Una delle ultime compagini governative aveva, all’interno del programma di governo, la semplificazione amministrativa, obiettivo poi confermato e ripreso dai successivi governi.
Ma, a parte l’incendio delle leggi inutili, così definite dal protagonista di quell’evento, ovvero il senatore Roberto Calderoli, cosa è cambiato, se è cambiato? Non so se per effetto di ciò ma per ufficializzare il cambio di domicilio non bisogna più attendere il controllo dei vigili urbani, che avveniva dopo mesi, ma basta recarsi presso gli uffici preposti dotati di contratti di fornitura dell’energia elettrica e dell’acqua ed il gioco è fatto.
Ragion per cui, avendo trasferito il mio domicilio, cioè avendo “cambiato casa”, mi reco presso gli uffici comunali e qui mi dicono per l’ufficializzazione occorre il contratto dell’energia elettrica e quello dell’acqua.
Faccio presente che ho il contratto di fornitura dell’energia elettrica, o meglio ho contrattualizzato la fornitura via telefono ma non ho ancora il cartaceo che mi verrà spedito, e per questo mi becco un “rimprovero” in quanto, mi hanno detto, se fossi andato al punto ENEL il contratto l’avrei già (la comodità di non andarci non è compresa nella semplificazione).
Per quanto riguarda l’acqua mi reco alla locale società che la distribuisce e qui sorgono altri problemi: non sono ancora residente per cui il contratto non può essere sottoscritto con le agevolazioni destinate ai residenti, anche se per essere residente devo essere in possesso del contratto di fornitura dell’acqua: non c’è male come semplificazione amministrativa!
Morale: vado al comune e mi dicono che ci vogliono i contratti di acqua ed energia elettrica, e quindi non concludo niente; il contratto dell’energia elettrica stipulato telefonicamente non è (di fatto) ancora contratto, e quindi non concludo niente ; il contratto dell’acqua si può sottoscrivere ma siccome non sono residente lo posso sottoscrivere con le tariffe di seconda casa (anche se è prima casa); torno al comune con il contratto dell’acqua, anche se riferito ad una seconda casa e finalmente ho cambiato domicilio; ritorno quindi alla società che distribuisce l’acqua e ricambio il contratto (da non residente a residente) sottoscritto alcuni giorni prima: finalmente posso dire di aver cambiato casa.
In altri Paesi, dove non è intervenuta la semplificazione amministrativa, si va al comune alle ore 8,00 (oltre ad essere già aperti sono già operativi), si prende il numeretto e, tempo massimo dieci minuti, il cambio di domicilio è cosa fatta.
Se poi, sempre in quei Paesi, in occasione di una qualche operazione bancaria si va in banca e si vuole segnalare l’avvenuto cambio di domicilio il bancario di turno, con aria stupita tipica di chi è costretto a trattare con trogloditi, ci avverte che i loro archivi sono già aggiornati in quanto prelevano i dati da un unico cervellone.
Sono due realtà che distano, dai confini, solo trecento kilometri!