a cura della D.ssa Giovanna Valente, Farmacista (lauree specialistiche in Farmacia e Farmacia Industriale) iscritta all’Ordine della Provincia di Napoli dal 2011.
Si calcola che circa il 2% delle persone soffra di attacchi di panico.
Uomini e donne vanno improvvisamente in tilt, scoprendosi spaventati, terrorizzati, angosciati, come se una sensazione di morte si stesse impadronendo di loro, senza un motivo oggettivamente comprensibile.
Perchè attacchi? Perchè sono improvvisi, intensi.
E’ come se il corpo e la mente non si comportassero più normalmente, ma come una bussola impazzita. è un disturbo molto più diffuso di quanto si pensi, anche se difficile da riconoscere e accettare.
Solitamente gli attacchi di panico accadono in momenti particolari della vita, momenti che si potrebbero definire “di passaggio” da una fase della vita all’altra.
L’attacco di panico ha cause molto profonde e antiche, di tipo psicologicoemozionale, delle quali la persona non è pienamente consapevole.
E’ un messaggio che il corpo lancia, per avvisare che c’è qualcosa che non va.
E’ legato spesso a sentimenti ed emozioni inconsce, non ascoltate che si manifestano poi sul piano fisico (disturbi psicosomatici).
All’improvviso situazioni che prima erano “normali” diventano fonte di terrore e monta disagio fisico e psichico con paura di sentirsi male, in situazioni tipiche quali in luoghi chiusi ristorante, cinema, teatro, aula, sala di riunioni, autobus, metropolitana, treno, aereo, alla guida in mezzo al traffico o in autostrada, su ponti, tangenziali, in ascensore.
Alcune persone avvertono l’attacco in luoghi chiusi e caldi, con aria viziata a letto di notte.
In genere dopo alcuni attacchi la persona impara ad evitare le situazioni) dove gli attacchi si sono verificati.. Nell’attacco di panico non c’è un pericolo oggettivo, quindi, esterno alla persona e visibile a tutti.
La sensazione di essere in pericolo è qualcosa che “invade” l’individuo e che proviene dal mondo interno, ossia dalla parte più profonda della coscienza.
I sintomi che si verificano durante l’attacco sono un mix di sintomi fisiologici, psicologici, sensoriali. Ecco i più comuni: difficoltà di respirazione; palpitazioni e tachicardia; dolore al torace;sensazione di soffocamento; vertigini, sensazione di sbandamento e instabilità; nausea, colori addominali; sudorazione; cefalea; vampate di calore alternate a brividi: tremore; rallentamento della nozione del tempo; modificazione del a percezione del a distanza; intorpidimento; sensazione di catastrofe che sta per accadere; sensazione di irrealtà; paura di perdere il controllo o di impazzire; paura di perdere coscienza; paura di provocare disastri; paura di attirare l’attenzione; paura di morire.
Alla crisi acuta, segue un periodo di stanchezza e spossatezza.
La persona sente la testa confusa, fa fatica a camminare e a mantenersi in equilibrio, ha percezioni annebbiate e sfuocate.
Il primo attacco viene ricordato come un momento di svolta. In genere, dopo il primo attacco si verificano altri episodi, sempre improvvisi e occasionali, che aumentano di frequenza e intensità.
L’ansia che possa ripetersi la crisi in situazioni simili a quella del primo episodio, crea reazioni di isolamento, di autolimitazione . Spesso la persona ha bisogno di qualcuno fidato che l’ accompagni, le stia accanto e non esce o non va in quei luoghi se non accompagnata. Altri escono, vanno in giro seguendo però un percorso obbligato che passa sempre lungo direttrici dove, se dovesse sentirsi male, vicino ci sia un ospedale.
L’attacco di panico dura solitamente da pochi secondi a pochi minuti, fino a un massimo di mezz’ora, un’ora.
Tuttavia, la persona, che perde la percezione del tempo, ha la sensazione che la crisi sia interminabile, si accompagna a una certa angoscia, che crea un circolo vizioso che si autoalimenta e non sembra arrestarsi mai. Stando ad alcuni studi nell’attacco di panico vi sarebbe una forte predisposizione genetica.
Le basi neurologiche, biologiche, chimiche del disturbo sono complesse e note solo in parte, e comunque non sono in grado di spiegare da sole la complessità di questo problema .
Gli attacchi di panico possono essere curati efficacemente, anche se non necessariamente in modo definitivo (è possibile che la crisi si ripresenti).
Essendo un disturbo complesso, oggi si è orientati verso una cura integrata, che veda cioè la collaborazione e l’unione di più tecniche che tengano conto del e diverse variabili in gioco.
Il trattamento integrato prevede un lavoro di squadra, con il coinvolgimento di più specialisti, basato su tre elementi essenziali: psicoterapia: si tratta di un percorso in cui la persona si fa aiutare dallo psicoterapeuta a comprendere e modificare emozioni, pensieri e comportamenti disfunzionali per il proprio benesserefarmaci: esistono molti farmaci efficaci per il trattamento del disturbo da attacchi di panico.
Ciò non significa che tutti devono seguire una cura farmacologica.
Se, però, il medico giudica utile l’assunzione di medicinali, fortunatamente esistono molte valide possibilità. Per esempio sono utili gli antidepressivi serotoninergici, che innalzano il livello della serotonina, una sostanza importante per il controllo del panico e della depressione; lavoro di gruppo: i gruppi permettono alle persone soggette a crisi di panico di confrontarsi, di parlare dei propri problemi, di condividere idee e opinioni.
Sono inoltre importanti fare sport in quanto aiuta a sfogarsi, ad allentare stress e tensioni.
La ricerca di hobbies è un modo per accrescere la propria cultura e alimentare relazioni con persone che condividono i nostri interessi, dal’altro può diventare un modo per sfogare le proprie tensioni, per riempirsi di impegni e non occuparsi di sé in modo più complessivo, andare in vacanza, ascoltare musica,leggere , fare lunghe passeggiate.
Bisognerebbe, senza perdere di vista i propri obiettivi e la propria vita trovare il tempo di riposarsi, divertirsi, staccare la spina e ricordarsi che non si può sfuggire a sè stessi.