La settimana economica è iniziata in modo molto movimentato sopratutto per gli amanti del forex trading.
Lunedì scorso sono arrivati i dati economici sull’inflazione che ha confermato le prospettive. Il tasso di inflazione cresce fino allo 0,4% mentre ad agosto era dello 0,2%. Negli USA è stato pubblicato,invece, il dato relativo all’Empire della Federal Reserve che ha avuto un rialzo di circa 3 punti percentuali. Non sono ancora pervenuti i dati invece relativi alla produzione industriale.
Analisi dollaro
Il dollaro ha aperto la settimana forex in calo di alcuni punti percentuali anche a causa dei primi dati pubblicati sull’economia statunitense. Si attendono per il fine settimana ancora i dati relativi all’OPEC sul petrolio e quelli CPI. La produzione industriale è in recupero come avevano previsto gli analisi nella prima settimana di ottobre.L’indice Empire è si in aumento ma ha deluso le attese di chi si aspettava un aumetno più corposo.
Queste valutazioni spesso in contrapposizione, come riportano gli analisti del sito finanziario IlCorsivoQuotidiano nella sezione dedicata al Forex, hanno portato una situazione di incertezza ancora più forte sul dollaro. Fischer ha sottolineato che è necessario un periodo di assestamento dell’economia statunitense prima di attuare nuove politiche monetaria. In pratica non si deciso nulla di concreto in modo da tenersi aperte tutte le strade possibili. In ogni caso a novembre è attesa la data fatidica del FOMC in cui si capirà di più anche alla luce degli inevitabili rialzi nella sessione prima delle elezioni presidenziali degli Stati Uniti che vedranno la sfida tra Donald trump e la Clinton.
Si annuncia quindi una sessione tecnica molto interlocutoria che potrebbe protrarsi fino a dicembre. In questa situazione il dollaro difficilmente potrà recuperare terreno sull’euro.
Analisi Euro
La moneta europea ha aperto la settimana raggiungendo un nuovo livello minimo. Il tasso di cambio è partito dalla quota di 1,095 rispetto al dollaro (EUR/USD) mentre oggi si attesta attorno all’1,10 su livelli già incrociati nelle scorse settimane. I dati sull’inflazione dell’intera area UE hanno visto un piccolo incremento fino allo 0,4 per cento.
Buone notizie per la nostra moneta insomma, una tendenza, che se confermata, scongiurerà ipotesi di ampliamento degli stimoli monetari da parte della Banca centrale europea. In queste condizioni il cambio Euro – Dollaro dovrebbe rimanere sull’1.10.
Niente di nuovo sotto il sole con la BCE impegnata nella solita riunione interlocutoria in cui non si decide nulla di concreta. Si attende, comunque, una lieve modifica alla politica di Quantitative Easing da parte di Draghi.
Analisi Sterlina
La sterlina ha iniziato la settimana nel segno della stabilità nonostante i postumi della Brexit. Il cambio GBP/USD è tornato ai livelli soliti attorno a 1,22 (GBP/USD) dopo l’episodio del flash crash aveva portato il tasso fino a 0,90.
La Bank of England si prepara, stando alle dichiarazioni di Broadbent, a intervenire qualora la moneta andasse in difficoltà in seguito alla Brexit. E’ importante avere un cambio flessibile sopratutto se l’economia subisce un contraccolpo importante. Nessun problema per chi investe in UK comunque. L’inflazione è destinata a salire ma è una situazione che non preoccupa. La BOE spiega come avrebbero potuto intervenire alzando i tassi per frenare l’inflazione ma l’intervento non è comunque necessario.
Insomma niente di nuovo rispetto alle dichiarazioni di Carney che aveva anticipato come l’interesse della Gran Bretagna sia rivolto più alle politiche di crescita che a quelle destinate a contenere l’inflazione.
Insomma una settimana che si preannuncia all’insegna della stabilità nonostante tutti gli appuntamenti previsti e la diffusione di molti dati attesi.