“Per combattere la globalizzazione e consentire all’Italia di sopravvivere è necessario portare avanti la specializzazione e la valorizzazione delle tipicità del nostro territorio. Vogliamo intraprendere un nuovo cammino, facendo conoscere l’antico grano “Carosella” del Cilento per far riscoprire la tipicità di questo prodotto, sia in Italia che a livello internazionale, in modo da promuovere anche il nostro territorio e la nostra cultura” E’ questo l’obiettivo della dottoressa Giuseppina Di Tore Pizzuti, anima della storica azienda “Molini Pizzuti” di Bellizzi, che ha spiegato un progetto sperimentale nato con l’intento d’ introdurre nella vasta gamma di farine prodotte dall’azienda quelle realizzate con i grani antichi del Cilento, presentandole sul territorio con l’aiuto di agricoltori e di esperti. Il progetto è stato presentato durante un interessante incontro intitolato :”I grani antichi del Cilento: una risorsa territoriale”, tenutosi presso il caratteristico borgo di Castel Ruggero, frazione del Comune di Torre Orsaia, nella sede del “Molino Demetra” dove il titolare, il coltivatore Giovanni Caputo, esperto di grani antichi, con la figlia Francesca produce il grano Carosella:” Sia la qualità rossa che quella bianca” – ha spiegato Caputo – “La Carosella è un grano antico che esisteva già nell’800. Io lo seminavo con mia madre quando avevo cinque anni. E’ un grano che ha meno amido, è molto leggero e digeribile e può essere utilizzato per produrre una farina prelibata e genuina utilizzabile per fare pasta, pane, dolci e pizze. Viene coltivato in zone non inquinate, senza utilizzo di pesticidi e diserbanti e macinato a pietra nel nostro molino”.
La dottoressa Di Tore – Pizzuti, ha ricordato che la storica azienda dei Molini Pizzuti venne fondata a Montecorvino Rovella, nel 1953, da Michele Pizzuti:” Dal padre di mio marito, Giuseppe Pizzuti, amministratore dell’azienda, che insieme a me, ai nostri figli, Emanuele e Clelia, e a nostra nipote, Mariella Pizzuti , che rappresentano la terza generazione dell’azienda, produce farine portando avanti un discorso di territorialità e di sana alimentazione. Oggi più che mai c’è bisogno di sostenere gli agricoltori, in particolare i tanti giovani che stanno tornando alla terra”.
Alla serata , moderata con competenza e professionalità dalla giornalista Antonella Petitti, hanno partecipato esperti del settore tra i quali la dottoressa Laura Lanzara, Tecnologa Alimentare dei “Molini Pizzuti”, che ha spiegato le caratteristiche tecnologiche dei grani antichi:” Con il supporto dei maestri panificatori, pizzaioli e pasticceri, si cerca di capire come utilizzare queste tipologie di varietà, preservandone la natura. Rispetto ai grani moderni, ricchi di proteine, di glutine, che garantiscono delle prestazioni eccezionali, i grani antichi hanno delle caratteristiche nutrizionali diverse, hanno un basso contenuto proteico e non creano intolleranze”. La dottoressa Rosa Pepe, del centro di ricerca in agricoltura “CREA – OF” di Pontecagnano, ha ricordato che il primo a riscoprire il grano Carosella, negli anni ’70, è stato Angelo Avagliano, e raccontato che ci sono degli aiuti per i giovani che vogliono avvicinarsi all’agricoltura:” Ci sono dei fondi europei che danno l’opportunità ad un ragazzo che ha dei terreni di proprietà o in affitto, anche se non ha ancora aperto la partita Iva, di avere un contributo di cinquantamila euro a fondo perduto per avviare un’attività agricola. Ci sono anche diversi enti che organizzano corsi di formazione che sono fondamentali per capire come si fa agricoltura. Anche questo è un modo per far rimanere i giovani nel nostro territorio”. L’ingegner Vincenzo Langone, produttore di grano “Senatore Cappelli”, ha raccontato che questa specialità di grano è nata nei primi anni del novecento per opera del selezionatore Strampelli e per l’impulso politico del Senatore Cappelli che finanziò le ricerche, ricordato che i grani moderni sono stati la causa principale di molte intolleranze e che i grani antichi non hanno bisogno di diserbati e pesticidi: ” Essendo molto alti, arrivano anche a un metro e sessanta, non consentono ai raggi del sole di raggiungere il suolo ed evitano così la germinazione delle erbe”. Il trebbiatore Felice Cestaro, ha raccontato com’è cambiato il modo di trebbiare il grano dal 1972, quando all’età di sedici anni ha cominciato la sua attività, a oggi e sottolineato l’importanza di dare valore ai grani locali:” Anche per invogliare i giovani a coltivarli”.
Dopo il convegno, i numerosi ospiti hanno degustato il profumato pane realizzato con la farina Carosella dal panificio di Giovanni e Antonio Cimino di Padula, le gustose e morbide pizze preparate, con una lievitazione di 36 ore, sempre con il grano Carosella, dalla squadra di maestri pizzaioli dei “Molini Pizzuti” capitanata dall’istruttore Antonio Langone con Saverio Miranda, Ernesto Palmieri e Alfonso Saviello e la pasta realizzata col grano “Senatore Cappelli” preparata dalla cuoca cilentana Giovanna Voria, ambasciatrice della “Dieta Mediterranea”. Dopo l’ottima torta, realizzata da Michela Torre, il momento musicale è stato affidato al duo: ”Il mio Sud” con Valentina Montone, voce e danza, e con il Maestro Gianfranco Marra alla chitarra, che hanno eseguito alcuni brani tipici della tradizione cilentana con il contributo di Mariella Pizzuti che, con il suo violino elettrico, ha reso ancora più magica l’atmosfera. E’ stata organizzata anche una mostra fotografica “Donne in agricoltura” curata dalla dottoressa Antonella Dell’Orto, Presidente di Donna Impresa della Coldiretti Campania, con le storiche foto del compianto fotografo ebolitano Luigi Gallotta.
Aiello Palumbo