio è rapidamente assimilato (da evitare) e quello che si ottiene quando il suo assorbimento è più lento (da preferire)”. La professoressa ha spiegato anche che:” La causa più comune di iperglicemia persistente a digiuno, causa di danni cardiovascolari e renali, retinopatie, è il diabete che può essere di tipo 1:il diabete giovanile autoimmune, e di tipo 2: spesso causato da errate abitudini alimentari, scarso esercizio fisico, obesità”. La Professoressa ha focalizzato il discorso sulla prevenzione del diabete di tipo 2:” In tale ambito, il riconoscimento dell’insulino-resistenza (il pre-diabete) diventa fondamentale dal momento che si tratta di una condizione ancora reversibile e troppo spesso ignorata”. La Professoressa ha portato all’attenzione della platea un metodo per la diagnosi dell’insulino-resistenza:” Si tratta dell’Indice HOMA, eseguito facilmente da tutti i laboratori di analisi cliniche ma ancora poco conosciuto dalla popolazione”. L’enzimologa ha parlato anche degli acidi grassi:” Sono nutrienti che otteniamo dalla degradazione dei trigliceridi. Anche il colesterolo è un grasso ma non è un nutriente, cioè non viene utilizzato per produrre energia. Il colesterolo, una molecola prodotta dal nostro stesso organismo, è fondamentale per la salute dal momento che è la molecola da cui derivano tutti gli ormoni steroidei, gli ormoni della riproduzione e dei caratteri sessuali secondari, i sali biliari e la Vitamina D, la vitamina che facilità l’assimilazione del calcio dagli alimenti e lo porta nel sangue”. Dopo aver chiarito che le definizioni “colesterolo buono” e “colesterolo cattivo” sono ormai obsolete e non corrette, la professoressa ha dettagliato la sintesi della Vitamina D a partire dal colesterolo:” Una sintesi che richiede l’esposizione ai raggi B del sole. La sintesi della vitamina D risente di fattori quali la durata/latitudine/longitudine dell’esposizione, colore della pelle, presenza di creme solari, età; tutto ciò giustifica il fatto che la carenza di Vitamina D sia ampiamente diffusa in tutto il mondo, anche nelle zone più calde ad assolate”. La professoressa ha raccomandato di assumere la Vitamina D insieme con la Vitamina K2 necessaria per portare il calcio dal sangue alle ossa:” Impedendo così quelle ipercalcemie che possono causare calcoli biliari e ispessimento delle arterie”. La professoressa ha concluso la sua relazione consigliando di seguire delle semplici “regole del benessere metabolico”:” Rappresentano un aiuto validissimo per vivere in salute: perdere eccesso di peso e svolgere esercizio fisico; adattare l’introito calorico allo stile di vita; dormire bene; attuare una giusta idratazione; ridurre fumo, alcool, zuccheri; consumare cibi a basso indice glicemico e cercare di ridurre lo stress “: A proposito dello stress la professoressa ha consigliato di chiedere ai laboratori di analisi accreditati di eseguire il “Bap Test” per dosare lo stress ossidativo”.
Aniello Palumbo