“E’ la Vigilia del Natale il cuore del Natale, sia in senso cristiano, sia in senso laico, perché ci sono , nella Vigilia del Natale, quattro momenti simbolicamente molto forti: la notte, che è il momento delle paure, il simbolo più forte della morte, che va esorcizzata; la convivialità, che è importante; l’attesa, che è propria degli esseri umani, è consustanziale a noi stessi. Attesa che non può essere compiuta da soli, ma insieme agli altri perché è l’attesa della luce”. E’ quindi il cenone della Vigilia e non il pranzo del giorno dopo il momento topico del Natale secondo il professor Paolo Apolito, già docente di Antropologia Culturale presso l’Università di Salerno e presso l’Università di Roma Tre, che è stato il protagonista della tradizionale “Festa degli Auguri” del “Rotary Club Salerno” presieduto dal cavalier Tony Ardito, tenutasi presso il “Circolo Canottieri Irno” di Salerno. Dopo la lettura della “Preghiera del Rotariano”, ad opera della Rappresentante Distrettuale dell’Interact Maria Carla Cioffi, il presidente Ardito ha ricordato il senso di rinascita del Natale: “Per nascere di nuovo, non si deve fuggire da se stessi, ma accettare cadute e sbagli. Il nuovo sorge sempre su ciò che siamo stati, pure se di quel vissuto, talvolta, restano solo i cocci. La vita partorisce di continuo; è un incessante morire di vecchi equilibri, modi di pensare, atteggiamenti, per stimolare mente e cuore a rinascere con nuove scelte, nuove motivazioni, nuovi interessi”.
Il professore Apolito ha spiegato che l’uomo non è solo mortale:” E anche natale perché non muore soltanto, ma nasce anche! Il Natale è la luce che almeno una volta l’anno deve sorgere nuovamente, per ricominciare: è il vero ricominciamento delle cose. La luce è quel Bambino! Ciascuno deve sentirsi nascere, toccandoci, tenendoci per mano, aspettandoci, mangiando insieme, godendo insieme della festa, e aspettando che venga la luce che è quel Bambino: è importante stare insieme agli altri per aspettare la rinascita”. Apolito ha anche sottolineato l’importanza e la bellezza di guardarsi sorridendo: “Oggi non è una cosa abituale perché è difficile stare con gli altri. Paradossalmente siamo animali sociali e avremmo una necessità biologica, prima che psicologica e culturale, di stare con gli altri, ma la nostra cultura è andata in una direzione strana per cui la cosa più naturale degli esseri umani, che è appunto quella di stare insieme agli altri, è diventata una rarità: qualcosa che si vagheggia . Si aspetta Natale per stare insieme agli altri” Il professor Apolito si è soffermato a parlare delle tradizioni che si stanno perdendo :” Il Natale ha meno di duemila anni; il presepe ha meno di mille anni: in questi secoli tante tradizioni sono apparse, si sono radicate e poi sono scomparse. Forse la nostra generazione sarà quella che conserverà per ultima un grande impianto di tradizioni. Il Natale non è il presepe e nessuna delle tradizioni del Natale è Natale. Sebbene per me il presepe sia importante, se la prossima generazione lo metterà in soffitta non sarà un problema . Quello del Natale che vogliamo conservare non è qualcosa che appartiene alla storia, ma qualcosa che è fuori dalla storia: Natale è la celebrazione dell’ingresso nella storia di Dio; è l’atto della reincarnazione che i cristiani celebrano come se fosse avvenuto in quel giorno. Il Natale che è diventata una grande occasione di consumismo, la vittoria della mercificazione della festa, potrebbe scomparire”. L’avvocato Bernardo Brancaccio, Assistente del Governatore del “Distretto Rotary 2101” Alessandro Castagnaro, ha ricordato ai soci rotariani l’invito del Governatore di prendersi cura del territorio. Presente il giovane Dominic Martins di Johannesburg ospite del Club nell’ambito del progetto “Rotary Youth Exchange”, lo scambio giovani che consente ai giovani rotaractiani e interactiani, ma anche a tutti giovani che volessero aderire al programma del Rotary , di andare in altri Paesi, ospiti di famiglie locali, per esplorare culture diverse dalla nostra e praticarne la lingua. L’avvocato Paolo Carbone, che ha ricevuto la “Toga d’Oro” per i suoi cinquant’anni di professione forense, ha consegnato il gagliardetto del Club al Prefetto di Salerno Francesco Russo.
Aniello Palumbo.