Gli avvocati salernitani da oggi sono in stato di agitazione per sottolineare le gravi criticità, le disfunzioni e i disagi che vivono quotidianamente, anche a causa dell’inadeguatezza della forma del “lavoro agile” disposta per il personale di Cancelleria del Tribunale di Salerno fino al 31 luglio. L’avvocato Marco De Felice, Presidente della “Camera Civile Salernitana”, che tutela i valori dell’avvocatura e della giustizia, insieme a tutti componenti del Consiglio Direttivo, appoggia e dà sostegno a questa iniziativa. Presidente De Felice gli avvocati salernitani lamentano anche la difficoltà di accedere fisicamente agli uffici del Tribunale:” Attualmente gli accessi ai vari uffici sono possibili solo su prenotazione, telefonica o per pec/mail, e solo per atti urgenti. Tutti gli avvocati, che non hanno lavorato per tre mesi, hanno un cumulo di pratiche arretrate, molte delle quali sono divenute urgenti. Non è pensabile attendere una settimana per avere un appuntamento per accedere ad un solo ufficio, è necessario offrire la possibilità di consultare i fascicoli, che non è possibile consultare da remoto, ritirare le copie cartacee dei ricorsi, verificare le procedure che non è sempre possibile fare attraverso il processo telematico, ovviamente sempre nel rispetto dei protocolli sanitaria e della tutela di tutti”. Quindi è opportuno organizzare meglio e con più frequenza gli accessi in Tribunale, presso la Cittadella Giudiziaria, che attualmente è chiuso fino al 31 maggio:” Il nuovo Tribunale ha degli spazi molto ampi e sicuramente potrebbero essere organizzati, rispettando le distanze, dei banchetti con postazione internet al pian terreno , senza salire al nono piano. L’avvocato deve essere messo in condizione di svolgere la propria attività. Mi auguro che nei futuri incontri, tra il Presidente del Tribunale di Salerno, Giuseppe Ciampa, e il Presidente dell’Ordine degli Avvocati ,Silverio Sica, si riesca a trovare un punto d’incontro per riprendere l’attività in modo più serio e intenso, soprattutto per dare applicazione concreta al Protocollo stilato in occasione dell’emergenza sanitaria”. Molti avvocati, soprattutto i più giovani, a causa della crisi economica sono in difficoltà e i bonus elargiti dallo Stato non sono sufficienti: ” Li hanno ricevuti gli avvocati con determinati requisiti di reddito, probabilmente i giovani che si affacciano alla professione, tuttavia l’importo di € 600,00 può coprire, se va bene, soltanto la spesa dell’affitto dello studio per una mensilità”. Lei ritiene che la giustizia sia un bene primario? “Assolutamente sì. E’ necessario non perdere di vista il ruolo socio economico svolto dall’avvocato nell’esercizio della sua professione, che è quello di garantire gli interessi della collettività nelle aule di giustizia, che sono la naturale sede di rappresentazione delle proprie ragioni e dell’applicazione, da parte dei magistrati, della regola di diritto più idonea. Da mihi factum, dabo tibi ius, spetta all’avvocato la rappresentazione dei fatti e al magistrato l’applicazione della regola di diritto più idonea. La sinergia tra le parti è necessaria per il raggiungimento del risultato migliore”. (Pubblicato su “Il Quotidiano del Sud” di Salerno).
Aniello Palumbo
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