“ Il Melodramma, attraverso le arie d’opera che erano cantate e fischiettate per strada dalla gente, ha fatto conoscere l’italiano unitario agli italiani del 1861. Nei romanzi giovanili di Giovanni Verga: “I Carbonari della montagna”, “Sulle Lagune”, “Una peccatrice”, che risente dell’influenza di “Traviata”, e nell’inedito “ Frine”, la lingua del Melodramma è utilizzata come un grande “campionario” di condivisione formale dal quale prelevare anche elementi funzionali al proprio “sistema” linguistico e per contribuire a “costruire” una lingua italiana più spontanea e colloquiale. Dovremmo far conoscere alle giovani generazioni questo genere musicale”. A sottolineare l’importanza del Melodramma, che per circa duecento anni fu la forma di spettacolo italiana per eccellenza, è stato il filologo salernitano Gennaro Saviello che, presso la sede della “Fondazione Menna” di Salerno, ha presentato il suo libro” Folleggiare di gioia in gioia. Il Melodramma nel giovane Verga “ , edito da “Noitrè Edizioni”.
Verga , il più autorevole rappresentante del Verismo, il cui nome è solitamente associato a “I Malavoglia” e a “Mastro Don Gesualdo, inserisce tra le righe dei suoi romanzi, quelli del periodo catanese, citazioni tratte da libretti d’opera, come ha spiegato la professoressa e poetessa triestina Franca Oliva Fusco, che ha curato la prefazione del libro:” Il titolo del libro è un verso tratto dall’opera “Traviata” di Giuseppe Verdi. Il librettista della Traviata, Francesco Maria Piave , aveva già usato il verbo “folleggiare” nell’opera lirica “Macbeth” di Verdi. In origine era “trasvolar”, già usato da Dante nel Paradiso, ma “folleggiare” creava minore difficoltà alle cantanti”. Ad organizzare l’interessante incontro è stata la professoressa Clotilde Baccari Cioffi, presidente dell’associazione culturale “Parco Storico Sichelgaita” che ha definito il libro del professor Saviello:” Un’opera tra note e parole: un testo che ci proietta in un epoca entusiasmante”. La professoressa Baccari ha anche sottolineato come l’autore evidenzi il ruolo formativo del teatro :” Non dimentichiamo la funzione catartica del teatro nel mondo greco e il fatto che lo spettatore si senta protagonista, determinando una forte formazione dell’identità collettiva”. Sono intervenuti il professor Francesco D’Episcopo , il Sindaco di San Cipriano Picentino, Sonia Alfano e l’editrice Gabriella Pastorino. (Pubblicato su “Il Quotidiano del Sud” edizione di Salerno).
Aniello Palumbo