I disturbi d’ansia, come riconoscerli, come curarli.

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disturbi_ansiaa cura della D.ssa Giovanna Valente, Farmacista (lauree specialistiche in Farmacia e Farmacia Industriale) iscritta all’Ordine della Provincia di Napoli dal 2011.

L’ansia è una complessa combinazione di emozioni negative che includono paura, apprensione e preoccupazione, ed è spesso accompagnata da sensazioni fisiche come palpitazioni, dolori al petto e/o respiro corto, nausea, tremore interno.

Può esistere come disturbo cerebrale primario oppure può essere associata ad altri problemi medici, inclusi altri disturbi psichiatrici.

L’ansia sembra avere una componente cognitiva, una somatica, una emozionale e una comportamentale.La componente cognitiva comporta aspettative di un pericolo diffuso e incerto. Dal punto di vista somatico, il corpo prepara l’organismo ad affrontare la minaccia (una reazione d’emergenza): la pressione del sangue e la frequenza cardiaca aumentano, la sudorazione aumenta, il flusso sanguigno verso i più importanti gruppi muscolari aumenta e le funzioni del sistema immunitario e quello digestivo diminuiscono. Esternamente i segni somatici dell’ansia possono includere pallore della pelle, sudore, tremore e dilatazione pupillare.

Dal punto di vista emozionale, l’ansia causa un senso di terrore o panico, nausea e brividi. Dal punto di vista comportamentale, si possono presentare sia comportamenti volontari che involontari, diretti alla fuga o all’evitare la fonte dell’ansia.

Il disturbo d’ansia può manifestarsi in un qualunque momento della vita, spesso in corrispondenza di periodi di transizione particolarmente critici o quando ci si trova di fronte a scelte difficili.

A soffrirne sono soprattutto le donne (colpite con una frequenza doppia rispetto agli uomini), gli anziani,persone che hanno vissuto esperienze traumatiche o hanno assistito a eventi drammatici durante l’infanzia.

Persone affette da malattie croniche o che hanno sperimentato una patologia grave (per esempio, un tumore).

Essere stati esposti a una fonte di stress acuto intenso o a stress più modesti.

Avere un profilo psicologico caratterizzato da una scarsa capacità di adattamento agli stimoli esterni e da una spontanea tendenza al nervosismo e alla preoccupazione. Predisposizione su base genetica. Assunzione di sostanze alcol, droghe, farmaci, caffeina, nicotina, che tendono a peggiorare la risposta allo stress e ad aumentare la tendenza all’ansia.

Forme lievi di ansia e stress possono essere attenuate grazie a tecniche di rilassamento più o meno specifiche, che possono andare dai massaggi allo yoga, dalle tecniche di respirazione profonda all’agopuntura. Anche l’ascolto della musica preferita, una nuotata o una passeggiata nella natura possono portare a miglioramenti significativi del livello di tensione.

Si può trovare un aiuto aggiuntivo in alcuni principi attivi di origine naturale in grado di influenzare positivamente la funzionalità dei circuiti nervosi che controllano le reazioni allo stress.

Tra questi, gli infusi di tiglio o camomilla, le tisane di malva, escolzia o valeriana, gli estratti di biancospino o passiflora e miscele di tutte le piante citate sono i rimedi più usati e che danno maggiori risultati.

Quando il medico ritiene che per contrastare la forma d’ansia presente sia necessario ricorrere ai farmaci, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i principi attivi più utili non appartengono alla classe dei tranquillanti, ma a quella degli , in particolare i cosiddetti ssri(inibitori del riassorbimento della serotonina).

Gli SSRI sono farmaci ben tollerati e, di norma, non causano effetti collaterali rilevanti, ma per ottenerne i massimi benefici devono essere utilizzati seguendo attentamente le indicazioni del medico rispetto a dosaggi e tempi d’assunzione.

Per osservare un miglioramento dei sintomi ansiosi è necessario avere un po’ di pazienza perché il loro effetto ansiolitico non è immediato, ma compare in media dopo 2-4 settimane dall’inizio dell’assunzione. Ottenuto il beneficio, poi, il trattamento non va interrotto fintanto che il medico non lo ritenga opportuno. Generalmente, ciò avviene dopo alcune settimane o mesi.

L’abbandono dei farmaci deve essere sempre graduale, con progressive riduzioni della quantità assunta, e monitorato dal medico.

Nella piccola quota di pazienti in cui ildisturbo d’ansia è così intenso da meritare un intervento farmacologico dagli effetti tranquillanti immediati, il medico può prescrivere composti della classe delle benzodiazepine, da assumere per non più di 2-3 settimane insieme agli SSRI, in attesa che si manifesti pienamente l’azione di questi ultimi.

Le benzodiazepine sono farmaci delicati da gestire, poiché associati a un certo numero di effetti collaterali e controindicazioni, oltre che alla possibilità di indurre assuefazione e dipendenza fisica e psicologica. Per evitare un peggioramento dell’ansia, l’interruzione del trattamento con benzodiazepine dovrà essere graduale, con progressive riduzioni di dosaggio.

Esistono, quindi ,diversi modi per contrastare il disturbo d’ansia generalizzata dalle tecniche di rilassamento,alla terapia farmacologica alla psicoterapia.

Spetterà al medico scegliere quello eventualmente combinandoli tra loro, in relazione alla gravità e alla durata del disturbo, alle caratteristiche e all’età del paziente, alla sua disponibilità a impegnarsi nel trattamento e alle attese rispetto agli esiti clinici.