Conflitti generazionali, diversità, bullismo, migrazioni, sentimenti, dubbi, adolescenza, crescita personale: queste sono solo alcune delle profonde, complesse ed emozionanti storie al centro delle 99 opere, tra lungometraggi e cortometraggi, in concorso alla 48esima edizione del Giffoni Film Festival, in programma dal 20 al 28 luglio. E tra queste ben 11 sono realizzate e prodotte in Italia. Ben 4500 i film iscritti in preselezione che il team della direzione di Giffoni ha valutato attentamente, per poi scegliere la rosa da sottoporre ai 5601 giurati presenti.
Un impegno di grande responsabilità, che ha tenuto conto non solo delle novità e delle innovazioni che costantemente travolgono e mutano il mondo del cinema, ma anche dei temi più forti e sensibili per le giovani generazioni di ogni parte del mondo. Questo con un lavoro di selezione complesso, sempre alla ricerca di storie inedite, particolari, uniche.
Otto le sezioni competitive in cui saranno presentati: Elements +3 (dai 3 ai 5 anni), Elements +6 (dai 6 ai 9 anni), Elements +10 (da 10 ai 12 anni), Generator +13 (dai 13 ai 16 anni), Generator +16 (dai 16 ai 17 anni), Generator +18 (18 anni in su), Gex Doc (sezione di documentari dedicata a filmgoers) e Parental Experience (composta interamente da cortometraggi rivolti a un pubblico di genitori). Come da tradizione saranno proprio i giurati, provenienti da 52 Paesi, a decretare i vincitori del Gryphon Award. Ecco i titoli selezionati:
ELEMENTS +3
Sono 3 i lungometraggi fuori concorso dedicati alla giuria più giovane del Festival, si parte da MY GIRAFFE (Olanda/Germania/Belgio, 2017) di Barbara Bredero. Il miglior amico di Patterson è Raf, una giraffa. Quando entrambi raggiungono l’età per andare a scuola, sono felicissimi ma, ben presto, scopriranno che nell’istituto nessun animale ha il permesso di entrare. Fortunatamente il bambino elaborerà un piano per portarlo con sé. È, invece, uno dei più grandi maestri d’animazione Jannik Hastrup, il regista di CIRCLEEN, COCO AND THE WILD RHINOCEROS (Danimarca, 2018). Già noto a Giffoni dove, nel 1992, ha presentato “War of Birds” e più recentemente, nel 2015, “Mini and the Mozzies”, torna a stupire gli Elements +3 con l’appassionante storia di Cirkeline, una piccola elfa alle prese con la principessa Coco e un cucciolo di rinoceronte. Entrambi vogliono ritornare nella loro casa in Africa e Cirkeline decide di accompagnarli, partono insieme in un viaggio che gli insegnerà come anche il più giovane dei rinoceronti può dimostrarsi un eroe. Terzo capitolo della saga del regista Arne Lindtner Naess, CASPER AND EMMA PUT ON A PLAY (Norvegia, 2017) ci fa rincontrare i due simpatici protagonisti alle prese con una nuova avventura. All’asilo, Casper ed Emma sentono parlare di un orfanotrofio in India sprovvisto di elettricità. Decidono, quindi, di raccogliere fondi per la struttura ideando un gioco con protagonisti degli elfi capaci di illuminare l’oscurità. Inizia il processo di creazione di una sceneggiatura, canzoni, balli, costumi e set.
Sono, invece, ben 21 i cortometraggi in concorso nella sezione Elements +3. I giurati potranno valutare e scegliere il miglior prodotto audiovisivo tra: PAT (Italia, 2018) di Adriano Candiago, TAKISHA’S SONG (Italia, 2018) di Mario Moraro, AN OLD LADY STEPPED OUT FOR SOME BREAD AND A PASTRY (Russia, 2017) di Anastasiya Jakulina, ANT (Germania, 2017) di Julia Ocker, BLANKET TALE (Russia, 2017) di Maria Kuzmenko, CATASTROPHE (Olanda, 2017) di Jamille van Wijngaarden, COCO’S DAY (Russia, 2017) di Tatiana Moshkova, DUBAK (Russia, 2017) di Anna Kritskaya, KAAL (Francia, 2018) di Charlie Aufroy, LEMON & ELDERFLOWER (Russia, 2017) di Ilenia Cotardo, MOGU AND PEROL (Giappone, 2018) di Tsuneo Goda, MOON SAID : BLOP BLOP HELP! (Iran, 2018) di Reyhane Kavosh, PATHFINDER (Russia, 2017) di Veronika Fedorova, PENGUIN (Germania, 2018) di Julia Ocker, THE ROBOT AND THE WHALE (Svezia, 2018) di Jonas Forsman, STRENGTH IN NUMBERS (Francia/Belgio, 2017) di Anais Sorrentino, THE SWIMMING LESSON (Russia, 2017) di Tatyana Okruzhnova, TANGUITO ARGENTINO (Argentina, 2017) di Joaquin Braga, TRUNKY (Russia, 2017) di Ekaterina Filippova, VS SANTA (Spagna, 2017) di Raúl Colomer e Aitor Herrero e WEEDS (Stati Uniti, 2017) di Kevin Hudson.
ELEMENTS +6
Amicizia, rapporto padri e figli, culture apparentemente lontane, piccole e grandi sfide che accomunano i percorsi di crescita dall’infanzia all’adolescenza: è il filo conduttore della sezione Elements +6. Del regista italiano Gabriele Pignotta, KIP FISCHER AND THE SECRET OF ÖTZI (ÖTZI E IL MISTERO DEL TEMPO) (Italia, 2018) vanta una cast d’eccezione con Alessandra Mastronardi e Vinicio Marchioni. Kip è un ragazzo come tanti, intelligente e sensibile, per cui il tempo dell’infanzia sta finendo. Negli ultimi giorni prima di lasciare per sempre Bolzano e gli amici del cuore, il giovane vive con loro un’esperienza straordinaria. Quando si reca al museo a salutare la mummia per l’ultima volta, accade qualcosa di magico e Ötzi si risveglia, cominciando a rigenerarsi. Mentre Ötzi, in incognito, incontrerà il ventunesimo secolo, Kip apprenderà da lui i segreti dell’età del rame. Il film sarà distribuito in Italia da Rai Cinema. Si continua con RUNNING LIKE WIND (Cina, 2017) di Zhong Hai che ci mostra, in modo divertente, la frustrante vita di un allenatore di calcio femminile nella provincia di Hainan in Cina. L’opera delinea un forte spirito sportivo quale metodo per affrontare al meglio la gioventù e, con un tocco di umorismo, racconta la cultura e le aggraziate tradizioni asiatiche. Torna, invece, al Festival la regista Dorte Bengtson. Dopo lo short-film “Vitello Dig a Hole” – presentato nel 2015 sempre in questa sezione – è la volta del lungometraggio VITELLO (Danimarca, 2018). Il giovane vive con la madre in una piccola abitazione a schiera vicino alla tangenziale. La sua vita è quella di un normale ragazzo della sua età se non fosse per un piccolo particolare: non ha un papà o, per lo meno, non sa chi sia. Sua madre non gli è di grande aiuto e aggira ogni sua domanda con un semplice: “È un mascalzone”. Ciò non è abbastanza per il ragazzo, che decide di mettersi alla ricerca del genitore. Con SUPER FURBALL (Finlandia, 2018) di Joona Tena, invece, si affronta l’adolescenza con un tocco di magia. Emilia ha 11 anni e vive in un sobborgo di Helsinki con sua madre. La ragazza crede di essere noiosa e impopolare rispetto alle altre sue coetanee, fino a quando un porcellino d’india la condurrà in una serie di avventure sorprendenti. Basato sul romanzo bestseller di Michael Ende (La Storia Infinita), JIM BUTTON AND LUKE THE ENGINE DRIVER (Germania, 2018) di Dennis Gansel segue il percorso di un giovane orfano, Jim Button, del suo migliore amico Luke e di un magico treno a vapore chiamato Emma. I tre si avventureranno alla ricerca della verità sulle origini di Jim. Tocca corde molto diverse CHUSKIT (India, 2018) di Priya Ramasubban: Il sogno della giovane protagonista è molto semplice: andare a scuola. Purtroppo questo semplice obiettivo viene stravolto quando la ragazza diviene paraplegica dopo un incidente. Costretta a vivere in casa in compagnia di suo nonno, Dorje, Chuskit continua a nutrire la speranza di poter studiare insieme ai suoi coetanei. Mentre la vita in casa diventa sempre più difficile e la battaglia con il nonno esasperata, tra loro si pongono i genitori di Chuskit e il fratello che, pur volendo rispettare la visione di Dorje, provano a mantenere vivo lo spirito della bambina. Altro regista noto a Giffoni è Joachim Masannek, questa volta al pubblico propone LITTLE MISS DOLITTLE (Germania, 2018). Liliane, 11 anni, sa parlare con gli animali! Questo è un segreto che nessuno dovrebbe sapere tranne i suoi genitori. La bambina promette di non rivelare la verità, questo fino a quando apprende che un animale ha rapito il piccolo elefante Ronni dallo zoo locale. Insieme al suo nuovo compagno di classe Jess, Lilli parte all’avventura per salvare il cucciolo. Il film sarà distribuito in Italia da Notorious Pictures.
Sono 9, invece, gli short-film in gara per questa sezione: STELLA 1 (Italia, 2017) di Roberto D’Ippolito e Gaia Bonsignore, GOODNIGHT di (Italia, 2018) di Caterina De Mata, FROM UP THERE (Italia, 2017) di Teresa Paoli, CHOCOLATE (Emirati Arabi, 2017) di Mehdi Heydari, LOOK (Lituania, 2017) di Meinardas Valkevičius, STARDUST (Messico, 2017) di Aldo Sotelo Lázaro, BELLY FLOP (Sudafrica, 2017) di Jeremy Collins e Kelly Dillon, FISH (Spagna, 2017) di Javier Quintas e STUMBLEBEE (Germania, 2017) di Monika Tenhündfeld.
ELEMENTS +10
Storie di formazione capaci di parlare dritto al cuore dei giurati: i lungometraggi dedicati agli Elements +10 non deluderanno di certo le aspettative del giovane pubblico. Basato sull’omonimo libro per bambini, ROSIE & MOUSSA (Belgio/Olanda, 2018) di Dorothee Van Den Berghe è un racconto di amicizia, crescita e coraggio. Il film ci mostra la complessa situazione familiare di Rosie, appena trasferitasi in un’altra città e con il padre in prigione. La ragazza troverà in Moussa un supporto alle difficoltà. È basato su una storia vera, invece, ZOO (Irlanda/Canada 2017) di Colin Mclvor. Durante i bombardamenti aerei tedeschi di Belfast nel 1941, Tom lotta per salvare Buster, un cucciolo di elefante. Protagonista dell’opera è Art Parkinson, che ha interpretato Rickon Stark ne “Il Trono di Spade”. L’attore è presente anche in “I Kill Giants” selezionato per i Generator +13. Si continua con THE WITCH HUNTERS (Serbia/Macedonia, 2018) di Rasko Miljkovic. Jovan, un bambino di dieci anni, soffre di una parziale paralisi cerebrale, condizione che ha modellato la sua esistenza e che gli ha fatto credere di passare inosservato agli occhi degli altri. Grazie alla fantasia e al potere dell’immaginazione, si rifugia spesso in un mondo fantastico in cui è libero di essere chi vuole e di avere quei poteri da supereroe che tutti sognano. La sua routine viene però rotta dall’amicizia con Milica. La ragazza lo inviterà ad aiutarla a liberare suo padre dalla nuova moglie, la matrigna che crede essere una strega. Veniamo trasportati con THE WAR GAME (Svezia, 2017) di Goran Kapetanovic nella vita di Malte, un solitario ragazzo di 11 anni con la passione per i giochi dalle strategie complesse. Quando il giovane finisce nel bel mezzo di un conflitto tra due cortili, trova un uso pratico alle sue teorie. Troppo tardi si accorge che la sua interferenza rende il gioco reale, tanto da provocare una vera guerra. Riuscirà a fermarla? Sport e formazione sono al centro di THE FALCONS (Islanda, 2018) di Bragi Thor Hinriksson. Ogni anno, su una grande isola appena fuori dall’Islanda, c’è un enorme torneo di calcio per bambini. Quest’anno Jon, dieci anni, va con la sua squadra a gareggiare e dovrà crescere più velocemente di quanto si aspettasse, sia dentro che fuori dal campo. Esordio alla regia, invece, per Likarion Wainaina con SUPA MODO (Germania/Kenya, 2018). Jo, malata terminale di soli 9 anni, viene portata in un villaggio di campagna per trascorrere il resto della sua breve vita. Il suo unico conforto, in questi tempi noiosi, è il sogno di essere un supereroe, desiderio realizzabile dalla sua ribelle sorella adolescente Mwix, della madre iperprotettiva Kathryn e dell’intera cittadina di Maweni. Appassionante anche il film d’animazione ZOOKS (Belgio, 2018) di Kristoff Leue e Dimitri Leue. In un regno in cui l’uomo e la natura sono segregati, Robin, fugge nella foresta proibita dove incontra Wolf, il giovane vero erede al trono. Robin, Wolf e alcuni alleati inattesi mettono in moto un’avventura che farà cadere il Re Cattivo e ristabilirà l’equilibrio tra uomo e natura.
Non solo lungometraggi, agli Elements + 10 il compito di visionare e valutare 7 cortometraggi: BISMILLAH (Italia, 2017) di Alessandro Grande, BIKE BIRD (Norvegia, 2018) di Odveig Klyve e Kari Klyve-Skaug, GELATO SEVEN SUMMERS OF ICE CREAM LOVE (Germania, 2017) di Daniela Opp, IRON HANDS (Cina, 2017) di Johnson Cheng, AHMED & MARKUS (Svezia, 2018) di Maria Eriksson-Hecht, THE LAST CLASS (Iran, 2018) di Mohammad Kheimehgahi e THE PRINCESS BALL (Francia, 2018) di Julie Rembauville e Nicolas Bianco-Levrin.
GENERATOR +13
L’incontro tra fantasia e realtà, la complessità delle prime relazioni e il rapporto tra genitori e figli sono alcuni dei temi al centro della sezione Generator +13. Ricompare in I KILL GIANTS (Belgio/Inghilterra/Usa, 2017) di Anders Walter l’attore Art Parkinson, già protagonista di “Zoo” per la sezione Elements +10. L’omonima graphic novel – a cui è ispirato il film – racconta la storia di una ragazza che scappa dalla sua difficile realtà in una vita fantastica dove ha più potere. Zoe Saldana (la Neytiri di “Avatar”) interpreta il ruolo della signora Mollé, psicologa e confidente della protagonista Barbara (Madison Wolfe) una giovane in lotta contro mostri e fantasmi reali e irreali. Con MEERKAT MOONSHIP (Sud Africa, 2017) di Hanneke Schutte incontriamo Gideonette, una ragazza timida e visionaria sul cui nome si cela una maledizione di famiglia. Sembra, infatti, che ogni “Gideon” sia morto in un bizzarro incidente. La giovane non sembra prestare ascolto alle preoccupazioni familiari ma una serie di incredibili eventi potrebbero dissuaderla, insegnandole che nessuno può nascondersi dalla morte. Torna a Giffoni Marc Rothemund con THIS CRAZY HEART (Germania, 2017). Il regista ha presentato nel 2013 “The Girl With Nine Wigs” nella sezione Generator +18, inoltre ha diretto “Sophie Schooll” uscito in Italia nel 2005 con il titolo “La Rosa Bianca”. Lenny, trentenne figlio di un rinomato cardiologo, vive come vuole fino al giorno in cui, stanco del suo comportamento, il padre gli blocca la carta di credito. Per riavere indietro la sua vita, Lenny dovrà occuparsi del quindicenne David, che invece soffre sin da quando è nato. Dapprima restio all’idea, l’uomo si lascerà conquistare dall’adolescente imparando cosa sia il senso di responsabilità. Con MORE (Turchia/Grecia, 2017) di Onur Saylak, invece, conosciamo Gaza, un ragazzo di 14 anni che vive sulla costa egea della Turchia. Insieme al padre prepotente, aiuta a contrabbandare i rifugiati in Europa, offrendo loro un riparo temporaneo e cibo scarso fino a quando non tentano la loro traversata. Gaza sogna di sfuggire a questa vita, ma non può fare a meno di essere trascinato in un mondo oscuro, fatto di sfruttamento e sofferenza. Puoi evitare di diventare un mostro quando sei stato allevato da uno di loro? Adattato dal pluripremiato romanzo omonimo di Hakan Günday, che è stato tradotto in più di 7 lingue in tutto il mondo, “Daha” è la storia avvincente di un ragazzo che cresce in un mondo in cui non c’è spazio per l’innocenza. Storia diversa quella di OLD BOYS (Inghilterra, 2018) di Toby Macdonald. Nel college inglese di Calderhouse vince sempre il più forte. Per Amberson, un ragazzo timido e poco sportivo, i tempi sono duri. Viene sempre emarginato fino a quando incontra Agnes, la figlia dell’insegnante di francese. Arriverà il momento, per Amberson, di affrontare Winchester, il ragazzo più popolare della scuola. Altro nome noto ai giffoners è quello del regista Christian Lo che, questa volta, presenta al pubblico LOS BANDO (Norvegia/Svezia, 2018). Axel e Grim sono due grandi amici che hanno deciso di esibirsi al Campionato nazionale del rock con la loro band, Los Bando Immortale. La violoncellista di nove anni Thilda e il pilota di rally minorenne Martin completano il gruppo. Il quartetto parte così per un turbolento viaggio nel selvaggio nord. Con la polizia e qualche folle parente alle calcagna, i quattro amici procedono imperturbabili verso il loro sogno. Montreal, ottobre 1970: è l’ambientazione di CROSS MY HEART (Canada, 2017) di Luc Picard. La famiglia della dodicenne Manon è sull’orlo del collasso. La ragazza e il fratellino Mimi stanno per essere posti in affidamento ed entrambi sono furibondi. Ispirandosi alla crisi politica in corso, escogitano un piano e prendono in ostaggio una vecchia signora, reclamando il diritto di avere libera scelta sul loro futuro. Con l’aiuto dei cugini Martin e Denis, lasciano la città, decisi a trovare rifugio in un luogo dove tutti possono essere felici e liberi.
GENERATOR +16
Mettono a confronto leggerezza e preoccupazioni degli anni più belli i film scelti per i Generator +16: un viaggio nei piccoli e grandi ostacoli della ricerca e affermazione di se stessi. Tati e Renet sono i protagonisti di RUST (Brasile, 2017) di Aly Muritiba. I due studenti delle scuole superiori cominciano a scambiarsi messaggi sui social media, ma la loro relazione termina quando in rete finisce un video intimo di Tati. La vergogna per l’accaduto e la separazione dei genitori di Renet mettono a dura prova il loro rapporto. Riusciranno a recuperare i pezzi? È il racconto di un’adolescenza difficile NIGHT COMES ON (Usa, 2018) di Jordana Spiro, al suo primo lungometraggio ma già protagonista di diverse serie tv. Angel LaMere viene rilasciata dal centro di custodia minorile alla vigilia del suo diciottesimo compleanno. Ossessionata dal suo passato, intraprende con la sorella di dieci anni un viaggio che potrebbe distruggere per sempre il suo futuro. Esordio alla regia anche per Banu Sivaci con THE PIGEON (Turchia, 2018). È solo sul tetto della casa dei suoi genitori, sopra i vicoli di una baraccopoli di Adana, in compagnia dei suoi adorati piccioni, che Yusuf può trovare pace ma soprattutto può ritrovare se stesso. L’amore come cura alle ferite del passato è, invece, il tema di AIR (Germania, 2017) di Anatol Schuster che per la prima volta firma un lungometraggio. Louk è profonda come il mare. Manja è pura come l’aria. Il loro amore significa non avere paura, non mentire e non lasciare tracce. Ma quando Manja si rende conto che l’idealismo di Louk nasconde una ferita profonda, lasciata dalla perdita di sua madre, la aiuta a dire addio al passato e impara a lasciarsi andare. Con SADIE (Usa, 2018) di Megan Griffiths torna al Festival Sophia Mitri Schloss, già protagonista di “Lane 1974”, presentato nel 2017. Nel film anche l’attore Danielle Brooks, noto per la serie TV “Orange is the New Black”. Sadie è un’adolescente che vive con i genitori, anche se il padre è sempre assente a causa del suo lavoro nell’esercito. Malgrado la lontananza, la ragazza è molto affezionata al padre e non accetta la nuova relazione della madre con un altro uomo. Per ostacolarla adotterà l’unico metodo che conosce: quello della guerra. Presentato quest’anno nella sezione “Un Certain Regard” del Festival di Cannes, FRIEND (Kenya/Sud Africa/Francia, 2018) di Wanuri Kahiu è pronto a conquistare anche i giurati di Giffoni. Kena e Ziki sono due ragazze molto diverse tra loro. La prima sta per cominciare la scuole per infermiere, mentre la seconda ama danzare e trascorre le sue giornate in compagnia dei suoi amici. Quando i relativi padri entrano in competizione per questioni politiche tra le due scatta qualcosa. Girato dai quattro protagonisti attraverso i loro smartphone nei vasti spazi delle praterie del Sudafrica, HIGH FANTASY (Sud Africa, 2017) di Jenna Bass, riflettere su cosa voglia dire vivere dentro il corpo di un’altra persona. Quando Lexi e le sue amiche sperimentano esattamente questo durante un viaggio in campeggio, ne deriva una dinamica carica di tensioni tra le tre ragazze e Thami, l’unico uomo con loro. Un saggio astuto e pungente sulla politica implacabile del corpo umano – e ancora molto rilevante anche decenni dopo la presunta fine dell’Apartheid.
GENERATOR +18
La complessità dei rapporti in contesti non sempre facili: è il percorso proposto ai Generator +18. Con BROTHERS (Olanda, 2017) di Hanro Smitsman si viene proiettati nel dramma di Hassan e Mourad alla ricerca del loro fratello minore, Yasin, un presunto estremista nella Siria dilaniata dalla guerra. Cambio totale di contesto per THE HUNGRY LION (Giappone, 2017) di Ogata Takaomi, qui un insegnante di liceo viene arrestato con l’accusa di avere avuto rapporti sessuali con una minorenne. Ad entrare nell’occhio del ciclone sarà la giovane Hiromi, accusata di essere stata ripresa dall’insegnante in un video hot divenuto virale. La ragazza dovrà fare i conti con gli haters che la maltrattano online e nella vita reale. Conosciamo Theo con FAKE TATTOOS (Canada, 2017) di Pascal Plante. Il giovane trascorre il giorno del suo diciottesimo compleanno da solo, ubriacandosi durante un concerto punk rock. Qui incontra Mag, un’adolescente che lo invita a passare la notte a casa sua. Tra i due inizia una storia d’amore ma presto Theo dovrà trasferirsi lontano dal suo doloroso passato. Diverso è il percorso narrativo scelto per MICHAEL INSIDE (Irlanda, 2017) di Frank Berry. Protagonista è Michael McCrea (Dafhyd Flynn) un 18enne irlandese che vive con suo nonno Francis (Lalor Roddy). Il ragazzo non frequenta le migliori compagnie, tanto che un giorno un amico gli chiede di nascondere un sacchetto di droga per suo fratello. Il giovane accetta e decide di riporre le sostanze stupefacenti nella sua camera da letto, ma la mattina seguente la polizia perquisisce l’appartamento e Michael viene catturato e condannato a tre mesi di carcere. Una studentessa diciottenne semina il panico e crea disagio nel vicinato con la sua cricca di motocross: è la protagonista de L’ANIMALE (Austria, 2018) di Katharina Muckstein. Il suo bisogno di appartenenza, la sua esperienza di dominio maschile e l’ardente devozione alla sua banda suscitano in lei emozioni contrastanti. Presentato quest’anno nella sezione “Semaine de la Critique” del Festival di Cannes, arriva a Giffoni SHEHERAZADE (Francia, 2018) opera prima di Jean-Bernard Marlin. Zachary, 17 anni, esce di prigione. Respinto da sua madre, trova rifugio nei quartieri malfamati di Marsiglia. È qui che incontra Shéhérazade. È un esordio alla regia anche per Ian Macallister Mcdonald e il suo SOME FREAKS (Usa, 2017). Goffo, timido e con una benda che gli copre l’occhio mancante, Matt Ledbetter non è di certo lo studente più popolare della sua scuola. Un giorno, al corso di biologia, il ragazzo incontra Jill, una ragazza estroversa e brillante con cui sperimenta emozioni e sensazioni mai provate prima. Jill, però, è sovrappeso e al pari di Matt sa cosa significhi essere presi di mira per il proprio aspetto.
Sempre all’occhio attento dei Generator +18 saranno proposti gli 8 corti in gara: THE BOX (Slovenia, 2017) di Dusan Kastelic, THE CAT’S REGRET (Francia/Belgio, 2018) di Alain Gagnol e JeanLoup Felicioli, (FOOL TIME) JOB (Francia, 2017) di Gilles Cuvelier, MERMAIDS AND RHINOS (Ungheria, 2017) di Viktoria Traub, MR.DEER (Iran, 2018) di Mojtaba Mousavi, PANTA RHEI (Belgio, 2018) di Wouter Bongaerts, TWEET-TWEET (Russia, 2018) di Zhanna Bekmambetova e WINDS OF SPRING (Canada, 2017) di Keyu Chen.
GEX DOC
Si basano su storie vere, narrate in forma di documentario, le opere scelte per Gex Doc. Si parte con il lungometraggio italiano di Alessandro Marinelli, BASILEUS – LA SCUOLA DEI RE (Italia, 2017), distribuita da Rai Cinema. Ambientato nella scuola media Federico Fellini del quartiere San Basilio a Roma, racconta i percorsi di formazione di un gruppo di adolescenti e di cosa significhi essere insegnanti in contesti non semplici. Un viaggio nella vita di classe che ci mostra un mondo trasudante della vitalità tipica dell’adolescenza, di speranze, sogni, ma anche carico di difficoltà, di paure e d’incertezza verso il futuro. Si continua con il commovente DEATH OF A CHILD (Danimarca, 2017) di Frida e Lasse Barkfors. L’opera è un’esplorazione della vita dei genitori che hanno causato la morte dei propri figli, spiegando allo spettatore le situazioni che hanno provocato questa tragedia. Il racconto sembra scatenare una rabbia sociale e delle condanne specifiche. Perché un genitore dimentica il proprio figlio in macchina? Primo lungometraggio da regista per Ayelet Albenda che al Festival porta IN MY ROOM (Israele, 2017). La storia si svolge nelle stanze di sei adolescenti, il film viene interamente raccontato dai video autoprodotti dai ragazzi e pubblicati su YouTube. Non si tratta di stelle della rete ma solo di giovani che parlano a se stessi e a chiunque sia disposto ad ascoltare. Una ragazza Swazi intraprende una pericolosa missione per salvare i suoi fratelli in LIYANA (Qatar/Svizzera/Usa, 2017) di Aaron e Amanda Kopp. Si tratta di una favola africana animata nata dall’immaginazione di cinque bambini orfani dello Swaziland. Una storia di perseveranza attinta dai loro ricordi più oscuri e dai loro sogni più luminosi. Il viaggio del loro personaggio immaginario è intrecciato con scene documentaristiche poetiche. Diverso il tema di IMPOSED PIECE (Belgio, 2017) di Brecht Vanhoenacker, si tratta di una cronaca cinematografica basata su uno dei più prestigiosi concorsi per violino: the Queen Elisabeth. Attraverso questo documentario, il pubblico incontra alcuni dei dodici finalisti e segue la loro intensa preparazione. Questi musicisti giovani e talentuosi hanno finalmente la possibilità di esibirsi come solisti dopo anni di pratica e sacrifici. A poco a poco, il film rivela come si preparano, come affrontano lo stress e come riflettono sul loro passato e futuro. È una storia di rivincita PRIMAS (Argentina/Canada, 2017) di Laura Bari. Un ritratto evocativo di due cugini argentini, Rocío e Aldana, che, sulla scia delle atroci violenze che hanno interrotto la loro infanzia, si libereranno dalle ombre del loro passato. Viaggiando in Argentina e Montreal, le ragazze diventano maggiorenni con esperienze rivelatrici nelle loro vite quotidiane. Parla di amicizia SOME MIGHT SAY (Spagna, 2017) di Nila Nunez Urgell. Grazie ad Aisha e Ahlam ci immergeremo nella realtà di due adolescenti musulmane, impegnate in un progetto scolastico sulle donne che indossano il velo a Barcellona. Il compito le induce a riflettere e a fare confessioni l’una sull’altra, ciò genererà un’evoluzione interna per entrambe. Un esercizio di comprensione su come il pregiudizio può avvelenare i nostri punti di vista.
PARENTAL EXPERIENCE
A genitori e filmgoers sono dedicati i 12 cortometraggi in competizione: CHASING (Italia, 2018) di Federico Papagna, ENFANTS PERDUS (Italia, 2017) di Ermanno Dantini, UPROAR (Italia, 2017) di Ludovico Di Martino, 2ND CLASS (Svezia, 2018) di Jimmy Olsson, AMERICA (Israele, 2018) di Nadav Arbel, A SON (Corea del Sud, 2018) di Bongju Kim, BECAUSE THIS IS MY CRAFT (Portogallo, 2018) di Paulo Monteiro, , GOLD (Svezia, 2018) di Abbe Hassan, LANDSHARKS (Gran Bretagna, 2018) di Aaron Dunleavy, NIGHTSHADE (Paesi Bassi, 2018) di Shady El-Hamus, TSAR BOMBA (Svizzera, 2018) di Oskar Rosetti e WARRIORS OF SANITÀ (Gran Bretagna, 2018) di Luca Nappa.