Il Ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, ritorna a parlare in termini entusiastici di Ravello, del suo Festival e del suo patrimonio immateriale. E lo fa stavolta dalle pagine del Corriere Innovazioni svelando, complice un quesito dell’articolista, quegli esempi del segno italiano che ama particolarmente: nel paesaggio, nello stile di vita, nell’accoglienza turistica, nel cibo e nella produzione vinicola.
Franceschini non ha avuto dubbi a indicare tra quei luoghi dell’anima anche la “Città della Musica”.
“Un concerto al tramonto Festival di Ravello, con il palco davanti al mare”, ha dichiarato il Ministro dei Beni Culturali, confermando, qualora vi fossero dubbi, la considerazione per il complessivo Progetto Ravello nel quale rientra con forza la valorizzazione e la rivitalizzazione dei beni culturali, come ad esempio Villa Rufolo location principale degli eventi del Festival estivo.
E a proposito del monumento simbolo della “Città della Musica”, oggetto in questi anni di una serie di interventi gli ultimi dei quali hanno consentito di riportare alla luce gli elementi decorativi di epoca medievale presenti sulla facciata sud del complesso, l’apprezzamento di Franceschini coincide proprio con un importante dato numerico rilevato qualche giorno fa e relativo all’affluenza di visitatori: al 30 di novembre si è toccata, per la prima volta nella sua storia, la vetta di 1.000.000 (un milione) di euro come incasso della Villa per soli biglietti di ingresso. Un dato storico destinato a crescere, tenuto conto che l’incasso fa riferimento all’anno solare e che, quindi è al netto delle presenze di dicembre. Segnale questo dell’enorme lavoro prodotto in questi anni di profonda crisi economica per la valorizzazione del bene pubblico, gestito dal 2007 dalla Fondazione Ravello che ha messo in campo azioni importanti di valorizzazione e comunicazione; il tutto fuso in un unico progetto di sviluppo fermo dal 1892, anno che segnò la morte di Francis Nevile Reid. Un’opera che lo stesso Franceschini non esitò ad elogiare quando nel corso della sua visita lo scorso anno in Costiera Amalfitana definì Ravello “un modello che soprattutto nel Mezzogiorno andrebbe studiato e valorizzato”.