È ufficiale, lo dicono i media nazionali: Salerno viene menzionata tra le città dove Bloomsday, commemorazione dedicata allo scrittore irlandese James Joyce, si tiene ogni anno il 16 giugno.
E non poteva essere altrimenti, dato il conclamato successo del 2015, anno in cui Bloomsday Salerno muoveva i primi timidi passi tra i vicoli del capoluogo campano, e lo strepitoso bis della seconda edizione, conclusasi lo scorso 25 giugno.
È ancora una volta il mare l’elemento che accomuna tutte le città dove si tiene l’evento. “Guarda il mare, non gli importa delle offese”, si legge nel primo episodio di “Ulisse”. Ed è stato proprio Stephen il protagonista di questa seconda edizione. Il personaggio su cui l’associazione culturale teatrAzione di Igor Canto e Cristina Recupito ha puntato i riflettori nella “solenne” serata del 16 giugno, nel suggestivo ed elegante cortile dell’Ostello di Salerno “Ave Gratia Plena”. Parliamo nello specifico del reading-spettacolo “Fluido Joyce” e di come gli sguardi incantati e sognanti di un pubblico attento ed interessato fossero rapiti dagli hang drums di Alessandro Ferrentino e dal violino di Maria Anna Siani di Legni & Ombre.
Tutto molto fluido, molto sensoriale, dalla lettura in inglese a cura di Bruna Autuori all’esposizione di fumetti di Salvatore Parola della Scuola Salernitana del Fumetto Comix Ars. E così Bloomsday Salerno, progetto a cura di Bruna Autuori, quest’anno sembra davvero aver spiccato il volo, alla volta di città lontane e vicine nelle quali esiste una vera e propria festa per James Joyce.
«Non ci siamo fatti mancare nulla quest’anno», afferma la curatrice Bruna Autuori, che non fa segreto del modello ispiratore triestino. Ed è stato, infatti, un triestino l’ospite d’eccezione di Bloomsday Salerno 2016: Riccardo Cepach, Responsabile del Museo Svevo e Museo Joyce di Trieste, che sabato 25 giugno, presso l’Ostello di Salerno “Ave Gratia Plena”, ha fatto rivivere l’eroicomica epopea dello scrittore irlandese nella città di Trieste, dove arrivò il 20 ottobre del 1904.
Unanime plauso anche per la musica ammaliante degli Emian Pagan Folk,che la sera del 23 giugno, presso il King’s Cross Irish Pub, hanno letteralmente rapito l’attenzione dei presenti. Ed ancora, il carteggio proibito, le dirty letters tra Joyce e sua moglie Nora, lette da Igor Canto e Cristina Recupito.
Bloomsday Salerno 2016 è stato davvero un fluido in movimento, che ha spaziato dal teatro alla musica, dai fumetti all’Irlanda come sfondo di ben tre serate. E proprio in Irlanda siamo stati la sera del 25 giugno in compagnia dei Wild Irish Way, con Francesco Memoli e Loredana Mauri e le letture tratte dal libro dello stesso Memoli, “Dal verde chiaro al verde scuro – Le conseguenze dell’Irlanda”. Un diario di viaggio che riporta l’immaginazione a quelle distese verdi che si estendono infinite, come infinito è il mare che non tocca mai orizzonte.
Allora Bloomsday deve davvero avere un senso, anche a Salerno, dove il mare sembra essere l’elemento comune a tutte quelle città che ogni 16 giugno fanno di Joyce l’icona di uno stile inimitabile. Anche quando Sandycove e Howth sembra nulla abbiano a che spartire con l’antichissimo centro storico campano, le cui forme architettoniche sono specchio di radici tutt’altro che Irish, diventa chiaro a tutti lo slogan, ormai ufficiale, del Bloomsday salernitano: “Se c’è il mare allora si può fare”.
Per info e contatti:Bloomsday Salerno 2016 – Tel. 340.8739664 – www.bloomsdaysalerno.it – info@bloomsdaysalerno.it – Facebook: James Joyce Bloomsday Salerno