L’esposizione della pala d’altare dedicata a San Nicola di Bari, in mostra nella “Sala Parrilli” di Villa Rufolo fino al 29 febbraio, sarà l’occasione per un momento di approfondimento, fortemente voluto dal Commissario della Fondazione Ravello Mauro Felicori, sulla figura e sull’importanza del Santo nella fede e nella storia dell’arte. A parlarne, sabato 4 gennaio alle ore 11.30 nell’Auditorium di Villa Rufolo, il prof. Pierluigi Leone De Castris ordinario di Storia dell’Arte moderna dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, che peraltro ha studiato proprio quest’opera del XV sec. trafugata dalla Chiesa di Santa Maria in Cosmedin e poi recuperata dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, e padre Enzo Fortunato, capo della sala stampa della basilica di Assisi.
Il dibattito sarà introdotto dal Segretario della Fondazione Ravello, Ermanno Guerra.
Info: www.villarufolo.it – tel. 089 857621
STORIA DEL RINVENIMENTO
Nell’anno 2018 un privato cittadino avanzava richiesta al Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, tendente ad accertare l’eventuale provenienza illecita del dipinto olio su tela di autore anonimo del XV secolo, raffigurante “San Nicola di Bari”, acquistato per l’importo di 200.000 euro da un noto antiquario romano. A seguito del controllo, effettuato mediante l’ausilio della Banca Dati dei Beni Illecitamente sottratti gestita dal Comando Tutela Patrimonio Culturale, veniva accertato che il dipinto era parziale provento di furto perpetrato da ignoti il 2 marzo 1992 in danno della chiesa “Santa Maria in Cosmedin” di Napoli. Approfondite indagini permettevano di deferire alla Procura della Repubblica di Roma due persone resisi responsabili della ricettazione dell’opera d’arte, riconosciuta autentica ed appartenente alla citata chiesa a seguito di approfondito esame tecnico esperito da funzionari della Soprintendenza A.B.A.P per il Comune di Napoli.
L’opera di importantissimo valore storico, artistico, culturale era anche pubblicata sul bollettino delle ricerche “Arte in ostaggio” n. 17 alla pagina n. 42.