Mentre il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, commenta i dati sull’occupazione e avvalora l’opera del Jobs act, riconoscendogli i meriti della credibilità a livello internazionale e la positività del lavoro stabile, la Chiesa del Cilento, attraverso l’Ufficio di Pastorale Sociale organizza il Convegno “Giovani e lavoro, speranza per un nuovo umanesimo” che si terrà sabato 7 novembre c/o la Sala Polifunzionale “San Giovanni Paolo II” in Piazza della Repubblica ad Agropoli.
“In un momento in cui, sostiene don Angelo Tabasco, Responsabile dell’Ufficio Pastorale Sociale della Diocesi di Vallo della Lucania, la nostra economia, stando ai dati Istat, fornisce i primi segnali di ripresa vogliamo recuperare la speranza offrendo momenti concreti sui quali far leva per ripartire col nostro territorio”.
Il Convegno “Giovani e lavoro, speranza per un nuovo umanesimo” comprende i seguenti momenti operativi: dalle ore 14,15 si svolgeranno laboratori di orientamento gratuiti rivolti ai giovani per dare Informazione e Formazione e futuro alle nuove idee; dalle ore 16.30 si seguiranno interventi di esperti che aiuteranno concretamente i tanti giovani nelle numerose opportunità che offre il nostro territorio per creare lavoro.
A seguito dei saluti del Direttore della Pastorale Sociale Diocesana, Don Angelo Tabasco e del Sindaco di Agropoli Francesco Alfieri, interverranno: il Presidente provinciale delle Acli Gianluca Mastrovito su “Economia per creare lavoro”; il responsabile della pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Acerra Mario Cappella su ” Impresa Cooperativa – Vantaggi ed opportunità”; il coordinatore Regionale UE Coop Coldiretti Campania Dott. De Ieso relazionerà su “Nuove possibilità per creare impresa Agricola”; il Direttore della BCC Comuni Cilentani Dott. Salvatore Angione, invece, su “il ruolo della banca per la crescita dei giovani del territorio”; il segretario della pastorale sociale della Conferenza Episcopale Campana, Don Rino Morra prenderà la parola per affrontare il tema “Possibilità offerte dal progetto Policoro”. Verranno presentate le nuove iniziative rivolte ai giovani da parte della Diocesi che prevedono corsi di formazione e la creazione di uno ” sportello lavoro”.
Concluderà l’incontro il Vicario Generale della Diocesi di Vallo della Lucania, don Francesco Pecoraro.
I dati Ocse segnalano che in Europa la disoccupazione giovanile assume dimensioni preoccupanti. Tanti giovani in difficoltà trovano sostegno nella famiglia allargata e negli amici.
Divergenti risultano le posizioni fra l’Ocse e Bankitalia; la prima riferisce recenti miglioramenti impercettibili, mentre la seconda sottolinea un più elevato tasso di disoccupazione.
In realtà, secondo l’Istat, a settembre u.s. la disoccupazione giovanile risultava al 40,5%, in calo di 0,2 punti percentuali dal mese di agosto u.s Il problema della disoccupazione resta per la nostra società il vero grande problema da affrontare.
Il persistere della grave crisi economica ha acutizzato questa difficoltà dei giovani, si è infatti estesa largamente in tutta Europa. Dai primi anni del Novanta non si registrava un tasso così rilevante di disoccupazione.
“Molti sono stati i tentativi, asserisce Filippo Malinverno, giovane studente di Scienze Internazionali e Diplomatiche, appassionato di storia e di arte, soprattutto in questi ultimi anni, di incoraggiare e favorire lo sviluppo delle start-up, ovvero la formazione di imprese innovative nate dalla collaborazione di giovani imprenditori. Tuttavia, nonostante gli sforzi del governo, l’Italia risulta ancora oggi il Paese con la più bassa percentuale di imprese innovative di successo: le nuove aziende italiane impegnate in settori tecnologicamente avanzati sono solo 4 tra le prime 150 quotate alla borsa di Milano e generano un fatturato all’incirca di 1 miliardo di euro (contro i 325 miliardi circa delle imprese statunitensi e 15,7 miliardi di quelle tedesche). La causa principale dell’esito negativo di queste iniziative va individuata nella scarsa disponibilità di capitali investibili nel settore della ricerca, un settore che nel XXI secolo svolge un ruolo di primo piano nel percorso di sviluppo di un paese. Il problema è che l’Italia, soprattutto in momenti di crisi come questo, non investe abbastanza in ricerca e in alta formazione attraverso le sue università (che tuttavia disporrebbero di un capitale umano e intellettuale tra i primi al mondo), costringendo giovani imprenditori e ricercatori a “fuggire” all’estero per realizzare delle idee che molto probabilmente lo stesso Stato italiano in futuro dovrà reimportare con costi elevatissimi. Inoltre, in questo Paese, le start-up non sono certo facilitate dall’elefantiaco ed eccessivo sistema burocratico statale, che ormai da decenni rende impossibile o straordinariamente lento qualsiasi tentativo di cambiamento (istituzionale, sociale o politico che sia), proprio come un gesso applicato su una gamba fratturata. Resta da chiedersi se l’esempio tedesco in merito alla disoccupazione giovanile possa o meno essere una soluzione anche per l’Italia”.
Oggi la disoccupazione giovanile interpella le nostre Chiese. Il binomio giovani-lavoro dovrebbe entrare maggiormente nella catechesi, nell’annuncio e nella predicazione. “L’aderenza del Vangelo ai veri problemi della gente, sottolinea Mons. Ciro Miniero, Vescovo della Diocesi di Vallo della Lucania, deve governare ogni azione pastorale”.
Il lavoro interessa l’uomo, appartiene alla sua vocazione; è indispensabile all’uomo, interessa la sua stessa esistenza. Il Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile riferendosi al lavoro sostiene che esso deve concepirsi “momento di partenza e non di arrivo”. Sulle indicazioni del Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile oggi, a livello interdiocesano, si vuole arrivare a costituire tavoli permanenti con la partecipazione di istituzioni civili e di altri enti. Sono necessarie alcune idee concrete in ordine alla possibilità di creare lavoro. Il “Progetto Policoro”, in tal senso, è un esempio per le varie Diocesi, di sicuro e autentico virtuosismo; esso si rappresenta una concreta realizzazione della collaborazione e aggregazione laicale, ecclesiale e civile.
A tal fine, in ogni Chiesa locale, i beni non utilizzati di proprietà della Chiesa potrebbero essere messi a disposizione dei giovani con la finalità del riuso e della valorizzazione; si potrebbe, altresì, mirare alla istituzione del fondo di garanzia per le banche per i giovani che auspicano di avviare una propria attività. Stesso i giovani potrebbero collaborare nel realizzare tali fondi. E’ prezioso il ruolo dei laici sensibili alle problematiche sociali. E’ utile, inoltre, la presenza dei lavoratori e dei giovani nei Consigli Pastorali come la stessa valorizzazione delle aggregazioni laicali, associazioni e movimenti. Il lavoro è il cantiere del Regno di Dio; è il posto dove si può vivere di giustizia e solidarietà, entro il quale si prepara il proprio avvenire e ci si adopera quotidianamente per favorire la speranza sulla rassegnazione, l’apertura e la collaborazione attiva sull’individualismo. Tutti i giovani dovrebbero partecipare questa realtà, vivere l’esperienza lavoro, a nessuno dovrebbe essere negata.
“La disoccupazione che interessa diversi Paesi europei è la conseguenza di un sistema economico che non è più capace di creare lavoro, afferma Papa Francesco perché ha messo al centro un idolo, che si chiama denaro! (…) Chi è disoccupato o sottoccupato rischia di essere posto ai margini della società, di diventare una vittima dell’esclusione sociale (…) Il lavoro, prosegue Bergoglio, è una realtà essenziale per la società, per le famiglie e per i singoli che riguarda direttamente la persona, la sua vita, la sua libertà e la sua felicità. Il valore primario del lavoro è il bene della persona umana, perché la realizza come tale, con le sue attitudini e le sue capacità intellettive, creative e manuali. Da qui deriva che il lavoro non ha soltanto una finalità economica e di profitto, ma soprattutto una finalità che interessa l’uomo e la sua dignità. E se manca il lavoro questa dignità viene ferita! I giovani disoccupati scivolano nello scoraggiamento cronico o peggio nell’apatia. Il lavoro deve essere disponibile per tutti (…) La fase di grave difficoltà e di disoccupazione richiede di essere affrontata con gli strumenti della creatività e della solidarietà. La creatività di imprenditori e artigiani coraggiosi, che guardano al futuro con fiducia e speranza. E la solidarietà fra tutte le componenti della società, che rinunciano a qualcosa, adottano uno stile di vita più sobrio, per aiutare quanti si trovano in una condizione di necessità.
Mons. Ciro Miniero, Vescovo della Diocesi di Vallo della Lucania, accoglie e riafferma i dettati del Santo Padre Francesco e auspica che i giovani del Cilento possano risolvere fattivamente la problematica occupazionale anche nel proprio territorio, una terra ricca di storia, di tradizioni e di cultura e ambito di significativo riferimento turistico. Occorre saper guardare e riconoscere le proprie ricchezze e riuscire a valutarle con l’abile uso delle proprie attitudini.
Emilio La Greca Romano