“Un bene confiscato alle mafie che va in malora e non viene riutilizzato è sicuramente un simbolo della sconfitta ulteriore dello Stato”. E’ stato il dottor Antonio Centore , Procuratore presso il Tribunale di Nocera, a sottolineare l’importanza di aggredire i patrimoni delle mafie durante la conviviale rotariana dedicata al ricordo del Giudice Giovanni Falcone a 26 anni da quel 23 maggio del 1992:” Quando il Giudice Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e la sua scorta venivano uccisi in un efferato attentato a Capaci”, ha ricordato il dottor Natalino Barbato, Presidente del Club Rotary Salerno Duomo che ha fortemente voluto organizzare, al Grand Hotel Salerno, in interclub con i Club Rotary: Salerno Nord dei Due Principati (Presidente Michele Galderisi), Rotary Cava ( Bonaventura Trucillo), Rotary Nocera Inferiore Apudmontem (Marco Avallone), Rotary Nocera Inferiore – Sarno (Alfonso Vuolo), Rotary Campagna – Valle del Sele ( Alberto Remolino), e con il Club Rotaract Salerno Duomo presieduto da Raffaele De Simone, una serata dedicata al Giudice Falcone. Il Presidente Barbato ha ricordato che il Rotary opera quotidianamente per la cultura della legalità e della giustizia sociale e sottolineato l’importanza di attaccare i beni delle cosche:” Solo così si creano i presupposti per l’effettiva eradicazione dell’associazione criminale”. Il dottor Centore ha spiegato che c’è una sorta di arretramento della sanzione detentiva penale:” Lo Stato per non perdere credibilità deve orientarsi sullo strumento dell’aggressione patrimoniale. Privare questi criminali dei proventi delle loro attività illecite è il modo migliore per disincentivare questo tipo di attività. Si evita anche di inquinare gravemente l’economia legale”. Secondo Centore è importante promuovere l’attività di confisca del bene: ”Bisognerebbe, magari, mettere una targa sui beni confiscati con il nome del soggetto a cui il bene è stato confiscato, per dare testimonianza che quel bene è stato confiscato ad un soggetto specifico: una sorta di gogna moderna”. A moderare la serata è stato il giornalista Antonio Manzo che ha raccontato la sua esperienza di inviato de “Il Mattino” a Palermo nei giorni dell’attentato a Falcone:” Quello che mi è rimasto impresso è l’odore acre dell’asfalto bruciato dalla bomba che difficilmente dimenticherò. Ma soprattutto non dimenticherò una città in ginocchio, ferita, assassinata nella sua coscienza ma che in quei giorni dimostrò di essere consapevole del dramma che il Paese stava vivendo e iniziò una primavera della riscossa”. Ad introdurre i lavori è stato l’avvocato Alberto Cerracchio, socio del Club Rotary Duomo, che ha spiegato, in modo semplice, il sistema legislativo attuale e come si è arrivati alla confisca dei beni:” Fu nel 1982 con l’approvazione della legge Rognoni – La Torre, dopo l’omicidio di Pio La Torre e dell’autista Rosario Di Salvo, che si dispose la confisca dei beni sequestrati frutto di attività illecite. In questo modo si indeboliscono in modo essenziale le organizzazioni criminali, si afferma in modo concreto e visibile il principio di legalità proprio nei luoghi in cui la mafia aveva affermato il suo potere, si sconfigge il falso mito della invincibilità della mafia”. L’avvocato Cecchino Cacciatore, socio del Rotary Duomo, ha ricordato la figura di Giovanni Falcone : “E’ stata una fonte d’ispirazione per molti di noi: ha dimostrato di essere un magistrato democratico” e parlato delle misure di prevenzione attraverso le quali si sottraggono i patrimoni illeciti alle organizzazioni criminali:” Sono un’efficace strumento di lotta alle mafie. Falcone, nel lontano 1983 scrisse che rintracciare i flussi finanziari significava calpestare le orme delle persone che costruivano i rapporti illeciti”. L’avvocato Cacciatore ha ricordato che anche sul nostro territorio le misure di prevenzione sono state uno strumento efficacie: ” Bisogna però assicurare al processo delle misure di prevenzione lo stesso standard di garanzie che si assicura nel processo ordinario”. Il dottore commercialista Vincenzo Fiocco, socio del Rotary Duomo, ha spiegato qual è la funzione degli amministratori giudiziari nell’ambito del procedimento penale:” Devono custodire i beni sottoposti a sequestro incrementandone ove possibile la redditività” e raccontato la sua esperienza di Amministratore Giudiziario in Calabria: ” Ho gestito circa quaranta aziende tra beni mobili e immobili, conti correnti bancari e quote societarie che facevano parte dei beni confiscati al clan Mancuso di Limbadi dopo il processo Black Money “.Il dottor Riccardo Cristian Falcone, Responsabile beni confiscati Libera Campania, ha spiegato gli obiettivi dell’associazione:” Da quando nel 1996 Libera lanciò una petizione popolare per ottenere una legge che sancisse il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie , proviamo a costruire percorsi d’impegno e di responsabilità sul tema dell’antimafia sociale e sul riutilizzo sociale dei beni confiscati su tutto il territorio nazionale. Quei luoghi che prima erano segni del potere criminale sui territori diventano, anche se con grandi difficoltà, luoghi di speranza, di riscatto, di dignità sia per le persone, sia per quei territori”. Il dottor Falcone ha ricordato che in questo periodo l’associazione Libera sta seguendo il riutilizzo di due beni confiscati nel Comune di Scafati:” Un appartamento e undici ettari di terreno confiscati a Pasquale Galasso che produrranno economia sociale e daranno opportunità di lavoro ai giovani del posto”. Era presente anche la dottoressa Anna Garofalo referente provinciale dell’Associazione Libera Salerno. Il Giovane Presidente del Rotaract Duomo, Raffaele De Simone ha ricordato una frase di Falcone:” La mafia non è affatto invincibile. È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio, e avrà anche una fine”.
Aniello Palumbo