La verità (in <http://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_latina> latino veritas) indica il senso di accordo o di coerenza con un dato o una realtà oggettiva, o la proprietà di ciò che esiste in senso assoluto e non può essere falso (definizione da vocabolario).
Ma veniamo a quello che succede nella vita di tutti i giorni dove un fatto qualsiasi, qualunque esso sia e chiunque ne siano i protagonisti, può in effetti generare diverse verità.
Consideriamo, ad esempio, un incidente stradale che vede coinvolti due automobilisti ed immaginiamo gli scenari che potrebbero nascere:
Primo scenario: entrambi i protagonisti raccontano la dinamica del sinistro nello stesso modo ed entrambi riconoscono in uno dei due le responsabilità del sinistro stesso. Siamo di fronte a due verità uguali che generano automaticamente una unica verità considerabile, come in effetti è, verità assoluta in quanto perfettamente sovrapponibile. Lo scenario si chiude rapidamente così.
Secondo scenario: entrambi raccontano lo stesso incidente ma con due dinamiche differenti in virtù delle quali non trovano accordo sulle responsabilità.Siamo quindi di fronte a due diverse verità di parte che necessitano di una terza verità e per questo ci si rivolge alla giustizia.Lo scenario si chiude con l’individuazione di una terza verità che, in ultima analisi, può anche essere totalmente diversa dalle due verità di partenza.
Questa verità giudiziaria non è verità assoluta per il semplice fatto che la genesi ha visto due verità diverse tra loro per un fatto unico, anche se l’effetto che produce è lo stesso della verità assoluta.
La differenza tra le verità (assoluta e giudiziaria) risiede principalmente nei tempi di riconoscimento.
Nel nostro stato di diritto si deve quindi riconoscere come certa la verità giudiziaria, per cui non si capisce perché, proprio e specialmente da parte di chi sulla legge può intervenire per cambiarne le regole, si continua a non riconoscere, il più delle volte e solo quando ovviamente è sconveniente, la verità che emerge alla fine di lunghi procedimenti giudiziari.
Gli stessi giudici ieri sono stati giudicati incompetenti e politicamente avversi, e questo in occasione di una verità giudiziaria “scomoda”, quand oggi, in occasione di una verità “comoda” sono persone competenti e per bene.
A me cittadino, dopo che i media mi hanno di fatto “bombardato” sul fatto e dopo essermi documentato nei modi a me consentiti (mi riferisco a giornali, talk show, web, sentenze di vario grado spesso diverse tra loro etc), rimane solo la percezione.
Per esempio mi capita molto spesso, in estate, di avere molto caldo tanto da convincermi che la temperatura sia, per esempio, di 40 gradi;
puntualmente mi smentisce il termometro prima ed il metereologo poi perché la temperatura è di “soli” 30 gradi ma, a causa di altri fattori (umidità etc) si percepiscono gli effetti di una temperatura ben superiore e vicina ai 40 gradi.
Ma il fatto che Ruby sia stata presentata come la nipote dell’allora presidente (oggi tiranno) egiziano Moubarak, e questo per agevolarla ad ottenere un trattamento “diverso”, cosa che poi è effettivamente successo, è una verità di parte, è una verità assoluta o è una verità giudiziaria?
I fatti minuziosamente raccontati e le sentenze emesse parlano chiaro: a volte tante verità non sono sufficienti a smontare una percezione!