La Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha annullato – senza rinvio – perché “il fatto non sussiste” la condanna a due anni di reclusione inflitta dalla Corte d’Appello di Napoli (seconda sezione, presidente Grassi) nei confronti di Enrico Coscioni.
Nel 2015, Coscioni, nella veste di consulente per la sanità del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca aveva invitato i commissari straordinari delle Asl Napoli 3 Sud, dell’AORN Cardarelli e dell’Asl Napoli 2 Nord, a rassegnare le dimissioni.
Richieste avanzate in presenza di nomine fiduciarie essendo cambiate, nel frattempo, l’amministrazione e le linee gestionali in tema di sanità.
Le indagini portarono a un processo penale nell’ambito del quale la Procura ha ipotizzato una concussione ai danni dei tre commissari straordinari.
Il Tribunale di Napoli (collegio C della IV sezione penale) nel dicembre del 2018 aveva assolto Coscioni dall’accusa di concussione, ritenendo che non rivestisse la qualifica di pubblico ufficiale.
La Corte d’Appello di Napoli, invece, aveva egualmente riconosciuto l’inesistenza del reato di concussione, ma l’aveva condannato il 22 settembre 2021 alla pena di due anni di reclusione (pena sospesa), ritenendo sussistente una violenza privata mediante minaccia, aggravata dal ruolo di pubblico ufficiale rivestito da Coscioni.
“Con la decisione di oggi – commenta dell’avvocato e professore Andrea Castaldo, difensore di Coscioni nella fase del giudizio di Cassazione – la Suprema Corte ha chiuso definitivamente una vicenda lunga e complessa, ma soprattutto amara per il prof. Coscioni, che ha ingiustamente subìto attacchi strumentali alla sua persona. La correttezza e la professionalità del suo comportamento sono state finalmente riconosciute, così come quelle più in generale della trasparente amministrazione e gestione della sanità campana, sotto la direzione del presidente De Luca, nel quadro di una politica dello spoils system perfettamente legittima e anzi coerente con l’espressione del corpo elettorale”. (ANSA).