Con la visita guidata del direttore Gabriele Zuchtriegel al Museo del Parco Archeologico di Paestum e la degustazione di vini e formaggi tipici nella sala dei Santuaro, curata da Maria Sarnataro del Vallo Cilento e di Diana, si è conclusa la prima edizione dell’iniziativa “il Vino del Tuffatore – Archeologia e dieta mediterranea”.
Un incontro tra archeologia, enologia e medicina, con relazioni e tavole rotonde che, per due giorni, ha attirato l’attenzione di centinaia di visitatori.
Il connubio tra archeologia e vino ha funzionato. La sala del Santuario del Museo Archeologico di Paestum, infatti, è stata sempre gremita da turisti e visitatori. Buona anche l’affluenza, venerdi’ sera, in occasione della proclamazione del “Vino del Tuffatore” che ha visto il trionfo dell’azienda Maffini di Castellabate.
Per tutti i partecipanti, però, come sottolineato da Giuseppe Festa, direttore del Corso di Perfezionamento Univesitario in Wine Business dell’Università di Salerno, è arrivata una menzione speciale: ” La mia premessa è d’obbligo – ha detto – perché alla valutazione finale della giuria tutti i vini sono risultati eccellenti. Non a caso, ogni azienda ha avuto una menzione speciale. A vincere questa prima edizione è stato il “Fiano kratos di Luigi Maffini che, secondo la giuria, portava insieme qualità organolettica, qualità intesa come versatilità nel campo della dieta mediterranea e qualità intesa come proiezione dell’immagine mediterranea”.
Da segnalare che il Vino del Tuffatore non è solo un riconoscimento verbale ma anche un marchio che l’azienda vincitrice potrà utilizzare sulle bottiglie per rappresentare gli scavi, il museo e Paestum nel mondo.
Tra le aziende vitivinicole che hanno preso parte all’ evento sono state insignite della menzione speciale, “Dieta Mediterranea” ed “Immagine mediterranea” , le “Native”, “Barone”, “Case bianche”, “Cuomo”, “Feudi di San Gregorio” , “Macellaro” e “Maffini”.
Visibilmente soddisfatto il direttore Gabriele Zuchtriegel: “E’ stata davvero una grande gioia- ha concluso- vedere il museo pieno di gente che è stata intenta ad unire gli interessi per l’archeologia alla medicina e l’enologia. Dal prossimo anno cercheremo di fare un ulteriore salto di qualità legando questo marchio e la promozione del nostro territorio ad un discorso internazionale”.