Per quanto tempo ancora potremo sostenere la fuga dei giovani laureati? Il rapporto annuale 2019 dell’Istat aveva tratteggiato uno scenario allarmante: la Campania ha lasciato andar via circa 100.000 giovani, di cui 50.000 Laureati (nel periodo 2008 – 2017).Stando ai dati, l’offerta di lavoro in Campania per i laureati è 10 punti sotto la media nazionale. Non riuscendo a rintracciare opportunità di lavoro in regione, i giovani campani sono costretti a trasferirsi altrove, preferendo le regioni del centro-nord. Un fenomeno che al momento non sembra potersi arrestare – a parte la parentesi pandemica – e che sortirà effetti a lungo termine sulla ripresa economica della Campania e del Sud. Come è possibile, infatti, aspettarsi un cambio di marcia in termini di sviluppo economico da regioni che ogni anno cedono risorse qualificate?
“La fuga dei giovani laureati rappresenta sicuramente uno dei grandi limiti per la ripresa economica del mezzogiorno e della Campania – afferma Ernesto D’Amato, esperto di risorse umane e occupabilità AD della Radar Academy-. Senza una classe di giovani Manager specializzati, sarà molto difficile per le aziende crescere in un mercato sempre più competitivo. Le Università, in molti casi, non riescono a fornire ai ragazzi le competenze per rendersi appetibili dal mercato del lavoro. Vanno offerte ai neolaureati le competenze pratiche e reali richieste dal mondo del lavoro e supportare le aziende del territorio ad intercettare i profili migliori”.
Ridurre il gap tra le richieste del mondo aziendale e le competenze pratiche dei giovani, quindi, per garantire al territorio una classe Manageriale in grado di guidare lo sviluppo del mondo aziendale nel prossimo futuro. “Come imprenditore del Sud – conclude Ernesto D’Amato– conosco bene le enormi difficoltà riscontrate dai neolaureati nel trovare lavoro. Il mio obiettivo è contribuire allo sviluppo in Italia di una cultura Manageriale innovativa e competitiva. Dobbiamo offrire ai giovani campani l’opportunità di avere una formazione di alto livello e allo stesso tempo spendibile da subito nel mondo del lavoro, senza essere costretti a lasciare la loro terra. E’ questa la sfida dell’occupabilità che anche in Campania deve diventare il driver dello sviluppo e del lavoro”.