Gli incontri di aggiornamento e formazione si terranno il 12 e il 15 dicembre, rispettivamente all’Istituto “G. Vicinanza” a Salerno e all’Istituto “Perito-Levi” ad Eboli.
Il nuovo sistema di formazione iniziale e di reclutamento è una realtà che interesserà la nuova generazione, costituirà il canale di ingresso nell’insegnamento presso la scuola secondaria per tutti i giovani laureati.
Il 31 maggio 2017 è entrato in vigore il Decreto legislativo 59/17 relativo alla formazione iniziale e al reclutamento dei docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado. Di tanto si parlerà a Salerno e ad Eboli. L’ANIEF ha, infatti, organizzato due interessanti Seminari sul tema, all’Istituto d’Istruzione Superiore “G. Vicinanza” a Salerno, martedì 12 dicembre, dalle ore 15:00 alle 17:00 e all’Istituto d’Istruzione Superiore “Perito-Levi” di Eboli, venerdì 15 dicembre, dalle 11.30 alle 13.30.
Nel corso dei rispettivi Seminari di aggiornamento e formazione si approfondiranno i seguenti argomenti: D.L. n 59 del 13 aprile 2017 (Formazione Iniziale e Tirocinio); Fase transitoria per docenti abilitati e non abilitati; Fase transitoria per gli Insegnanti Tecnico Pratici (ITP); Graduatorie di merito regionali (G.R.A.M.E.); Cosa sono e come acquisire i 24 CFU/CFA; Percorso triennale FIT; Casi particolari (chi è già di ruolo/scuole paritarie); Tempistica. Il personale della scuola interessato a partecipare può chiedere il permesso per partecipare al proprio Dirigente Scolastico almeno cinque giorni prima degli eventi; relazioneranno Alessandro Sola e Elda Izzo. I Seminari sono rispettivamente riconosciuti dal Miur e danno diritto all’esonero dal servizio ai sensi della normativa vigente.
Oltre 400 sono gli acronimi di uso frequente e meno frequente nella Scuola. Taluni sono per gli addetti ai lavori di presidenza e segreteria, altri di carattere più generale relativi alla Pubblica Amministrazione, altri di carattere prettamente didattico. Era già difficile trovare la bussola tra le parole in uso nel contesto scolastico. Una nuova sigla in aggiunta ci serviva proprio. Entra nella rosa degli acronimi la FIT. “Formazione Iniziale e Tirocinio”, questo è il significato che racchiude l’abbreviazione tecnicistica. Novella sigla nel mondo scuola la quale si assomma a una infinità di definizioni che, nel tempo, i disparati governi di viale Trastevere hanno voluto coniare per dire, ma solo per dire, in merito alla innovazione e al cambiamento… L’azione del mutamento, si è rivelata atto obbligato, specialmente da parte dei ministri dell’istruzione, dell’università e della ricerca che hanno battuto il tempo nel passato più prossimo nella scuola. Logiche di governo orientate non tanto verso il binomio cambiamento-miglioramento, (troppo convintamente celebrato), bensì secondo l’agire di una seconda sequenza: politica sana-politica malata. Il governo in carica, è ovvio, si presenta sempre in salute e deve estirpare i mali e le aberrazioni del precedente governo malato.. intorno a questo convincimento si muovono e si consumano le politiche di turno. A fare le spese a causa della convinzione del più bravo e che di scuola non capisce un bel niente, a brevi scadenze, sono gli insegnanti, gli alunni, l’istituzione scolastica nel suo complesso. Non è poi sempre vero che per fare una buona politica scolastica necessita distruggere la scuola del passato… come non è vero che per fare una buona scuola bisogna snaturarla e ridimensionarla dei saperi tradizionali a fronte della tanto decantata e foraggiata progettualità; non ci sembra con questa constatazione avere fatto alcuna scoperta! Un buon architetto non demolisce necessariamente e cervelloticamente la vecchia struttura, ma la integra eventualmente in una contestualità altra e la rende funzionale. Non è sempre vero che il vecchio non è buono ed è da buttare. Capita, invece, il contrario nel contemporaneo scenario scuola. E la “Buona Scuola” di Renzi ne è la conferma. Di tanto, quanti operano nel mondo scuola, ne sono veramente e pienamente convinti. Novità delle novità è la FIT. La FIT, dunque, è una sigla che prende le distanze dai tennisti e dai tabaccai ovviamente almeno si spera… FIT come Federazione Italiana Tennis e FIT come Federazione Italiana Tabaccai… E’ una FIT tutta nuova questa FIT e che trova la sua collocazione in un inaudito bisogno di stravolgimento della realtà scolastica insito nella cosiddetta obbligata “Buona Scuola”.
Quanti sceglieranno di dedicarsi all’insegnamento saranno costretti alla “Formazione Iniziale e al Tirocinio”, in barba al TFA che già aveva, se pure dopo un breve vissuto, il puzzo di vecchiume, (Tirocinio Formativo Attivo). FIT, in concreto, si traduce in un impegno triennale prima dei ruoli a tempo indeterminato. Il triennio FIT si distingue in un monoennio e un biennio successivo. Il primo anno si caratterizza per la formazione universitaria; il biennio successivo, invece, indirizza all’esperienza presso la Scuola ed è retribuito. Il primo atto del piano di formazione, comunque, obbliga al superamento di un concorso; fase alla quale è possibile accedere solo se si sono preventivamente acquisiti 24 CFU in 4 ambiti: psicologico, pedagogico, antropologico e nell’ambito delle metodologie e tecnologie didattiche.
Vediamo nello specifico. Tre anni, con frequenza obbligatoria, si firma un contratto con l’USR e si sceglie un ambito territoriale nel quale svolgere le attività. Il primo anno è dedicato ad attività di studio, tirocinio diretto (250 ore) e indiretto (150 ore); si conclude con l’esame finale e il diploma di specializzazione – retribuito con 600 euro lordi mensili per 10 mesi; il secondo anno: tirocinio, attività di studio, supplenze brevi fino a 15 giorni – retribuito con 600 euro mensili lordi per 10 mesi più lo stipendio per le supplenze brevi effettuate; il terzo anno: incarico di supplenza annuale con stipendio pieno, valutazione finale e assunzione a tempo indeterminato presso l’ambito scelto.
Il nuovo sistema di formazione iniziale e di reclutamento è una realtà che interesserà la nuova generazione, costituirà il canale di ingresso nell’insegnamento presso la scuola secondaria per tutti i giovani laureati. Una perplessità però sorge spontanea in merito alla sua durata.. Siamo convinti che anche questa “novella aurora” della “scuola renziana”, con l’obbligato cambio di staffetta a Viale Trastevere, perderà l’ossigeno necessario e speriamo, con larghezza di cuore, che tanto accada per l’intera struttura, purtroppo, sempre meno grezza e sicuramente infelice della cosiddetta “Buona scuola”. Smettiamola di fare danni con questa 107 che trasuda limite e ignoranza e obbliga alle logiche dell’aziendalizzazione, indispensabile meccanismo di risposta all’esplicita e fredda esigenza del mercato globale e delle leggi neoliberiste che lo costituiscono. Si, smettiamola di fare danni con questa legge di riforma che distrugge la collegialità e la relativa struttura organizzativa e annulla con un atto di autorità pubblica l’art. 1 del DPR 275/99 relativo all’autonomia scolastica. La “Buona scuola “ offre a tutti gli estremi per chiedere i danni, la Cultura necessita del giusto risarcimento. Il popolo, specialmente chi opera nell’ambito scolastico, a breve, emetterà la sentenza nelle aule del “tribunale elettorale”, vanificando ulteriormente le già infelici tappe del treno charter renziano, reduce di fischi e insulti nel corso del tour che, oltre ai danni economici, ha investito e ucciso una donna umbra di quarantatre anni nei pressi della stazione di Civita Castellana, in provincia di Viterbo.
Mentre si consumano tempo ed energia nella sfera scuola fra sagre di inutili innovazioni e acronimi, l’Italia si afferma con una percentuale di docenti più bassa sotto i 30 anni e la più alta sui 50. Una motivazione alla base di questa situazione è sicuramente legata alla complessità che racchiude la figura dell’insegnante. Hanno reso questa professione, le varie politiche di turno, una fra le più complicate. Si diventa insegnante a caro prezzo, con un iter lunghissimo, insicuro e scarsamente remunerato, facendo l’acrobata fra mille steccati come riforme, sanatorie e aggiustamenti di circostanza. Ora ci mancava proprio la FIT. Ci piace sempre meno questa scuola di BES, DSA, PDP, POF, PTOF, PEI, PAI, GLI, SEN, GLP e chi più ne ha più ne metta, una scuola di carte, progetti e parole e di sicura scarsa cultura.
Emilio La Greca Romano