Givova Scafati sconfitta a Pistoia

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Una prima parte di gara quasi perfetta non è stata sufficiente alla Givova Scafati per conquistare il successo nella seconda giornata di ritorno del campionato di serie A.  Al PalaCarrara si è infatti imposta 76-71 l’Estra Pistoia, al termine di una gara dai due volti, in cui il secondo tempo ha fatto la differenza e deciso la sfida.

Le superiori percentuali di tiro da due (54,9% contro 35,5%) ed il numero superiore di assist (21 contro 11), ma soprattutto la fluidità del gioco offensivo e la superiore aggressività difensiva ha permesso ai locali di aggiudicarsi i due punti in palio, ma non di ribaltare il passivo subito all’andata.

La compagine dell’Agro, invece, non è riuscita a tenere costante il proprio rendimento nell’intero arco della sfida, subendo l’iniziativa e l’intensità avversaria nella ripresa. Ciononostante, è comunque riuscita a restare in partita fino all’ultimo minuto in cui sono poi stati gli episodi a regalare il successo ai ragazzi di coach Brienza.

LA PARTITA

Stesso quintetto base di sette giorni prima per Scafati. Attacchi con le polveri bagnate in avvio di gara, con le due contendenti che lottano alla pari (5-5 al 4’), nonostante l’ottima regia e percentuale realizzativa di Strelnieks. Coach Boniciolli comincia ad utilizzare gli uomini della panchina e la sfida cambia volto, complice qualche palla persa e qualche errore di troppo in fase di impostazione dei padroni di casa: Rossato, Pini e Logan sono i protagonisti della doppia cifra di vantaggio all’8’ (7-17) che costringe coach Brienza al time-out. Di qui innanzi è sempre la Givova a tenere il campo. La prima sirena arriva sul 10-21.

Il buon impatto di Della Rosa con la sfida vale il 15-21 all’11’. Coach Boniciolli vuole parlarci un po’ su. La coppia di lunghi Pinkins – Gamble provano a fare la voce grossa (15-26 al 12’). Ma i locali non ci stanno e, facendo leva sul rientrante Varnado, accorciano 24-29 al 15’. Strelnieks e Rivers prendono le misure dall’arco dei 6 metri e 75 centimetri, riportando i gialloblù in doppia cifra di vantaggio al 16’ (24-35). E’ un buon momento per gli ospiti che, sfruttando la buona difesa a zona, si portano 24-41 al 18’. Wheatle e Willis provano a dare uno scossone ai biancorossi (29-41 al 19’), ma all’intervallo il tabellone sorride ai campani (31-43).

Hawkins e Willis hanno un buon impatto con la ripresa (36-43 al 22’).  La Givova è una brutta copia di quella ammirata nella prima parte di gara; l’Estra invece ci mette grinta ed intensità da vendere per recuperare il passivo accumulato (41-45 al 25’). Con le difese che hanno ragione dei rispettivi attacchi, i padroni di casa riducono ulteriormente le distanze, grazie ai centri di Ogbeide e Wheatle (49-50 al 28’), costringendo coach Boniciolli a fermare il cronometro. Al termine della terza frazione i suoi uomini sono avanti 51-54.

Gli italiani di Pistoia, Del Chiaro e Saccaggi, sono gli uomini in più di questa parte di gara ed i protagonisti del 58-58 al 32’. Il vantaggio pistoiese arriva appena un minuto più tardi con una azione da quattro punti di Willis (62-58). Le triple di Strelnieks e Nunge valgono la parità 64-64 al 35’, ma Wheatle e Del Chiaro riportano avanti i toscani 68-64 un minuto più tardi. Nonostante la tripla di Willis al 37’, Logan e Strelnieks riescono, con un parziale di 0-5 a ristabilire la parità al 38’ (71-71). Wheatle e Moore realizzano poi i canestri che regalano il successo ai padroni di casa per 78-71.

LE DICHIARAZIONI

Il capo allenatore Matteo Boniciolli: «Faccio innanzitutto i complimenti a Pistoia: qui si sta costruendo un esempio di etica sportiva, dove un buon gruppo di italiani trascina americani di buon livello a giocare per il pubblico e per la città. Nel secondo tempo ha portato la partita sul proprio terreno e confermato le proprie qualità. Per quanto ci riguarda, c’è invece una grande contraddizione: abbiamo giocatori esperti, che ne hanno viste di tutti i colori e vinto titoli, i quali però, nel momento dell’attesa baraonda, si sono persi: quando siamo arrivati 71 pari, pensavo che il vissuto dei nostri atleti ci avrebbe aiutato, ma siamo stati battuti dall’energia degli avversari. L’unica nota positiva è stata quella di aver salvato la differenza canestri. C’è grande rammarico e rabbia: non riesco a capire perché, nonostante la nostra superiore esperienza, al momento dell’aggressione di Pistoia, ci siamo intestarditi in soluzioni individuali e difese molli. Ma ciononostante siamo arrivati 71 pari ad un minuto e mezzo dalla fine ed anche lì abbiamo commesso errori. Dal primo test di Tortona, nel quale avremmo dovuto capire se potevamo puntare a qualcosa in più della salvezza, siamo usciti bocciati; stasera invece siamo stati rimandati: dobbiamo guardarci negli occhi e capire cosa vogliamo fare da grandi».

LE DICHIARAZIONI

Il capo allenatore Matteo Boniciolli: «Faccio innanzitutto i complimenti a Pistoia: qui si sta costruendo un esempio di etica sportiva, dove un buon gruppo di italiani trascina americani di buon livello a giocare per il pubblico e per la città. Nel secondo tempo ha portato la partita sul proprio terreno e confermato le proprie qualità. Per quanto ci riguarda, c’è invece una grande contraddizione: abbiamo giocatori esperti, che ne hanno viste di tutti i colori e vinto titoli, i quali però, nel momento dell’attesa baraonda, si sono persi: quando siamo arrivati 71 pari, pensavo che il vissuto dei nostri atleti ci avrebbe aiutato, ma siamo stati battuti dall’energia degli avversari. L’unica nota positiva è stata quella di aver salvato la differenza canestri. C’è grande rammarico e rabbia: non riesco a capire perché, nonostante la nostra superiore esperienza, al momento dell’aggressione di Pistoia, ci siamo intestarditi in soluzioni individuali e difese molli. Ma ciononostante siamo arrivati 71 pari ad un minuto e mezzo dalla fine ed anche lì abbiamo commesso errori. Dal primo test di Tortona, nel quale avremmo dovuto capire se potevamo puntare a qualcosa in più della salvezza, siamo usciti bocciati; stasera invece siamo stati rimandati: dobbiamo guardarci negli occhi e capire cosa vogliamo fare da grandi».