Una rivalita’ che va al di’ del mercato degli smartphone. Fra Apple e Google e’ partita la ‘guerra’ per la caccia a nuovi talenti, i nuovi ‘maghetti’ delle app, quei giovanissimi prodigi del software in grado di creare app per i loro dispositivi mobili. E una guerra a suon di milioni di dollari: Google ha pagato agli sviluppatori di app piu’ di 5 miliardi di dollari lo scorso anno, Apple ne ha pagati 10 di miliardi di dollari nello stesso arco di tempo. Portando a 20 miliardi il totale sborsato da quando ha lanciato l’app store nel 2008.
Per attrarre i piu’ giovani Apple e Google hanno rivisto di recente le proprie politiche per la partecipazione alle loro conferenze annuali degli sviluppatori. Apple nel 2012 ha abbassato l’eta’ minima per partecipare a 13 anni dai 18 anni precedenti, offrendo ai giovani la possibilita’ di ottenere una ‘borsa di studio’ con la quale evitare il pagamento di 1.600 dollari di iscrizione alla conferenza.
Google ha avviato un suo programma per i giovani, ospitando durante la sua ultima conferenza degli sviluppatori 200 giovanissimi fra gli 11 e i 15 anni di eta’ per una mezza giornata, per introdurli agli strumenti di base usati dagli sviluppatori. Gli sviluppatori under 18 anni non possono ‘pubblicare’ la loro app sull’Apple Store e molti giovanissimi si registrano usando il nome dei genitori. Google non ha restrizioni per il suo negozio online Google Play ma richiede agli sviluppatori di registrare un proprio account con carta di credito. L’eroe dei giovanissimi maghi delle ‘app’ e’ Nick D’Aloisio, il 18enne che lo scorso anno ha venduto la sua app Summly a Yahoo! per 30 milioni di dollari. (ANSA)