La ErgoSum Produzioni approda a Salerno, portando in scena due spettacoli tratti da due grandi classici della letteratura antica: “Le Metamorfosi” di Ovidio e l’“Odissea” di Omero. La narrazione è affidata a due grandi interpreti della scena nazionale italiana.
TEATRO NUOVO DI SALERNO
Il 12 novembre, ore 21.00
ENRICO LO VERSO
in
MITO IN FABULA
(adattamento e regia Alessandra Pizzi)
Con ENRICO LO VERSO
Francesco Mancarella – Pianoforte
Lorenzo Mancarella – Clarinetto
Coreografie e danze Aeree
Marilena Martina
Uno spettacolo dedicato al MITO, quello classico ma sempre contemporaneo. MITO in fabula è “un’opera popolare”, un tentativo di intessere, attraverso l’arte, il racconto di storie leggendarie appartenenti a quel articolato e variopinto repertorio che ci è stato consegnato da Ovidio, nelle Metamorfosi. Enrico Lo Verso ripercorre gesta dei grandi e celebri miti, restituendo al racconto la sua funzione principale: rendere immortale il pensiero e il valore della classicità. Uno spettacolo che “pesca” dal passato e dalla poesia epica, per ritrovare insegnamenti e valori che oggi, a distanza di 2000 anni dalla stesura delle Metamorfosi, sono straordinariamente attuali. Se, come diceva Calvino, un classico è un libro che non ha mai smesso di dirci qualcosa, allora nella rilettura del mito classico, ritroviamo le matrici per vivere e comprendere il presente.
Lo spettacolo nasce con l’intendo di avvicinare il pubblico alla lettura e alla classicità, abbattendo quella diffidenza che accompagna certe opere memorabili, ma considerate del passato. La regia, di Alessandra Pizzi, sceglie di “spogliare” il mito della sua austerità e renderlo umano, mortale. Da un immaginario Carro di Tespi, scendono i protagonisti della narrazione e restituiscono al mito il suo valore primario, quello di racconto popolare. L’allestimento essenziale, conferisce alla narrazione la dimensione ludica e onirica, non priva di spunti e accenni al mondo circense e al sogno felliniano.
Musicisti d’eccezione sostengono il racconto, rievocano dimensioni oniriche e interpretano la favola. A sottolineare la magia le coreografie di danza aera di Marilena Martina, scandiscono il tragico volo di Icaro, l’entusiasmante nascita della Primavera, il commovente amore di Callisto, l’ira di Atena e la sorte di Aracne. Omaggio, quest’ultimo, al Salento e ai colori della taranta e della terra del “ri-morso”.
TEATRO NUOVO DI SALERNO
Il 18 dicembre, ore 21.00
ENZODECARO
In
UN’ODISSEA INFINITA
(adattamento e regia Alessandra Pizzi)
Con musiche dal vivo a cura di
Francesco Mancarella(pianoforte)e Filippo Scrimieri(beatbox)
Un viaggio alla conquista di se stesso. È questa la più titanica delle imprese che l’eroe omerico si accinge a compiere. L’Odissea di Omero è, in assoluto, l’opera che meglio di ogni altra riesce a rendere attraverso la metafora del viaggio, il lungo, lento, paziente, ma avventuro percorso che l’uomo compie alla ricerca di se stesso. Un viaggio scandito da tappe coincidenti ai diversi stadi di crescita e di evoluzione a cui ci chiama la vita.
Omero fa compiere al suo eroe ardue imprese. Lontano dalle coste di Itaca lo attendono guerre, mostri, pericoli, gli stessi che incontra sulla strada del ritorno, quando, finalmente pago di saperi, sceglie la rotta per casa.
Ulisse lascia la sua Terra e esplora il mondo, supera le sue paure, risponde ai suoi dubbi, si addentra in territori della conoscenza e ritorna a casa. Ulisse è l’Uomo moderno che si spinge quotidianamente nel superamento dei propri limiti, che tenta affondi verso la conoscenza del mondo ma, soprattutto di sé. E torna a casa, consapevole dei suoi confini.
Un “viaggio circolare”. Si parte da casa e si ritorna a casa, per ripartire. Perché più forte del desiderio del ritorno e la bramosia della conoscenza.
Enzo De Caro, accompagnato dalle musiche al pianoforte di Francesco Mancarella e al beatbox da Filippo Scrimieri, dà voce all’Eroe Omerico, ci spiega le motivazioni che hanno accompagnato il viaggio di Ulisse e ci aiuta nella comprensione di quei “viaggi quotidiani” che spesso compiamo alla ricerca di noi stessi. Lo fa con la leggerezza del “consigliere”, dell’” amico saggio” che piuttosto che additare gli errori, cerca immagini lievi a cui ispirarsi. Ci riporta sull’isola di Calipso, ci immerge nella dimensione surreale del mare azzurro e, soprattutto, rende il suo speciale omaggio alla letteratura, alla poesia, alla musica e all’arte che ad Ulisse si sono ispirati.
In questo viaggio Ulisse non incontra mostri e lestrigoni, ninfe e creature divine, ma “dialoga” con Francesco Guccini, e il suo racconto di Odysseo, incontra Dante e i dannati del canto XXVI dell’Inferno, Lucio Dalla e i versi di Itaca. Incontra la Poesia di Pascoli e di Montale, di Tyson, di D’Annunzio, i versi delle canzoni di Caparezza, la letteratura di Borges e di Kafka e termina nell’infinito di Leopardi.
Perché tra epica e invenzione, tra commento e narrazione, tra esegesi e interpretazione, vale il valore della parola che incanta… come il coro delle Sirene di Ulisse.
Odisseo seduto in riva al mare, là dov’era sempre, piangeva, straziando il suo cuore con gemiti e lacrime, e piangendo guardava il mare infinito. (Omero- Odissea vv 81-84, traduzione di A.Ciani)
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Biglietterie
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