Il ponte di Bianchi, diverso da quello di Berlusconi, vuole recuperare la scuola persa. Si vuole rappresentare congiuntura con il prossimo anno scolastico. Trasborderà milioni di studenti, secondo alcune intenzioni, al prossimo anno, a mezzo una offerta che si identifica risposta alle difficoltà emerse nel periodo della pandemia, con l’uso delle buone pratiche e delle esperienze innovative partorite nel periodo emergenziale. Non ci sembra realistico, comunque, domandare alle istituzioni scolastiche, già miracolosamente coinvolte a chiudere l’anno con rischi e fatiche, di predisporre una offerta non organizzata nei tempi utili. Un lavoro che non si può chiedere in un momento di elevata criticità pandemica e in previsione di un ritorno a settembre ancora fuori dalla normalità.
Si è deciso, senza sapere se piace, di investire 510 milioni per costruire niente po’ po’ di meno che un ponte di collegamento al prossimo anno scolastico, lasciando la scuola in presenza anche a luglio e agosto. Eravamo rimasti un po’ indietro, all’idea e alla progettualità sospesa del ponte sullo stretto di Messina di Silvio. A una bella idea demagogica incompiuta. Tra le innovazioni d’eccellenza del Governo in carica è maturata, in questo clima giallo canario liberi tutti, l’idea della scuola estiva. Già, milioni di alunni, resi terra arsa per la mancata frequenza in presenza fino a ieri, dopo un solo mese a chiosa d’anno scolastico, non potranno risparmiarsi dal rischio infezioni anche nella prossima estate, né evitarsi liberatori giocosi moti sulle sedie a rotelle di Azzolina, sventolanti bandiera gialla, con le pezze sulla bocca e lerci di sudore. Immagino questa scena nella scuola d’estate, priva di condizionatori d’aria ed ogni tutela certa di distanziamento. Mai, nella storia della scuola italiana, si è pensato di dotare le aule
di macchine termiche in grado di abbassare o innalzare la temperatura. Intanto però, chissà perché, si guarda alla frequenza, anche in piena estate e a caro prezzo, come vantaggiosa soluzione a tutti i mali. Ci viene in mente la brillante impossibile idea della Ministra De Micheli, nata fra le bonarie scintillanti luminarie natalizie, di consentire agli studenti di seguire le lezioni in presenza il sabato e la domenica, bocciata dall’intero mondo scuola. Presidi, prof, alunni e genitori manifestarono disappunto per una situazione analoga. A dire di Azzolina sarebbe stato possibile allungare il calendario scolastico prima in estate, poi solo fino alla fine di giugno. E grazie a Dio, un lampo di genio: “Ovviamente, ebbe a dire, dobbiamo considerare che le scuole non si possono tenere aperte. Si può quindi pensare a giugno”. La stessa Azzolina con sguardo più oculato, ma grado a grado, si convinse, delle precarie condizioni strutturali dei nostri edifici scolastici, della impossibilità di realizzare un progetto in presenza d’estate. Abbiamo poca memoria noi italiani, non soltanto per la storia che ci è parte, quella più remota, ma anche per quella più prossima. Bianchi ci riprova, ma sarà un flop. Chi la vuole una scuola d’estate? Questa domanda doveva porsi Bianchi prima di edificare ponti ideali e progettare la presenza dei nostri giovani nella calura estiva, sotto il feroce solleone e gettare quattrini. Ben sappiamo, anche per le nostre nozioni geografiche, che quelle temperature medie a ribasso interessano l’Italia settentrionale, perché è costituita da aree montane e da pianure non favorite da un mare esteso. Come pure ben sappiamo che in Sicilia, a Catenanuova, un piccolo centro in provincia di Enna, si è raggiunta la temperatura più calda d’Europa in tutta la storia, raggiungendo così i 48,5 º, il 10 agosto del 1999, mentre il 25 luglio 2009 la temperatura è arrivata a 48.0 °C nell’omonimo paese. Ogni tanto qualche buon ripasso a Montecitorio e Palazzo Madama non farebbe male… Distanziandoci, comunque, dai casi estremi, va detto che è ben noto a chicchessia che al sud in estate fa più caldo. A inizio maggio registriamo già una prima ondata di caldo africano. Questa la situazione attuale e ancora non siamo arrivati ad agosto: valori sopra la media su tutto il Sud e sulle Isole Maggiori con picchi fino a 32°C sulla Sicilia meridionale e nel Palermitano, cosi come nel Cosentino in Calabria e sul Tavoliere in Puglia. Come faranno i ragazzi a restare in classe quando sfioreremo i 40 gradi in estate? Andiamo alle cose belle! ll tanto atteso Piano Estate diventa realtà. Ci sfugge un dettaglio, chi lo ha atteso tanto?! Sono in arrivo, comunque, per il compimento dell’attesa messianica, 510 milioni di euro che consentiranno di attivare presso le scuole che vorranno aderire all’iniziativa, laboratori per il potenziamento delle competenze. I laboratori interesseranno l’Italiano, la Matematica, le Lingue, le attività educative incentrate su musica, arte, sport, digitale, percorsi sulla legalità e sulla sostenibilità, sulla tutela ambientale. Il ponte di Bianchi è diverso ovviamente rispetto a quello di Berlusconi. Con forza di pensiero si vuol credere che utilizzando l’estate si può edificare un ponte verso il prossimo anno scolastico a mezzo una offerta che si identifica risposta alle difficoltà emerse nel periodo della pandemia con l’intenzione dell’uso delle buone pratiche e delle esperienze nuove partorite nel periodo emergenziale. Il Ministero fornisce alcuni strumenti di riferimento utili per la realizzazione dei progetti. Questi sono il nuovo sito informativo, un help desk per le scuole, una campagna informativa e partecipativa, anche sui social, con l’hashtag #lascuoladestate. Il Piano Scuola Estate vuole essere il punto di partenza di un percorso di trasformazione ed evoluzione del sistema Istruzione per una scuola accogliente, inclusiva e basata su logiche di apprendimento personalizzato; vuole rappresentarsi una nuova alleanza educativa con i territori, che consolidi il senso di appartenenza alla comunità e preveda il coinvolgimento attivo delle rappresentanze di studenti e genitori; vuole essere un modello educativo finalizzato a mitigare il rischio di dispersione scolastica e di povertà educativa. Il Piano Scuola Estate accompagna le Istituzioni scolastiche nell’organizzazione e gestione di iniziative per rinforzare e potenziare le competenze disciplinari e relazionali di studentesse e studenti per recuperare la socialità almeno in parte perduta ed accompagnarli al nuovo anno scolastico. L’articolazione del Piano rappresenta un’indicazione di riferimento che potrà essere modulata in fase attuativa dalle singole Istituzioni scolastiche, valorizzando le peculiarità del contesto in cui operano e gli ambiti di autonomia. Gli scrutini sono un elemento centrale per l’avvio del Piano Scuola Estate: la valutazione di studentesse e studenti rappresenta un momento di confronto, anche in termini auto valutativi, per la costruzione di percorsi di apprendimento personalizzati. Le idee non sono deleterie, tutt’altro, ma di fine pandemia. Qualcuno vuol credere che siamo già fuori dal rischio e come tali bisognosi di dinamiche di supporto; bisognosi di recuperare la scuola persa. Tre momenti distinguono il piano estivo di Bianchi. Tre fasi distinte segneranno il percorso sul ponte dell’estate. A giugno si partirà potenziando apprendimenti con la pratica di laboratorio, attività esterne, studio d’insieme con collaborazioni esterne e terzo settore. Il secondo momento segnerà il percorso nei mesi di luglio e agosto. Si praticherà il recupero della socialità La seconda si svolgerà a luglio e agosto e punterà al recupero della socialità con iniziative di educazione motoria, gioco didattico, canto, musica, arte, scrittura creativa, educazione alla cittadinanza, alla sostenibilità e all’imprenditorialità, potenziamento della lingua italiana e delle competenze scientifiche o digitali. Terzo step conclusivo sarà caratterizzato dal clima settembrino e sarà di supporto agli studenti con una nuova “rinfrescata” sulle competenze di base. I buoni propositi d’attraversamento del Ministro Bianchi intanto creano sconcerto. Tanto i Dirigenti scolastici, quanto i docenti, le famiglie e gli alunni ritengono che il Piano Estate Bianchi sia inopportuno e impossibile da realizzare concretamente. Impedimenti alla base della realizzazione del “ponte Bianchi” sono le esigenze delle famiglie, la gravosità delle responsabilità dei Dirigenti i quali, fra l’altro, saranno chiamati a selezionare esperti fuori dal mondo scuola con criteri di trasparenza in relazione ai fondi disponibili. Comincia a delinearsi un flop l’idea di Bianchi. Non ci sembra realistico effettivamente domandare alle istituzioni scolastiche, già miracolosamente coinvolte a chiudere l’anno con rischi e fatiche, di predisporre una offerta non organizzata nei tempi utili. Un lavoro di organizzazione che non si può chiedere in un momento di elevata criticità pandemica e in previsione di un ritorno a settembre ancora fuori dalla normalità.
Emilio La Greca Romano