Attraverso il mito, preso come veicolo portante per la celebrazione della gloria altrui, egli entra in un’atmosfera di così assoluta purezza poetica, da permettersi impennate vertiginose, che sono il frutto della sua intuizione possente: quella di cogliere il vero affiato spirituale con l’eroe celebrato, sprigionando dal suo interiore una forza pari all’evento esaltato, adoperando un linguaggio magniloquente, pieno di splendore e di opulenza.
La sua attenzione è, quindi, protesa alla interpretazione unisona del sentimento dell’eroe, della qualità della sua azione, dell’importanza storica che questa riveste, per essere comparata alle immagini mitiche, che, come lame di luce, attraversano la sua mente.
Tali visioni egli accosta o include nel suo canto, intersecando il tessuto della sua poesia, sì da creare una costante traiettoria dall’attualità al mito e viceversa, nell’imprevedibile impiego dei suoi mezzi espositivi, di cui appare sempre maestro infallibile.
Forse per questo, non sempre la sua poesia fu capita, pur attanagliando il lettore con un fascino insolito ed irresistibile, come fasci di luce che rischiarino uno scenario indimenticabile.
E sono in molti a pensare che la sua grandezza non tanto risiede nell’accostamento delle immagini, quanto nella qualità e finezza delle stesse.
“Pqui”- dice F. Pedrina – “che il poeta si rivela come una forza esplosiva della natura, come una voce che germina dall’interno delle cose”.
Vediamolo da un brevissimo stralcio della Olimpica prima:
«Ottima cosa è l’acqua e l’oro qual
[fuoco fiammeggiante / ne la notte rifulge su la ricchezza
[magnanima:
e se tu, o mio cuore, brami celebrare gli agoni, /
non guardare un altro astro fulgido /più ardente del sole nel giorno a mezzo il cielo deserto…”.
Dunque, anche se lo scopo che l’ode pindarica si propone è di ordine pratico, perché, in sostanza, è la celebrazione di una vittoria, in essa non c’è mai parafrasi per amore di piaggeria o di servilità; i suoi “voli” sono immediati ed altissimi e dimostrano l’assoluta padronanza
tecnica e psicologica dell’ autore. Il quale non racconta, ma evoca e ricrea personaggi e visioni mitici, per ornare e meglio spiegare il significato della vittoria che è motivo del suo canto.
(Continua…)