Chi ha ucciso Rosaria? La bella trentenne ammazzata sulla spiaggia della Crestarella di Vietri sul Mare , a ridosso della famosa torre vicereale costruita su uno scoglio. A indagare sul misterioso omicidio sarà il giovane commissario Gennaro Acquaviva che, insieme al fidato ispettore Spirito, grazie alle sue doti d’investigatore di grande esperienza, anche stavolta riuscirà ad arrivare alla verità che sarà, come spesso accade, inaspettata. L’avvincente storia, ambientata tra Salerno, Vietri e Napoli, nel 1923, quando il fascismo è al potere del Paese, è raccontata nel nuovo libro dell’ingegnere Giuseppe Esposito intitolato “Extrema Ratio”, edito da “Stamperia del Valentino”, che sarà presentato venerdì 24 febbraio alle ore 18,00 presso la “Libreria Feltrinelli” di Corso Vittorio Emanuele. Dopo i saluti della professoressa Clotilde Baccari Cioffi, presidente dell’associazione culturale “Parco Storico Sichelgaita” e della giornalista Claudia Izzo, presidente dell’associazione “Contaminazioni” che hanno organizzato l’evento, a dialogare con l’autore saranno: l’Onorevole Tino Iannuzzi e i giornalisti e scrittori Claudia Izzo, Antonio Corbisiero e Marcello Napoli. La professoressa Clara Mattia Cuoco leggerà alcuni brani del libro. La serata sarà impreziosita dalla partecipazione del professor Matteo Cantarella che, accompagnandosi con la chitarra, canterà alcuni successi degli anni ’20. L’ingegnere Esposito, di origini napoletane, che è ormai figlio adottivo della nostra terra, racconterà del clima che si viveva a Salerno durante il periodo fascista, della lotta intestina tra le due anime del Partito Nazionale Fascista che vedeva da un lato i rivoluzionari duri e puri capeggiati a Salerno prima da Matteo Accardi e poi dal suo nemico Mario Jannelli, e a Napoli da Aurelio Padovani, e dall’altra i pragmatici, favorevoli a cooptare nel partito la vecchia classe dirigente liberale. Nel libro di Esposito, stampato su carta palatina, che ha in copertina il bellissimo bozzetto disegnato da Enzo Troiano, i protagonisti si muovono a bordo di una FIAT 509 o del tram che collegava Salerno a Vietri, leggendo la rivista “La Frusta”, in una Salerno che vedeva nascere i primi palazzi di Via Roma e di Corso Garibaldi, come Palazzo Santoro, progettato in stile Coppedè dall’architetto Matteo D’Agostino.
Aniello Palumbo