Siamo nei cinquant’anni di Giffoni. Lo ha annunciato il direttore Claudio Gubitosi nella tradizionale conferenza di chiusura che si è tenuta questo pomeriggio presso la Multimedia Valley. A precederlo le testimonianze autentiche ed intense di jurors e masterclassers.
“Giffoni – ha dichiarato Giovanni Cioffi, masterclass Connect – è un posto che amo definire la piazza del mondo perché qui non conta da dove vieni, quale sia il tuo colore della pelle, che partito voti, qui fai parte di un’esperienza unica. Di Giffoni mi fa effetto la libertà che abbiamo di poter dire quello che pensiamo”.
“Sono per la prima volta a Giffoni – ha detto Francesca Marra, Generator +13 – con quest’esperienza credo di poter cambiare il mondo perché sono cambiata io stessa, qui ho trovato la nuova versione della mia persona. Qui a Giffoni sono semplicemente Francesca e posso parlare. Una sensazione mai provata fino ad ora ed è bellissimo”.
“Quest’anno – ha dichiarato la giurata Marta Apicella – è stata fantastica la selezione dei film, davvero innovativa. Tutto questo fa di Giffoni qualcosa di essenziale. Direi che qui c’è il meraviglioso mondo di Giffoni che palpita per noi”. Le fa eco Giorgio Lo Mastro, giurato di Generator +13: “Molto spesso – ha detto – diamo per scontato questo festival, con tutte le opportunità che ci vengono date, ma non è così. Non conosco altro posto in cui questo è possibile. È un’esperienza straordinaria e questo ce lo dobbiamo ricordare sempre”.
“Non finirò mai di ringraziare Gubitosi – ha dichiarato Rosaria Spinello della Connect – lui è l’esempio che dobbiamo seguire. Grazie per avermi dato la possibilità di cambiare me stessa e di aprirmi sia con la mente che con il cuore”.
“Amo definire Giffoni una casa della fragilità – ha detto Nico Tripodi, masterclasser della Connect – Oggi non è facile essere fragili. Giffoni mi ha insegnato a mostrarmi fragile. Non so dove mi porterà questa cosa, ma sono certo che sarà un percorso giusto. Giffoni è un privilegio e può davvero cambiare il mondo. Se metabolizzerò questa esperienza, la potrò mettere al servizio di tutti voi. Giffoni mi ha insegnato che essere calpestati non è sempre una cosa brutta perché l’erba calpestata diventa un sentiero”.
Carico delle emozioni trasmesse dai ragazzi l’intervento del direttore Claudio Gubitosi che ha proposto una serie di bilanci diversi dell’edizione che si chiude e di quella che si apre che sarà speciale perché è quella del cinquantennale.
“In questi giorni – ha detto – ho compreso come ci sia sete di emozioni. Alla fine Giffoni fa una piccola parte di quello che nel mondo si deve fare, ma più di quello che abbiamo fatto non si può. D’altronde strafare nelle emozioni non serve a niente. So che ci sarà un’assenza di Giffoni, una mancanza, ma questo ci aiuterà a comprendere ancora di più il senso di Giffoni”.
Prime pillole della prossima edizione. Si parte dal tema: “In questi anni ho pensato alla trilogia degli elementi – ha spiegato – con Acqua, Aria e Terra. L’anno scorso abbiamo avuto l’acqua, perché come Giffoni è limpida e tutti vogliono dissetarsi in un mondo che non sembra più essere capace di farlo; quest’anno abbiamo avuto l’aria fresca e pulita come fresca e pulita è l’aria di Giffoni. E poi il pianeta, la terra perché avete adottato Giffoni come vostro pianeta”.
Parte così la lunga corsa del cinquantennale: “Oggi – ha illustrato l’ideatore ed il direttore di Giffoni – dopo aver detto l’ultima parola che chiuderà questa edizione, saremo già nel nostro primo mezzo secolo. Giffoni è un progetto culturale italiano. Con Giffoni abbiamo messo la Campania al centro del mondo. Dobbiamo andare oltre e difendere quello che abbiamo. Siamo consapevoli che quello che abbiamo lo dobbiamo trasferire nel mondo perché abbiamo come un obbligo, una responsabilità verso il mondo, per fare in modo che il pianeta possa generare altri Giffoni”.
Il bilancio. Quello sociale: “Bellezza: questo – ha aggiunto – è il termine esatto di quello che provo ora. L’Italia si salverà se saprà ascoltare i ragazzi e se sapremo dare loro prospettive di vita. Un Paese vero, un Paese che ha una sua identità nazionale, deve difendere i propri giovani. Solo così potremo fermare la fuga verso l’estero delle nostre intelligenze. Qui a Giffoni le emozioni sono vere e sono pubbliche. Giffoni è rivoluzionario perché contribuisce a porre le basi per una società felice». E Giffoni è autentico, secondo Gubitosi, che lo ha voluto spiegare con una metafora di grande attualità: “Giffoni – ha affermato – è plastic free. È una espressione che voglio usare per quegli eventi di ‘plastica’ che a volte si vedono in giro, quegli eventi invisibili, e se Giffoni è rivoluzionario, rivoluzioniamo il sistema culturale italiano e ognuno faccia di più per il proprio Giffoni. In maniera da essere plastic free in testa”.
Poi i numeri dell’edizione che sta per chiudersi: “In questi giorni – ha detto – abbiamo avuto 350mila presenze e tutti hanno avuto modo di muoversi in totale libertà. Abbiamo fatto centinaia di incontri, i nostri social sono alle stelle, anzi sulla luna, ma c’è un senso di comunità, il senso di una comunità felice, una comunità fatta di produzione distribuzione, aziende partecipanti, talenti innovatori, istituzioni, comunicatori, musica, street, tutti insieme ai cittadini di Giffoni e di tutta l’area, un senso di comunità che non si registra da nessuna parte. A Giffoni lavorano cento persone in maniera fissa, durante il festival ci sono 550 contratti di collaborazione, poi i 12mila cittadini di Giffoni cui si aggiungono quelli dell’area limitrofe per un totale di 125mila persone. Tutti impegnati per Giffoni”.
Il bilancio umano: “Ho visto tanti genitori in giro in questi giorni – ha continuato Gubitosi – E li ho visti felici. È successo qualcosa di molto bello. C’è un’energia che non ho mai visto”. Poi il bilancio economico: “Giffoni merita e chiediamo molto di più – ha spiegato – perché investire su Giffoni fa bene al Pil e alla salute. Per ogni milione di euro di risorse pubbliche investite per Giffoni, restituiamo 2,8 milioni di euro alla comunità locale”.
I bilanci si chiudono e si guarda avanti: “Abbiamo molti bilanci qui a Giffoni. Questa – ha detto il direttore – è stata una delle edizioni più difficili perché ho voluto che fosse il ponte tra i 49 ed i 50 anni. Ma so che Giffoni sta in buone mani, mani pulite, che lo faranno crescere ma anche difendere e proteggere perché i Giffoners sono milioni. Quali sono le parole che emergono sempre, parlando di Giffoni? Sono stupore, meraviglia e l’espressione ‘non immaginavo’. Speriamo che continuino ad esserci sempre stupore e meraviglia”.
Ed ecco le prime novità sull’edizione 2020: “La prossima edizione – ha anticipato – si terrà dal 16 al 25 luglio del 2020 e sarà preceduta da quattro tappe in Italia: Sicilia, Calabria, Sardegna e Veneto con i tanti progetti che realizziamo con il Miur ed il Mibac. Presto incontrerò il presidente della Regione, De Luca, perché Giffoni è un orgoglio nazionale ma è anche un super orgoglio campano. Inviteremo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e lo faremo a modo nostro, chiedendogli di ricevere una delegazione di ragazzi. E poi andrò a Bruxelles perché possa esserci il Commissario Europeo alla Cultura insieme al presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli”.
Una parata di stelle? Gubitosi pensa a ritorni di grandissimo prestigio: “Il nostro obiettivo – ha aggiunto – è quello di far tornare per il cinquantenario del Festival i grandi talenti che hanno segnato la storia di Giffoni, uno al giorno insieme a uno giovane. Penso a Meryl Streep e a Roberto Benigni. Vedremo di convincere Robert De Niro che è stato da noi nel 1983”.
Ancora qualche novità: “Senza dubbio – ha continuato – avremo più giurati. Il minimo è averne 6500. E quindi dovremo avere una nuova sala temporanea. E dovremo mettere in campo nuove masterclass. Giffoni, poi, è la Multimedia Valley, è la Cittadella, ma è anche Giffoni Sei Casali o Montecorvino Rovella che hanno strutture bellissime da utilizzare in maniera da far crescere il territorio. Il progetto speciale che presenteremo al Mibac punterà sui cinquanta ambasciatori che abbiamo nominato quest’anno che potranno portare Giffoni in tutte le città italiane, un esempio di politica che parte dal basso. Come quasi mai accade”.
Andare oltre l’evento e dare vita a prospettive occupazionali, Giffoni c’è: “Il progetto della Scuola Sperimentale di Cinema – ha aggiunto – con corsi di sceneggiatura ed animazione. L’obiettivo è di avere in due anni trecento giovani che lavorano qui a Giffoni. Partiremo da un racconto della nostra Regione, dalle Streghe di Benevento. È solo ai giovani che va il mio pensiero, alla possibilità di dare loro una prospettiva”.
Siamo, perciò, ad una fine ma, al tempo stesso, di fronte ad un inizio che si preannuncia esplosivo: “Stasera – ha concluso il direttore Gubitosi – salutiamo Expercience. Nel 2009 ha sostituito ‘Film Festival’ che mi stava stretto. Experience ha vissuto dieci anni meravigliosi. Lo saluteremo oggi alle 21.10 ed entreremo nel mondo di Giffoni Opportunity”.
Emozionato il presidente di Giffoni Experience, Piero Rinaldi: “Ci sentiamo addosso una grande responsabilità perché i giovani dobbiamo accompagnarli e dare loro una opportunità. A nome di tutto il team ringrazio le istituzioni, tutti coloro che hanno testimoniato la loro vicinanza con la loro presenza. Grazie Claudio ed un in bocca al lupo per i 50 anni di Giffoni”.
Ha concluso la conferenza l’intervento del Sottosegretario di Stato del Ministero per i Beni culturali con delega al cinema, Lucia Borgonzoni: “L’anno scorso – ha detto – sono stata letteralmente travolta dall’emozione e dall’energia di Giffoni. Qui i ragazzi non vengono usati come accade altrove. Qui i ragazzi hanno una loro centralità. Ritengo che il Mibac debba sostenere e aiutare il più possibile Giffoni. Per i cinquant’anni presentate un progetto speciale, lo sosterremo certamente. Perché i cinquant’anni saranno un modo per raccontare Giffoni ancora di più e ancora meglio, raccontare questo evento che nasce da un’idea geniale di un ragazzo che ha voluto cambiare tutto quello che aveva intorno e che oggi vuole dare questa possibilità ad altri giovani. Abbiamo in mente di fare qualcosa di costruttivo e di solido. E abbiamo pensato di avere qui alcuni indirizzi della Scuola Sperimentale di Cinema, in particolare sceneggiatura ed animazione. Ormai per questo progetto siamo nella fase di firma. Teniamoci in contatto, lo dico ai ragazzi, anche attraverso Giffoni, perché le idee migliori spesso vengono dalle persone che sono meno ascoltate e che qui hanno la possibilità di far sentire la propria voce”.
“Te lo aspettavi? È questa la prima domanda che mi fanno tutti. No! Io parto sempre con aspettative basse e così se arriva qualcosa sono felice. E comunque gestire tutto questo non è facile, ci vuole tempo”. Mahmood non teme i giudizi dei ragazzi o di Andrea Laffranchi quando ammette che è davvero difficile capire, imparare a gestire quello che gli sta succedendo. Questo cambiamento non è sempre bellissimo, travolge te e le persone intorno a te, soprattutto le più care. Finisci per aver paura, per chiederti se davvero fosse questo quello che volevi. La settimana dopo Sanremo la gente citofonava continuamente a casa della mamma di Alessandro (Mahmood), se accendeva la tv vedeva sempre la sua faccia, una cosa che gli metteva una grande ansia addosso. Anche la famiglia, gli amici ora si fanno tantissimi problemi che prima non si ponevano: hanno paura di chiedere cose già chieste da altri, di stressare inutilmente; questo timore è chiaro nei loro occhi ed è inutile cercare di rassicurarli: anche loro hanno bisogno di tempo. “Insomma il prossimo pezzo anziché Soldi si chiamerà tempo” scherza sornione Laffranchi che riprende il filo del discorso con una domanda sul modo di lavorare; “Cambia il mezzo (di trasporto) ma non il metodo – risponde Alessandro – ora scrivo in aereo, prima scrivevo sull’autobus; registro tutto sul telefono, non salvo neanche niente in cloud, se mi rubano mi rubano tutto il disco: amo il pericolo!”. Ha parole di grande stima per la scena milanese negando sia così povera, che siano lui e Coma_cose le rare eccezioni, “è solo che il successo non è ancora arrivato, ma sono in tanti a scrivere, se non sono ancora emersi succederà. Non bisogna fare di tutta la città un fascio!” dice ridendo. Si passa alla domanda sul Mahmood autore (quando scrive per gli altri si sente molto più libero di quando scrive per se stesso) e sull’Eurovision, che ha aperto la strada del mercato internazionale a lui ma anche a tanti altri artisti italiani. Ed è da una domanda dei masterclassers che nasce il vero scoop dell’incontro: alla ragazza che riprende il tema del metodo di scrittura, lui risponde che prima registrava una o due frasi di testo quando gli venivano in mente e poi le recuperava e ci faceva su il pezzo. Ultimamente invece ha scritto una melodia su un bit che gli avevano mandato; su quella ha messo un fake italian (“no, non sul fake english perché se lo uso poi non riesco a cambiare dopo”). Così il pezzo che sta per uscire racconta di come non sia l’abito a fare il monaco. E quando i ragazzi gli chiedono se ha paura di sparire lui risponde che è normale averne, rifare il picco di Soldi è impossibile, ma a lui basterebbe riuscire a fare musica tutta la vita e poter vivere di quello.
A Giffoni il ritorno di Lucia Borgonzoni, sottosegretario ai Beni Culturali con delega al settore cinematografico. Lo scorso anno, freschissima di nomina, l’onorevole Borgonzoni ha avuto modo di approcciare al mondo targato Giffoni. Oggi, a distanza di dodici mesi, le idee sono diventate progetti che si concretizzeranno in occasione del cinquantennale di questa intuizione che il direttore Claudio Gubitosi, in mezzo secolo appunto, ha fatto crescere fino a farla diventare la realtà più rilevante al mondo in fatto di cinematografia per ragazzi e più complessivamente di cultura per i giovani declinata nei campi della creatività e dell’innovazione. Ad accoglierla al suo arrivo, oltre al direttore, il presidente di Giffoni Experience, Piero Rinaldi, ed il sindaco di Giffoni Valle Piana, Antonio Giuliano.
«Torno ad un anno di distanza – ha dichiarato il sottosegretario Borgonzoni al suo arrivo presso la Cittadella del Cinema – in questo tempo abbiamo stretto un rapporto molto saldo con Claudio Gubitosi che è una persona fantastica. Lavoriamo e pensiamo a come migliorare quest’esperienza che dovrebbe essere esportata ovunque. Questo è l’esempio di un Sud che funziona grazie alle idee delle persone. Perché qui alla base c’è un’idea geniale che ha attecchito in un posto poco noto e che oggi è centrale, non solo per il cinema, ma anche dal punto di vista del flusso turistico. Oggi Giffoni è il fulcro di tante iniziative che sono legate alla creatività e che guardano ai giovani. Qui ai giovani viene dato spazio, ma non tanto per fare ma proprio perché qui i ragazzi hanno assoluta centralità. In questo senso stiamo lavorando per fare qui una parte della Scuola Sperimentale di Cinema. Inoltre, stiamo mettendo in campo un progetto con Maricà che è una città brasiliana perché, come già accade, Giffoni possa legarsi ad altre realtà. Il governo dovrebbe appoggiare queste iniziative in ogni modo, anche con la presenza. Perché non è solo questione di risorse. Noi ci crediamo veramente in questo evento, come di crede Gubitosi e come ci credono tutti i ragazzi che partecipano. Dico che tutti dovrebbero fare questa esperienza e fare un giro qui a Giffoni per vedere tutti questi ragazzi e sentire l’aria che si respira».
L’Italia è terra di creatività. Lo è il Sud. Lo è Giffoni: «Sono dell’idea – ha continuato il Sottosegretario – che tutto quello che è legato all’audiovisivo, all’animazione anche ai videogame, debba essere maggiormente valorizzata. Dietro realtà come quelle dei PJ Masks o di Kung Fu Panda ci sono intuizioni di ragazzi italiani. E sono in pochi a saperlo. Ci vuole bravura, certo, ci vogliono buone scuole che formino come si deve, ma ci vuole soprattutto creatività ed in questo l’Italia è assolutamente avanti».
Ci prepariamo al lungo e ricco percorso che poterà a celebrare i cinquant’anni di Giffoni: «Sono venuta qui oggi – dice Lucia Borgonzoni – proprio per partecipare al momento in cui si apriranno i lavori per il cinquantennale di Giffoni. L’idea della Scuola Sperimentale del Cinema può essere quel progetto strutturale con cui il governo sottolineerà il rilievo di Giffoni perché l’idea è di fare qualcosa che consenta di avere un respiro più ampio e di guardare avanti. Questo con Claudio Gubitosi devo dire è molto semplice».
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