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“Il futuro è incerto, il presente è in discussione, i ricordi sono la certezza. Chi non ricorda non vive”. Inizia con questa premessa il libro scritto dal geometra salernitano Romano Zega “Giro Turistico per Salerno. Oggi nel ricordo di Ieri. Giocando” che è stato presentato nella sede dell’Associazione Lucana di Salerno “Giustino Fortunato”, presieduta dal professor Rocco Risolia che da anni organizza numerose iniziative culturali, legate alla diffusione della cultura e della storia lucana e non solo. A presentare il libro è stato il professor Alberto Mirabella, saggista, critico d’arte e letterario, che ha sottolineato l’importanza del ricordare:” Ricordare il passato è un dovere di tutti noi, non solo per onorare la memoria di molti che lo hanno meritato, ma perché il loro insegnamento possa illuminare la strada sconnessa che percorriamo e , prendendoci per mano, possa condurci ad alte vette”. Nel suo libro Romano Zega ci guida, insieme alla sua inseparabile cagnolina Lulù, per le strade della città, quelle della sua adolescenza, facendoci rivivere i ricordi indelebili di una Salerno che non esiste più. “L’infanzia e la vita di un tempo, raccontate in questo libro, sono un mondo meraviglioso dove tutto si tingeva di rosa, che possiamo rivivere solo aprendo lo scrigno dei ricordi che albergano in noi e spesso sono così grandi da essere indistruttibili” – ha spiegato il professor Mirabella – “ L’autobiografia di Romano Zega costringe a riannodare i propri ricordi, imbastendo in forma nuova la trama del proprio passato”. Mirabella ha anche apprezzato l’uso sapiente del vernacolo che valorizza il libro di Zega:” La lingua dialettale consente una vivacità espressiva e l’uso di termini senza mezze misure o edulcorazioni. Quanti ricordi affastellano la mente con questo libro, e quanti personaggi come Lucia a sciuraia o Nannina a fruttaiola. E non manca qualche frecciatina ironica al mondo politico per delle costruzioni faraoniche. Romano, in merito al “Crescent”, così scrive: “Na piazza cchiù grossa ‘e chella e San Pietro e nu’ palazzo cchiù ddò Colosseo. Tu vuò fottere a Nerone”. Mirabella, che ha anche scritto un libro “Antologia di Ricordi”, nel quale analizza i giochi e i giocattoli dei ragazzi fino agli anni ’60, ha approfondito la parte del libro di Zega dedicata ai giochi di un tempo:” Giochi creativi ed aggreganti come: A Semmana, ‘a Cuvà, ‘O Schiaffo, Te foco e liscio, Un mbond’a luna, Uno Due Tre Stella, Tozza muro, e giocattoli costruiti con materiali poveri, che avevano un’anima, come ‘O carruocciolo, ‘O Strummolo, Mazz’e piveso, la fionda, il telefono realizzato coni barattoli di latta”. Mirabella ha anche ricordato la descrizione veritiera ed efficace riservata all’ex “ Cinema “Diana”:” Era un locale specializzato in film erotici su cui Romano sottolinea: “Chisto era ‘o cinema de zezzusi, ‘o primmo addò se proiettavano film a luci rosse vietati ai minori di 18 anni. ‘Nce steva pure ‘a maschera ccà era cuntrullà e accumpagnà o posto, ma era nu poco cecatella e nu vedeva mai quant’anni avivi. Una cosa poi non ho mai capito perché si diceva a luci rosse quanno po’ se steva u scuro”. “In sostanza- ha concluso il professor Mirabella- è un libro, quello di Zega, che salva validamente quei ricordi di una Salerno a dimensione d’uomo, quando si donava senza sperare in un ritorno. L’autore ci consente un viaggio a ritroso inducendoci a riflettere sul degrado in cui l’ utile ma arida tecnologia ci ha condotti ovvero alla dis-umanizzazione e alla spersonalizzazione”. La serata è stata impreziosita dalla lettura dei brani del libro ad opera dell’attrice salernitana Pina Russo , dalle immagini della Salerno antica proiettate da Massimo Zega e dalle canzoni classiche degli anni ’50 cantate da Claudio e Diana De Bartolomeis.
Aniello Palumbo