Fonderie Pisano, il Comitato Salute e Vita chiede la convocazione di un Tavolo Tecnico Regionale.

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logo Associazione Salute e Vitapubblichiamo la lettera che il Comitato Salute e Vita ha inviato alla Regione Campania chiedendo la convocazione di un Tavolo Tecnico Regionale sulle Fonderie Pisano

Al Presidente Regione Campania Dott. V. De Luca

Vice Presidente Regione Campania Dott. Bonavitacola

e p. c. Dott. D. Della Porta

Dott. P. Vasaturo

Oggetto: Richiesta convocazione Tavolo Tecnico Regionale

Egr. Presidenti, il susseguirsi di notizie di gravi inadempienze da parte della Proprietà Pisano disegna un quadro allarmante dell’inquinamento prodotto dalle Fonderie, nonché delle condizioni di lavoro all’interno dello stabilimento.

Vi ricordiamo infatti che nel corso delle ultime settimane sono emerse le seguenti gravi criticità:

1. la mancanza del “Certificato di Prevenzione Incendi (CPI)” in violazione di quanto riportato nel TU 139/2006 integrato dal DPR 156/2011 come da pratica VV.F.N. 21587 (Registro Ufficiale Prot. N. 5695 del 22/03/2016). Pertanto è palese come all’interno della Fonderia non vengano osservate le norme poste a tutela dell’incolumità fisica di tutti i dipendenti dell’azienda. Inoltre si sottolinea come la mancanza del CPI metta seriamente a repentaglio non soltanto la sicurezza dei lavoratori che prestano la loro opera all’interno della Fonderia, considerato che tale luogo di lavoro è intrinsecamente ad elevato rischio di incendio, ma anche la popolazione circostante considerato che tale luogo di lavoro è intrinsecamente ad elevato rischio di incendio e il contesto urbano in cui lo stabilimento è inserito.

2. decreto di diffida e conseguente sospensione delle attività della Fonderia da parte della Regione Campania (Prot. 2016 119396 del 19/02/2016) a seguito di una ispezione dell’ARPAC di Caserta così come richiesto dall’autorità giudiziaria. Come si evince da tale documento l’impresa ha lavorato anche negli ultimi anni, seppur in possesso dell’AIA, senza rispettare tra le altre le norme in tema di smaltimento di rifiuti, produzione di fumi, sversamenti nel fiume Irno in totale dispregio delle regole del rispetto delle BAT. Desta enorme preoccupazione e sdegno il dover riscontrare come alcune delle violazioni riscontrate durante i sopralluoghi dell’ARPAC sono esattamente le stesse per cui i Pisano hanno patteggiato con una sorte di ammissione di colpa nei precedenti processi.

3. a seguito della diffida di cui al punto precedente, “alla luce delle gravi e numerose criticità emerse nella relazione ispettiva del Dipartimento ARPAC di Caserta”, è stata avviata la procedura di riesame dell’AIA da parte della Regione Campania (Prot. 2016 0209146 del 24/03/2016). In tale documento si legge come sia necessario apportare “modifiche sostanziali all’istallazione, con la rivalutazione dell’impatto globale del progetto sull’ambiente, nel contesto urbano determinatosi con la forte urbanizzazione dell’aerea dove è ubicato, con risvolti anche di tipo socio-sanitario”. E’ di queste ore la notizia del ricorso al T.A.R. in merito al suddetto decreto, circostanza che appare una tacita conferma dell’impossibilità e/o della non volontà di effettuare “un revamping complessivo dell’istallazione, al fine di raggiungere la massima funzionalità, superando i limiti tecnologici riscontrati e integrando il progetto originario con soluzioni attuali e all’avanguardia”, così come prescritto dalla Regione Campania.

4. successivo decreto di diffida e conseguente sospensione delle attività della Fonderia da parte della Regione Campania (Prot. 2016 0288004 del 27/04/2016) in quanto perdurano a tutt’oggi le gravi violazioni concernenti lo smaltimento dei rifiuti prodotti, dei fumi emessi in atmosfera, degli scarichi nel fiume Irno, nonché la veridicità degli autocontrolli prodotti dalla ditta.

fonderie_pisano_salernoTutto questo non fa che confermare ancora una volta che la proprietà Pisano ha lavorato e intende ancora lavorare in totale spregio della legge sia per quanto riguarda le norme ambientali che della sicurezza dei lavoratori e che, come dimostra il decennale ritardo nel trasferimento della Fonderia, e il recente ricorso al TAR non ha alcuna intenzione né di delocalizzare lo stabilimento, né tantomeno di investire importanti somme di denaro per modernizzare l’impianto oggettivamente obsoleto.

Come riportato dai verbali redatti dall’ARPAC pertanto perdurano “situazioni connotate di immediato pericolo e danno per l’ambiente e la salute pubblica”. Di conseguenza il Comitato ritiene che vi siano tutti i presupposti affinché venga convocata ad horas una nuova seduta del Tavolo Tecnico di Monitoraggio Ambientale.

Si ricorda infatti che, durante l’ultimo incontro si era deciso di aggiornarsi non appena fossero disponibili altri dati ed elementi utili, e attualmente risulta evidente che vi sono numerose questioni gravi ed urgenti che necessitano un confronto tra i vari componenti del Tavolo Tecnico.

In particolare, oltre ai dati riportati nei succitati decreti della Regione Campania, riteniamo debbano essere discussi i seguenti punti:

• conferma della necessità dell’azione congiunta della Task Force ARPAC. Si ritiene infatti necessario far proseguire le attività di monitoraggio della Fonderia Pisano dalla Task Force, piuttosto che dal singolo Dipartimento di Salerno. Come emerge infatti dalle gravi criticità riportare nei decreti di sospensione, quest’ultima in questi anni ha agito quantomeno con leggerezza. Pertanto i cittadini non si sentono tutelati dall’operato della sola sede di Salerno.

• Dichiarazioni di volontà di riapertura dello stabilimento da parte della Proprietà Pisano, nonché della CGIL. Tali proclami appaiono fuori luogo, in quanto come emerge dalle ultime relazioni della TASK FORCE ARPAC perdurano le stesse violazioni riscontrate durante i sopralluoghi che hanno portato alla prima diffida e conseguente chiusura, e che noi riteniamo sono state perpetrate negli anni. Questo perché, nonostante i proclami della Proprietà Pisano e della CGIL, lo stabilimento in questione è oggettivamente inadeguabile al rispetto delle attuali norme ambientali, come tacitamente ammesso con l’ultima richiesta di ricorso al TAR. Destano inoltre preoccupazione le ultime dichiarazioni della famiglia Pisano, secondo cui le Fonderie potrebbero riaprire tra 10 giorni, e cioè immediatamente dopo le imminenti elezioni Comunali. Chiediamo pertanto che le Istituzioni Regionali e Comunali si muovano in perfetta trasparenza in merito alla vicenda.

Confidando in un vostro riscontro, si porgono cordiali saluti,

il “Comitato Salute e Vita”, comitatosaluteevita@hotmail.it