L’Europa è il nostro futuro? L’ideale di un’Europa politica potrà realizzarsi? Oppure dovremo registrare l’ennesimo fallimento nel realizzare l’idea di Europa? C’è un valore ideale che ci unisce e ci sono pregiudizi, situazioni culturali e condizioni storiche, socio-politiche che ci dividono: valori religiosi, tradizioni, modi di pensare e di rappresentare la politica, l’economia e i rapporti sociali.
Dobbiamo continuare a credere nell’Europa ma dobbiamo anche ammettere che sussistono troppe e divergenti immagini dell’Europa: l’Europa degli economisti non è quella degli intellettuali, l’Europa dei politici non è quella dei popoli. Vissuta emotivamente, l’Europa affascina; realisticamente, invece, l’Europa si divide in modi di pensare e di agire che esaltano la differenza delle identità e che mettono in evidenza le diversità culturali e politiche.
L’Unione Europea è composta dalle differenti realtà dei Paesi che ne fanno parte. È possibile pensare che la molteplicità delle radici culturali dei diversi Paesi, più che essere indicata come criticità o ostacolo, possa costituire, invece, una differenziazione funzionale che, come risorsa, consolida e rende più ricca l’unità europea.
Sono questi i temi al centro del convegno internazionale “The Future of Europe“, promosso dal Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione dell’Università degli Studi di Salerno, con il patrocinio della Associazione Italiana di Sociologia, come una continuazione dei precedenti “Incontri europei di Amalfi“.
Il convegno si è aperto questo pomeriggio con gli interventi del rettore Aurelio Tommasetti, di Maria Carmela Agodi, docente della Federico II di Napoli e membro del board dell’Associazione Europea di Sociologia, di Natale Ammaturo, direttore del dipartimento di Scienze umane, filosofiche e della formazione, e di Carlo Mongardini, professore emerito di Scienze politiche alla Sapienza Università di Roma.
Alla tre giorni partecipano eminenti ricercatori italiani, tedeschi, francesi, spagnoli, portoghesi e belgi.
A partire dal 1988, gli Incontri europei di Amalfi rappresentano un vivace dibattito su alcuni dei temi più significativi della storia e della cultura europea. In relazione alle crescenti divisioni e conflitti che oggi ostacolano il cammino dell’Europa, questo incontro intende stimolare un impegno crescente di intellettuali per indagare il futuro della costruzione europea.