Giffoni è importantissimo: educa al cinema, al bello, all’altro”, dice Ferzan Özpetek, ospite della seconda giornata della 48esima edizione. Un ritorno atteso e desiderato quello del regista a Giffoni, che lo ha accolto sabato 21 luglio per una straordinaria lezione sulla cinematografia riservata ai masterclasser Classic. “Sono tornato con piacere – aggiunge il regista – perché Giffoni è importantissimo. Quando son venuto, due anni fa, son rimasto stupito dalle domande dei giovanissimi, che credevo lontani dai miei film. Ma qui si responsabilizzano i ragazzi al giudizio, qui crescono con l’odore del cinema, con l’amore per il confronto”. “So che quest’anno ci sono 5600 giurati – continua il regista – Ecco, vorrei fossero 50.000, vorrei ci fosse un Giffoni in ogni Paese del mondo. Sarebbe fantastico. Vorrebbe dire avere un’intera generazione che amerà andare al cinema, che amerà e amerà il prossimo”.
Giffoni si conferma, dunque, un’oasi di ‘resistenza’ al clima di chiusura e di diffidenza nei confronti dell’altro che si respira nel mondo: “C’è qualcosa di strano nell’aria. Si percepisce una sorta di complotto mondiale che alimenta la paura. All’epoca de ‘Le Fate Ignoranti’ c’era una generale tendenza alla globalizzazione, oggi è il contrario: tutti vogliono la sicurezza della propria cultura. C’è una crisi di identità a livello mondiale” sottolinea Özpetek, non senza preoccupazione. I giffoners, invece, hanno un’identità precisa, data dal condividere l’esperienza del Festival. E la condivisione è il cuore dell’opera di Ozpetek. “Scrivo libri, faccio post su Instagram, giro film per condividere quel che vivo. Si racconta quel che si vive, è quella la fonte” spiega il maestro, che annuncia un suo ritorno a Napoli per dirigere Madama Butterfly al San Carlo, dopo La Traviata che ha debuttato lo scorso anno. Tra i suoi progetti c’è quello di un nuovo film: “Sto sviluppando un’idea, ma è ancora presto per parlarne”. Incuriosiscono certo i contatti con Netflix per un progetto seriale: “Ci sono stati due incontri, ma tutto è ancora di là da venire: c’è bisogno di tempo perché si trovi un accordo e poi ne ho bisogno io in questo momento. La cosa più importante per me è il film”, su cui però non ci sono dettagli.
La continua ricerca si conferma una caratteristica del maestro, che a Giffoni ha parlato anche di Whatastar!, un’app per scovare nuovi talenti sul web: “Molti giovani mi scrivono sui social proponendosi come artisti e così ho pensato a questa app che permette a chi vuole di registrare una clip di un minuto per mostrare le proprie doti di cantanti o di attori. Chi riceve più like potrà diventare l’artista del mese” spiega il regista, entusiasta del progetto, cui si dedica da un anno. Chissà che il materiale raccolto non diventi spunto per una storia. Per Özpetek, che quasi confessa di essere un ‘addicted’ di Instagram, il web è croce e delizia, occasione per svelare talenti nascosti, ma anche ‘rovina’ dei rapporti interpersonali: “Ormai guardiamo più gli schermi che i volti. Penso succederà, prima o poi, qualcosa che ribalterà la situazione”, chiosa con un certo rammarico il regista. Intanto si prepara a guardare negli occhi migliaia di ragazzi, pronti a raccontarsi e a lasciarsi trascinare dalle sue parole.
I sogni sono a breve termine e a lungo termine. Per Cristiano Caccamo, giovane attore dal curriculum già notevole, a breve termine c’è il sogno di una serie per Netflix e a lungo termine quello dell’Oscar perché, dice lui incontrando gli Elements +10 del Giffoni 2018, “niente nella vita va considerato come impossibile”.
Cristiano Caccamo, il Giovanni dell’ultima stagione dell’amatissima serie “Don Matteo”, impegnato a settembre sugli schermi di Raiuno nella fiction “La vita promessa” al fianco di Luisa Ranieri, è stato insignito nella sala Sordi della Cittadella del Cinema di Giffoni, dell’Explosive Talent Award 2018, un riconoscimento per un pezzo di carriera già esaltante e un auspicio per nuovi e blasonatissimi traguardi. Sotto il pressing delle domande dei giovani giurati, Cristiano Caccamo si racconta: «L’incontro con il teatro ed il cinema è stato quasi casuale – ha dichiarato – Ho iniziato tardi rispetto alla media. Avevo 21 anni. Studiavo lingue all’università. E’ stato mio padre a consigliarmi di seguire un corso di teatro. E così ho fatto. Poi dopo un anno ho deciso di frequentare il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma». Prima lo studio, è il suggerimento di Caccamo, perché il mestiere dell’attore non si improvvisa e poi la lunga trafila dei provini: «Della prima volta sul set – racconta – ricordo l’ansia. Ma è un’ansia che non finisce mai. Paura mai, ma ansia. Credo sia giusto, sia normale».
Nasce in Calabria, si trasferisce in Umbria all’età di 15 anni e poi l’approdo a Roma per il percorso di studi: «Ho un rapporto difficile con la mia terra d’origine – confessa – Sono stato in Umbria dai 15 ai 18 anni. Ammetto che ho avuto qualche difficoltà: è giusto sentirsi legati con la terra dove si nasce, lì abbiamo le nostre radici, ma ad un certo punto bisogna staccarsi per vedere cosa succede fuori da casa tua». Cristiano Caccamo ha 29 anni, ma un bagaglio di esperienze già molto ampio: «Da ciascuna persona con cui lavoro – commenta – prendo il buono. Ognuno ha qualcosa da insegnare. Certo, non puoi trovarti bene con tutti, ma ognuno può darti qualcosa. Il bello di questo lavoro è che puoi interpretare ruoli che sono molto lontani da come sei nella realtà. Mi è successo con “Che Dio ci aiuti” dove interpreto un cardiochirurgo. Avevo il timore di non riuscire ad essere credibile. Non riuscivo a trovare la cifra stilistica giusta. Poi però ho incrociato una chiave d’accesso al personaggio ed è andata bene». Stesso discorso per il ruolo del film “Può baciare lo sposo” in coppia con Salvatore Esposito, il Genny Savastano di Gomorra- La Serie: «Inizialmente – ha detto – credevo di incontrare difficoltà nell’interpretare il ruolo di una persona omosessuale. Poi mi sono concentrato sul sentimento, sull’amore. E mi è venuto semplice perché l’amore non ha differenze legate alla determinazione sessuale».
I suoi riferimenti sono Giancarlo Giannini e Leonardo Di Caprio, mentre il ruolo che avrebbe voluto interpretare è quello di Jack Sparrow, il pirata caraibico di Johnny Depp. Poi il sogno dell’Oscar: «Non so se lo prenderò mai – dice sorridendo – ma sognare non costa nulla e nella vita nulla è impossibile». Se non avesse fatto l’attore, Caccamo confessa che non sarebbe mai diventato avvocato o medico, ma avrebbe volentieri fatto il cuoco, anzi il pasticciere: «Avrei aperto un posto – dice ribadendo la sua celebre golosità, spesso rivelata sui social – dove si preparano solo soufflé al cioccolato». E se i social oggi sono imprescindibili per chi fa spettacolo, Cristiano Caccamo non fa eccezione. Anzi, i suoi canali sono seguitissimi e l’incontro di Giffoni non poteva non concludersi con un’Instagram stories che il giovane Cristiano ha personalmente realizzato e dedicato a tutti i giffoners.
Giffoni Film Festival e Original Marines ancora insieme per la 48esima edizione della manifestazione; una partnership che si arricchisce ogni anno con nuove iniziative: dalle maglie delle giurie, del team tecnico e dei masterclassers, ai casting per diventare reporter del brand durante l’evento, al contest per famiglie “Vinci Giffoni”, all’APP My Original per diventare giurati.
Le maglie Giffoni. Original Marines per il terzo anno consecutivo firma le maglie delle giovani, colorate, allegre, numerose e multietniche giurie del Giffoni Film Festival, composte quest’anno da 5601 giurati dai 3 anni in su. L’azienda realizza anche le maglie del team tecnico e dei masterclassers che animano le cinque sezioni Classic, Talk, Music, Radio e Green, per un totale di 12.700 t-shirt, realizzate ad hoc. Una ninfa, una creatura acquatica che si immerge per raggiungere gli abissi, è la protagonista dell’illustrazione al centro delle maglie. Ideata e realizzata da Luca Apolito e Chiara Pepe, rappresenta la bellezza magica della natura e l’importanza dell’elemento acqua, fondamentale perché composizione essenziale della vita. “Aqua” è anche il tema della 48esima edizione del Festival.
Original Marines e i piccoli reporter. La partnership Original Marines con il Giffoni Film Festival si arricchisce, di edizione in edizione, con nuove e originali iniziative. In diretta dal Festival, i due piccoli giffoners che hanno partecipato e vinto i casting realizzati nell’ambito degli Original Days, saranno i reporter del brand e racconteranno la loro magica esperienza in chiave “original”. A migliaia, bambine e bambini, hanno partecipato al concorso “Mostrati Original, vinci Giffoni”, supportati da una troupe Giffoni che ha collaborato per filmare i casting e provinare i piccoli. I partecipanti hanno realizzato un breve video in cui hanno raccontato in 30 secondi cosa significa essere “ORIGINAL”. I due giovanissimi vincitori, una bimba e un bimbo tra i 6 e i 9 anni andranno in giro per il Festival come piccoli reporter intervistando attori famosi, registi, star dello spettacolo e non solo.
Il contest. Original Marines ha ideato e lanciato il contest “Vinci Giffoni” che ha messo in palio, per ogni acquisto con MyOriginal Card, la possibilità di partecipare all’estrazione di 4 soggiorni durante il #Giffoni2018. Le 4 famiglie vincitrici avranno accesso alle anteprime e all’area lounge e avranno, inoltre, la possibilità di vedere dal vivo i protagonisti del Festival. Original Marines ha dato infine la possibilità ai più piccoli di conquistare alcuni posti nelle giurie Elements +3 ed Elements +6 attraverso l’app My Original (http://app.originalmarines.com/) e il quiz dedicato al mondo del cinema.
Original Marines
Creatività, qualità e italianità sono solo alcuni degli asset di Original Marines, il brand della IMAP Export Spa nato nel 1983. Una dinamica realtà che produce e commercializza collezioni di abbigliamento dallo stile original con un core target da 0 a 12 anni. Una miscela di colori, poesia e attenzione ai bisogni dei bambini si esprimono nei capi in modo insolito e inaspettato.
Original Marines è presente in Italia con più di 500 punti vendita e all’estero con più di 160 store tra Europa, Asia e Africa.