a cura di Nicola Castorino, giornalista economico
Il furto d’identità continua a produrre effetti incontrollabili.
Le tecniche informatiche di acquisizione dei propri dati personali avviene attraverso qualunque sistema di comunicazione, ma il più usato è Internet, con i messaggi di posta elettronica, chat, tag board, forum, Facebook e altri servizi di rete sociale.
L’utilizzo illecito dei dati personali e finanziari altrui è finalizzato ad ottenere credito o acquisire beni con l’intenzione premeditata di non rimborsare il finanziamento e non pagare il bene.
Il fenomeno criminale sta assumendo dimensioni più che preoccupanti.
L’Osservatorio realizzato da CRIF stima che nell’intero anno 2015 i casi verificatisi nel nostro Paese siano stati 25.300 e abbiano determinato una perdita economica superiore ai 172 milioni di Euro.
Inoltre, rispetto al 2014 si è registrata anche una crescita dell’importo medio frodato. Secondo l’analisi effettuata, la distribuzione delle frodi per sesso evidenzia che la maggioranza delle vittime (il 64,1% del totale, per la precisione) sono uomini, mentre le donne registrano una leggera diminuzione rispetto al 2014 (-4,7%). L’indagine conoscitiva del crimine è andata oltre, rilevando anche la fascia d’età in cui si rileva il maggior numero di casi; quella più colpita è risultata essere compresa tra i 41 e i 50 anni; mentre diminuisce l’incidenza dei casi tra gli under 30.
Distinguendo le classi di età per sesso, l’Osservatorio CRIF mette in evidenza una leggera preponderanza di donne nelle fasce più giovani, mentre nella fascia 51-60 è più marcata l’accentuazione tra gli uomini. La rilevazione geografica riporta la Campania al secondo posto in Italia per numero di casi di frode, preceduta, in questa penosa graduatoria, dalla Calabria. Cosa si acquista con i soldi degli altri?
I settori commerciali aggrediti sono quelli più comuni: il 38,5% dei casi di frode ha avuto per oggetto l’acquisto di elettrodomestici; una quota rilevante ha riguardato anche il comparto auto-moto (con il 13,8%), quello dell’arredamento (8,1%) e l’elettronica–informatica–telefonia (6,8%). Le frodi, quindi, rappresentano un fenomeno che non conosce crisi, l’evidenza che emerge dall’analisi CRIF relativa all’anno 2015 è senza dubbio la fantasia dei criminali che, all’innalzarsi dei sistemi di sicurezza, rispondono cercando sempre nuovi modi per raggiungere i loro obiettivi.
L’allerta è proprio in questo periodo estivo in cui si intensificano le truffe legate alle vacanze, con molte persone che rispondono ad annunci apparentemente vantaggiosi, fornendo persino copie dei propri documenti, senza pensare che possano finire in mani truffaldine. Esiste poi il fenomeno del furto di identità riguardante cambiali e assegni emessi a nome altrui, commessi falsificando la firma di assegni smarriti o rubati al titolare, oppure aprendo un conto corrente a suo nome per emettere assegni.
In tal caso, il danno si raddoppia, l’assegno che non può essere incassato viene protestato, con conseguenze pesanti per la vittima, quali l’iscrizione alla CAI che comporta la cosiddetta “revoca di sistema”, ovvero il divieto di emettere assegni per sei mesi e l’obbligo di restituire quelli posseduti. E’ il caso di dire, dopo la truffa anche la beffa.
Come difendersi, allora, dall’insidia di venir derubati della propria identità, ingannati, truffati? Ci sono alcune regole semplici semplici per schivare certi brutti scherzi.
Innanzitutto attenzione ai social network ed alla propria casella di posta elettronica. Tutti i gestori di caselle di posta danno la possibilità ai propri utenti di controllare la provenienza delle mail ricevute.
Quindi apriamo gli occhi quando tra la “posta in arrivo” notiamo mail insolite. Le banche, ad esempio, non utilizzano mai il servizio di posta elettronica per comunicare con i propri clienti. Offerte e promozioni potrebbero nascondere “link” pirata. Innalziamo il nostro livello di guardia: l’antifurto della propria identità non è in vendìta e il prezzo che si paga, per non poterlo istallare è molto alto.
Nicola Castorino