Uno spettacolo da vedere con il cuore e le emozioni di un adolescente quello realizzato da Sergio Mari, attore , regista, ex calciatore e gallerista sempre in movimento, poliedrico e professionale in tutte le sue variegate attività.
Questo spettacolo realizzato per le scuole, durante le giornate dedicate alla Shoah e al genocidio che fu l’Olocausto, è dedicato ad una figura emblematica di quella storia minore, che ha fatto la storia di tanti italiani impegnati a salvare vite umane durante il periodo tra i più atroci della nostra storia nazionale e mondiale.
Lo spettacolo narra le “peripezie”, come ama definirle l’autore della sceneggiatura, regista e attore Mari, di un campione quale era “il Ginaccio “ Gino Bartali, un ciclista che grazie all’intuito di trasportare i documenti degli ebrei, nascosti nella canna della sua bici, ne salvò circa ottocento , ma ne avrebbe voluti salvare di più.
Silenziosi, attenti, partecipi, coinvolti anche in sala, presso il Centro Sociale di Salerno , centinaia di studenti hanno assistito a questo spettacolo ”Bartali: un giusto tra le nazioni”.
Un giorno fuori scuola per fare scuola in modo diverso, istruttivo, educativo, artistico, storico, realistico. Sì perché questa è storia vera, una storia non sempre conosciuta o scritta nei libri di testo, raccontata in teatro con ritmo e documenti di archivio, anche fotografico .
Video, immagini, suoni, ma soprattutto opere d’arte e musiche scelte in modo certosino, hanno reso vera una narrazione recitata e condotta egregiamente da Sergio Mari e Roberto Quattrucci, con il disegno scenico delle luci di Tony Avagliano, trasportando il pubblico in quel tempo e in quello spazio apparentemente lontano ma che minaccia il nostro presente. Un viaggio collettivo,come tra i quadri di una Mostra d’arte contemporanea, in una galleria o un Museo, tra reperti , voci narranti, fuori e dentro il campo ma non di gioco purtroppo, nell’ amara realtà. Le mani al cielo in segno di vittoria finale di un “ giusto”, appunto, che rifiutò il saluto fascista di una sola mano alzata durante le gare sportive, resta il segno di un dissenso vincente, quello di chi in bicicletta ha pedalato centinaia, migliaia di chilometri non solo per vincere gare e tour di Francia, nazionali e mondiali, ma quella della giustizia umana e non della condivisione di un massacro tra i più orrendi della nostra storia.
E infine il plauso accorato degli studenti in una standing ovation generale per la fatica degli attori in scena capaci nel rendere vivo il messaggio di pace contro ogni guerra di idee e di uomini contro altri uomini.
Bartali, come Coppi, come tanti altri uomini giusti che hanno saputo da che parte stare, scegliere non solo per vincere ma per partecipare e salvare vite oltre la propria.
Gilda Ricci