La settima giornata nazionale Braille, istituita con legge 126 del 3/8/2007 si terrà venerdì 21 febbraio prossimo su iniziativa della sezione dell’Unione Italiana Ciechi e degli Ipovedenti “L.Lamberti” di Salerno presso il liceo M. Galdi di Cava dei Tirreni. Un appuntamento non rituale e non formale poiché l’Unione Italiana Ciechi e degli Ipovedenti vuole continuare ad essere baluardo di una scoperta che ha rivoluzionato e cambiato la vita ai minorati della vista del mondo, il braille. I vertici della sezione salernitana hanno deciso per questo 2014 di andare in provincia per ribadire l’attenzione a sensibilizzare la popolazione dell’intero territorio salernitano.
L’incontro con i ragazzi del liceo classico e del liceo psico pedagogico dell’istituto comprensivo “Galdi” di Cava dei Tirreni punta ancora una volta a creare nei giovani sensibilità sviluppate rispetto alle tematiche della disabilità. L’integrazione scolastica degli alunni minorati della vista passa, infatti, da un processo di integrazione e inclusione passi essenziali per evitare l’isolamento e l’esclusione sociale dei non vedenti.
L’accettazione è aspetto fondamentale e indispensabile per promuovere la cultura della diversità di cui la scuola deve essere principale artefice. A tal proposito mezzo fondamentale di avvicinamento e conoscenza ai ciechi e agli ipovedenti è proprio il Braille. Questo linguaggio, bicentenario, è un mezzo eccezionale per avvicinare i ragazzi e renderli uguali fra di loro prima che il mondo degli adulti contamini la gioia e la spontaneità delle giovani leve.
L’Unione Italiana Ciechi e degli Ipovedenti salernitani è ancora una volta protagonista in questo 21 febbraio con un’iniziativa che mira ad aumentare il livello di conoscenza e di attenzione sui temi dei percorsi scolastici riservati ai disabili visivi. La città di Cava dei Tirreni può considerarsi una realtà virtuosa da questo punto di vista che, grazie anche all’azione rilevante del piano di zona, riesce a garantire l’assistenza specialistica agli alunni non vedenti con la presenza di un’educatrice tifllologa.
Questi primi passi al riconoscimento della specificità della minorazione visiva devono essere evidenziati e sostanziati anche nel resto della provincia dove troppo spesso manca l’attenzione a questa categoria di studenti. Braille con il suo alfabeto ha messo le ali alla voglia di libertà dei ciechi e il suo linguaggio non potrà mai diventare obsoleto, pur accogliendo con favore una parte dei progressi tecnologici, perché come la penna per gli alunni normodotati, il punteruolo per ciechi rappresenta l’avvio di un processo di crescita e formazione che deve partire dalla fatica della mano conquistando, poi, la padronanza degli spazi e della realtà che lo circonda. Le caselline che dovrà riempire con i sei puntini combinati fra loro rappresentano quella voglia di marciare e incontrare la vita in piena libertà e autonomia.
Quelli che vorrebbero trasformare i ciechi e gli ipovedenti in automi schiavi della tecnologia e della moda dovranno fare i conti con l’Unione Italiana Ciechi che continuerà a battersi affinché i ciechi e gli ipovedenti siano protagonisti e non semplici spettatori del loro futuro.